Benzinai chiusi di notte? L’ipotesi contro il caro-bollette Colpiti dal caro-bollette

Benzinai chiusi di notte? L’ipotesi contro il caro-bollette

Colpiti dal caro-bollette, con costi mensili più che raddoppiati, i benzinai potrebbero chiudere di notte per risparmiare energia elettrica

10 Febbraio 2022 - 11:02

Il caro-energia, con conseguente calo dei consumi, potrebbe presto portare alla chiusura delle stazioni di rifornimento negli orari notturni. Questa, tra l’altro, è l’ipotesi più ‘ottimistica’ perché quella pessimistica contempla la chiusura definitiva di almeno il 30% dei distributori. E con i benzinai chiusi di notte gli automobilisti vedrebbero ridursi drasticamente le occasioni per rifornirsi di carburante, con il rischio di lunghe code alle pompe di giorno.

BENZINAI CHIUSI DI NOTTE CONTRO IL CARO-ENERGIA

La serrata delle stazioni di rifornimento nelle ore notturne per risparmiare sull’energia elettrica (parliamo ovviamente della chiusura di tutto l’impianto, compreso quindi il self-service) non è una boutade ma una possibilità molto concreta, visto che a prospettarla è stato il vice-presidente nazionale della FIGISC (la federazione italiana gestori impianti stradali carburanti di Confcommercio), Paolo Castellana, durante una manifestazione a Taranto. “Gli abnormi rincari delle bollette elettriche indurranno presto tutti i gestori degli impianti di carburante a chiudere il servizio notturno per non andare in perdita. Tenere aperto un impianto, con tutta l’illuminazione necessaria, a fronte di vendite pari a zero, non ha più senso”.

PER I BENZINAI BOLLETTE PIÙ CHE RADDOPPIATE

In effetti la situazione è molto delicata. Se prima in una stazione di medie dimensioni si pagavano circa 2.500 euro mensili per la bolletta della luce, adesso arrivano stangate da oltre 5.000 euro. Un costo più che raddoppiato che i benzinai non possono nemmeno scaricare sui consumatori, come fanno invece altre categorie, visto che chi gestisce una stazione di rifornimento non ha autonomia sul prezzo finale di vendita. Resta quindi la sola contrazione dei ricavi a fronte di nessun aumento degli introiti. Se a questo ci aggiungiamo la riduzione generale dei consumi (naturalmente il caro-bollette colpisce anche le famiglie), la minore mobilità dovuta alla situazione pandemica e la crescita senza freni dei prezzi di benzina e diesel (che però non incide, o incide pochissimo, sui guadagni dei benzinai), il quadro è bello che completo.

Benzinai chiusi di notte

CHIUSURA NOTTURNA DEI BENZINAI: UNICA POSSIBILITÀ PER SOPRAVVIVERE?

Chiudere dopo il tramonto diventa probabilmente l’unica opzione percorribile per salvare il salvabile. Se non proprio per tutti i distributori, quanto meno per quelli che sono più in difficoltà (in attesa di un contributo del Governo sotto forma di sgravi o ristori). Ricordiamo che nelle stazioni di servizio sempre aperte le luci restano accese per 24 ore e di notte viene illuminata tutta l’area self-service, sia per agevolare i clienti impegnati nel rifornimento ma anche per motivi di sicurezza.

PREZZI CARBURANTI 2022 CONTINUANO A CRESCERE

In tutto questo i prezzi alla pompa continuano a salire vertiginosamente senza che ciò si traduca in un guadagno concreto per i benzinai, anzi spesso è il contrario. L’ultimo aggiornamento dell’Osservaprezzi carburanti del MISE indica che il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self cresce a 1,831 euro/litro, con i diversi marchi compresi tra 1,821 e 1,853 euro/litro (no logo 1,808). Il prezzo medio praticato del diesel self va a 1,707 euro/litro con le compagnie posizionate tra 1,701 e 1,716 euro/litro (no logo 1,692). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato sale a 1,964 euro/litro, con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 1,899 e 2,054 euro/litro (no logo 1,856). La media del diesel servito aumenta invece a 1,844 euro/litro (range tra 1,780 e 1,918 euro/litro, no logo 1,739).

Infine i prezzi praticati del Gpl vanno da 0,819 a 0,834 euro/litro (no logo 0,812) e quelli del metano auto tra 1,790 e 1,840 (no logo 1,752), con il valore massimo in crescita.

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