Prezzo benzina 2025: aumento continuo, cosa sta succedendo? Midsection of person filling white car with fuel at gas station.

Prezzo benzina 2025: aumento continuo, cosa sta succedendo?

Il prezzo della benzina continua ad aumentare, con un peso che diventa sempre più insostenibile per gli automobilisti. Cosa succederà?

20 Gennaio 2025 - 14:20

L’aumento dei prezzi dei carburanti in Italia è un tema caldo che sta suscitando preoccupazione tra i consumatori e accendendo il dibattito politico. Le ultime settimane hanno visto un’impennata dei costi di benzina e diesel, riportando alla memoria gli aumenti record del 2022 e del 2024. Ma quali sono le ragioni di questa escalation e quali le possibili conseguenze?

  1. Prezzo benzina: le ragioni dei rincari
  2. Prezzo benzina: quanto incide l’allineamento delle accise
  3. Prezzo benzina: l’intervento del Codacons
  4. Prezzo benzina: il ruolo del Governo

PREZZO BENZINA: LE RAGIONI DEI RINCARI

In primo luogo, è importante inquadrare il fenomeno in un contesto globale. L’aumento dei prezzi dei carburanti non è una prerogativa italiana, ma si inserisce in un trend internazionale segnato da tensioni geopolitiche e dinamiche di mercato complesse. Le recenti restrizioni sulla commercializzazione del petrolio russo, ad esempio, hanno contribuito a una crescita dei prezzi a livello mondiale.

Tuttavia, oltre ai fattori di carattere internazionale, in Italia pesano anche scelte politiche e normative che stanno contribuendo ad alimentare il caro benzina. Tra queste, l’accrescimento della quota obbligatoria di miscelazione dei biocarburanti ha comportato un lieve incremento dei prezzi. La misura più controversa però è senza dubbio l’allineamento delle accise tra gasolio e benzina, un impegno assunto dall’Italia con l’Unione Europea per eliminare i cosiddetti “sussidi ambientalmente dannosi“.

PREZZO BENZINA: QUANTO INCIDE L’ALLINEAMENTO DELLE ACCISE

La differenza di aliquota tra gasolio e benzina, presente in quasi tutti i Paesi europei, è considerata un incentivo dannoso per l’ambiente. L’Italia, con un divario di aliquota che vale circa tre miliardi di euro, sembra determinata a eliminarlo in tempi rapidi, in linea con gli obiettivi del Pnrr.

Tuttavia, questo allineamento, seppur presentato come una misura necessaria per la transizione ecologica, rischia di tradursi in un aumento della pressione fiscale e in un ulteriore rincaro dei prezzi dei carburanti. Secondo alcune stime, un incremento di un centesimo sull’aliquota del gasolio e una corrispondente riduzione sulla benzina genererebbero un surplus di circa 100 milioni di euro all’anno, destinato al rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale. Ciononostante, questa misura appare più come un escamotage fiscale che un reale intervento a favore dell’ambiente e si tradurrebbe in un aggravio per i cittadini già colpiti dall’aumento dei costi energetici.

PREZZO BENZINA: L’INTERVENTO DEL CODACONS

L’associazione dei consumatori Codacons ha denunciato un’escalation del prezzo benzina, con picchi di 2,4 euro al litro per la verde in alcuni distributori autostradali. Il Codacons attribuisce la responsabilità degli aumenti sia ai maggiori costi applicati a rivenditori e gestori per la quota d’obbligo di miscelazione dei biocarburanti, sia alle speculazioni sul petrolio.

L’associazione ha calcolato che, rispetto al mese precedente, un pieno di benzina costa oggi quasi 2,2 euro in più, mentre per un pieno di gasolio la spesa sale di 2,4 euro. Su base annua, l’aggravio di spesa per gli automobilisti sarebbe di +52 euro per la benzina e +57,6 euro per il diesel.

PREZZO BENZINA: IL RUOLO DEL GOVERNO

Dal suo canto, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha difeso l’operato del governo, sostenendo che le misure adottate hanno “contenuto i prezzi dei carburanti e il tasso di inflazione” in un contesto internazionale difficile. Tuttavia, il mercato internazionale mostra segnali di risveglio, complici le nuove sanzioni sul petrolio russo. Se questa tendenza dovesse consolidarsi, il governo potrebbe trovarsi in difficoltà nel sostenere misure già impopolari, come l’allineamento delle accise, senza scatenare un’ondata di malcontento sociale.

Provando a tirare le somme, il caro benzina in Italia è il risultato di una complessa interazione tra fattori globali, scelte politiche nazionali e dinamiche di mercato. Se da una parte l’allineamento delle accise si presenta come una misura necessaria per la tutela ambientale, dall’altro il rischio di un ulteriore aggravio fiscale per i cittadini è concreto. Resta da vedere se il governo saprà gestire la delicata situazione dei prezzi dei carburanti, conciliando le esigenze di bilancio con le necessità dei consumatori, in un contesto economico già fragile.

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