Guerra Israele – Iran: rischio aumento prezzi carburanti?

Guerra Israele – Iran: rischio aumento prezzi carburanti?

La guerra Israele - Iran sta influenzando i mercati e, di conseguenza, i prezzi del petrolio e dei carburanti stanno aumentando

 

La guerra Israele - Iran sta influenzando i mercati e, di conseguenza, i prezzi del petrolio e dei carburanti stanno aumentando

16 Giugno 2025 - 17:20

C’era da aspettarselo che la guerra tra Israele e Iran avrebbe avuto effetto sui mercati internazionali, colpendo soprattutto i prezzi dei carburanti. Già poche ore il primo attacco dell’aviazione di Tel Aviv contro il programma nucleare della Repubblica Islamica si erano alzate voci preoccupate sull’imminente rincaro del petrolio e sul conseguente impatto ai distributori, e a stretto giro di posta il prezzo alla pompa di benzina e diesel è effettivamente aumentato. Col rischio che sia soltanto l’inizio di un’escalation dagli esiti imprevedibili.

LE PREOCCUPAZIONI DOPO IL PRIMO ATTACCO

Già venerdì scorso, infatti, il Codacons aveva ammonito che l’impennata del petrolio sui mercati internazionali avrebbe provocato il rialzo immediato in Italia dei listini di benzina e gasolio ai distributori, chiedendo al Governo di attivarsi a tutela dei cittadini, specie in vista delle prossime partenze per le vacanze estive: “I prezzi del petrolio“, denunciava la nota associazione a tutela dei consumatori, “dopo l’attacco di Israele all’Iran sono volati a 74 dollari al barile, quasi l’8% di più rispetto alle quotazioni del giorno prima. Se il costo del greggio non invertirà a breve la rotta, il rischio è che i listini alla pompa di benzina e gasolio, dopo la positiva discesa delle ultime settimane, possano subire rincari immediati, come effetto del rialzo delle quotazioni. E anche se il carburante venduto oggi agli automobilisti è quello acquistato mesi fa, quando i prezzi del petrolio erano inferiori“.

Proprio per quest’ultimo motivo il Codacons ha rivolto un appello al Governo per attivare tutti gli strumenti di controllo e vigilanza al fine di evitare qualsiasi possibile speculazione sui prezzi dei carburanti venduti ai cittadini.

GUERRA ISRAELE – IRAN E PREZZI DEI CARBURANTI: SEGNALATI I PRIMI AUMENTI

E in effetti i timori si sono dimostrati fondati perché lunedì 16 giugno il Brent (il petrolio greggio di riferimento europeo) è partito molto forte stabilizzandosi intorno ai 75 dollari a barile, sui livelli di inizio aprile 2025 (stesso destino per i prodotti raffinati del Mediterraneo), e di conseguenza in Italia il prezzo medio del litro di benzina modalità self si è attestato a 1,706 euro, in crescita rispetto ai 1,704 del giorno precedente, mentre il diesel è salito di tre centesimi a 1,604. Tuttavia nel corso della giornata il Brent è ridisceso sotto i 73 dollari, un’oscillazione dovuta probabilmente alle notizie che arrivano dal fronte più caldo del conflitto, che vedrebbero Teheran pronta a porre fine alle ostilità con Israele e a riprendere i colloqui sui suoi programmi nucleari con gli Stati Uniti.

Rifornimento benzina

COSA POTREBBE SUCCEDERE IN CASO DI UN’ESCALATION

Per capire meglio questo delicatissimo contesto occorre ricordare che l’Iran produce il 4% circa del petrolio mondiale, detenendo attorno al 9% delle riserve mondiali. E le tensioni della guerra Israele – Iran interessano tutti gli altri Paesi dell’area, che sono fra i più grandi esportatori di petrolio e gas: Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Qatar. Al punto che se la situazione dovesse precipitare in barba alle previsioni ottimistiche delle ultime ore, provocando per esempio la chiusura dello Stretto di Hormuz dove transitano 20 milioni di barili di greggio al giorno, il prezzo del petrolio potrebbe impennarsi fino 80 dollari al barile (ipotesi più prudente) ma c’è chi parla pure di 120 dollari o addirittura, come il ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein, tra i 200 e i 300 dollari.

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