Box auto: quali documenti servono per venderlo

Box auto: quali documenti servono per venderlo

Cosa comporta la vendita di un box auto? Quali sono i documenti richiesti dalla normativa per venderlo e qual è l’iter da seguire?

13 Maggio 2021 - 03:05

La vendita di un box auto non è un’operazione da chiudere con poche mosse. Di mezzo c’è un passaggio di proprietà e di conseguenza le pratiche burocratiche da affrontare sono numerose e da seguire con estrema cura. Un po’ come succede nel caso della compravendita di auto tra privati oppure di una proprietà immobiliare. Ecco quindi che non solo è indispensabile sapere qual è la procedura da seguire per vendere un box auto, ma anche quali documenti servono. Basta infatti la mancanza di un foglio per far saltare l’acquisto. Non dimentichiamo poi che, soprattutto nelle grandi città, i box auto sono considerati un bene prezioso. Da una parte c’è la cronica mancanza di parcheggi gratuiti e dall’altra c’è l’esigenza di mettere al sicuro il proprio veicolo nelle immediate vicinanze della propria abitazione, ed ecco che il mercato dei box auto rimane sempre molto attivo. Approfondiamo quindi quali sono i documenti richiesti per venderlo e qual è l’iter da seguire.

BOX AUTO TRA PREZZI DI MERCATO E AGEVOLAZIONI

Prima di procedere alla vendita vera e propria di un box auto e dunque alla raccolta dei documenti necessari, occorre fare un passo indietro. La primissima cosa da fare è infatti stabilire il prezzo di vendita. La decisione è sempre arbitraria, ma affinché il passaggio di consegne vada a buon fine in tempi ragionevoli, è indispensabile seguire le regole del mercato immobiliare. In pratica la somma richiesta deve tenere conto dei prezzi della zona e della legge non scritta della domanda e dell’offerta. Maggiore è la richiesta di box auto rispetto alla disponibilità reale e più alto è il costo medio. E viceversa. Nelle aree centrali o semicentrali delle città più grandi, in cui le possibilità di parcheggio sono piuttosto scarse e la disponibilità di box auto rispetto alle abitazioni è bassa, i prezzi tendono a essere più elevati. Il tutto senza dimenticare la possibilità di fruire di agevolazioni fiscali per l’acquisto di un box auto. Fino al 31 dicembre 2021 è ad esempio in vigore una detrazione del 50% con tetto massimo di spesa è di 96.000 euro nell’ambito del bonus ristrutturazioni. Ma naturalmente occorre leggere con attenzione la normativa in vigore e verificare il possesso dei requisiti richiesti.

QUALI DOCUMENTI SERVONO PER VENDERE UN BOX AUTO

Dopo aver maturato la decisione di vendere il box auto e stabilito il prezzo si passa alla fase operativa. Quali sono i documenti richiesti per venderlo? A dimostrazione dell’importanza di questo passaggio c’è l’applicazione delle medesime regole della compravendita di una proprietà immobiliare. Ecco quindi che tra documenti personali, documenti riferiti al box auto ed eventuali disposizioni urbanistiche, il venditore deve tenere con sé:

– planimetria catastale;

– atto notarile di acquisto con nota di trascrizione (in copia);

– documento d’identità in corso di validità (passaporto, patente o carta d’identità);

– codice fiscale;

– dichiarazione di successione (se necessaria ovvero se è stata prodotta);

– provvedimenti edilizi approvati in seguito all’acquisto (se necessari in quanto in vigore).

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PROCEDURA PER LA VENDITA DEL BOX AUTO: SERVE IL NOTAIO?

Nonostante l’assenza di differenze tra la vendita di un box auto e di una proprietà immobiliare in termini di documenti, la procedura da seguire non è sempre la stessa. Il notaio non è infatti obbligatorio. O almeno, non lo è se il prezzo di vendita del box auto è inferiore alla soglia di 100.000 euro. In questo caso può essere sufficiente un avvocato e per le parti significa risparmiare un bel po’ di costi. Lo ha stabilito l’articolo 29 del ddl Concorrenza che semplifica il passaggio di proprietà di beni immobili a uso non abitativo. Qui si legge infatti che “in tutti i casi nei quali per gli atti e le dichiarazioni aventi ad oggetto la cessione o la donazione di beni immobili adibiti ad uso non abitativo, come individuati dall’articolo 812 del codice civile, di valore catastale non superiore a 100.000 euro, ovvero aventi ad oggetto la costituzione o la modificazione di diritti sui medesimi beni, è necessaria l’autenticazione della relativa sottoscrizione, essa può essere effettuata dagli avvocati abilitati al patrocinio, muniti di polizza assicurativa pari almeno al valore del bene dichiarato nell’atto”. In ogni caso, le visure ipotecarie e catastali per la redazione degli atti e delle dichiarazioni sono a carico della parte acquirente, donataria o mutuataria. Stessa cosa per le comunicazioni dell’avvenuta sottoscrizione agli uffici competenti. Si tratta infine di un iter ben diverso da quello previsto per la costruzione di una tettoia per auto.

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