Ban auto termiche 2035: PPE vuole toglierlo se vince le elezioni

Ban auto termiche 2035: PPE vuole toglierlo se vince le elezioni

È in pericolo il ban alle auto termiche dal 2035? Il PPE ha promesso di toglierlo se vince le elezioni europee 2024, ma forse non è così semplice

11 Dicembre 2023 - 14:45

A partire dal 2035 nei Paesi UE ci sarà il ban alla vendita di auto termiche nuove, ma forse la partita non è ancora chiusa. Le elezioni europee della prossima primavera (6-9 giugno 2024) potrebbero infatti premiare una maggioranza politica più scettica sull’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, rimettendo in discussione alcune delle misure già approvate. E a conferma di ciò sono giunte le dichiarazioni dell’importante politico tedesco Manfred Weber, capogruppo del PPE (Partito Popolare Europeo) all’Europarlamento e capolista della CSU alla tornata elettorale del 2024, secondo cui se il suo gruppo riuscirà a ottenere la maggioranza a Bruxelles toglierà il divieto sui motori benzina e diesel approvato in questa legislatura.

BAN AUTO TERMICHE 2035: LA ‘PROMESSA’ DEL PPE SPOSTERÀ MOLTI VOTI?

Si tratta ovviamente di un annuncio di grande impatto che potrebbe spostare gli equilibri e spingere molti elettori europei a votare per le forze politiche di centro o di centro-destra che fanno parte del PPE o per i loro alleati. Non è un mistero che la decisione di mettere al bando le auto benzina e diesel dal 2035 (intesa come divieto di vendere auto nuove che non siano a emissioni zero, con poche eccezioni), al di là dell’opportunità del provvedimento su cui si sono già sprecati fiumi di inchiostro, risulti molto controversa e poco condivisa. Ad esempio un recente sondaggio ha rivelato che il 64% degli italiani è contrario al ban. Alla luce di questi numeri è chiaro che la promessa di un passo indietro sul divieto del 2035 porterebbe innegabili vantaggi a chi la dichiara. Poi, com’è noto, tra promettere e mantenere c’è di mezzo il mare, anzi l’oceano…

STOP AUTO TERMICHE 2035: QUANTE POSSIBILITÀ CI SONO DI FERMARE IL PROCESSO GIÀ AVVIATO?

Infatti, anche se a giugno 2024 dovesse vincere una maggioranza contraria al ban auto del 2035, come del resto è abbastanza probabile visti i sondaggi, non è affatto detto che si riesca a fermare un processo che sembra ormai ben avviato. A questo proposito, conoscendo le difficoltà tecniche che comporterebbe un dietrofront di tale portata, Weber ha detto che si potrebbe usare la cosiddetta ‘clausola di revisione’ inserita nel Regolamento UE sull’azzeramento delle emissioni, che impone alla Commissione europea di valutare nel 2026 i progressi compiuti verso la strada del 2035, rivedendo eventualmente gli obiettivi in base agli sviluppi tecnologici, anche per quanto riguarda le tecnologie ibride. Ma al momento è presto per considerare un’ipotesi del genere.

Ma soprattutto l’industria automobilistica, che non può cambiare le proprie strategie da un anno all’altro in base alla volontà della maggioranza di turno, ha già iniziato la fase di transizione verso l’elettrico con investimenti monstre che il presidente di ACEA, Luca De Meo, ha stimato in 250 miliardi di euro. Vagli a dire adesso che è stato tutto uno scherzo e che le auto termiche si potranno tranquillamente produrre anche dopo il 2035…

Ban auto termiche 2035

E-FUEL E BIOCARBURANTI COME CIAMBELLA DI SALVATAGGIO?

Certo, si potrebbe trovare un giusto compromesso sfruttando per esempio la ciambella di salvataggio rappresentata dagli e-fuel, che la Commissione UE vorrebbe peraltro sottoporre a limiti molto più stringenti del previsto. Tuttavia persistono forti dubbi sulla capacità di produrre i carburanti sintetici su vasta scala e a prezzi competitivi in ottica 2035. Forse avrebbero più chance i biocarburanti su cui sta spingendo fortissimo l’Italia (per ora senza grossi risultati, ma chissà che con una maggioranza diversa a Bruxelles…), anche se a differenza degli e-fuel non garantiscono l’impatto zero sul fronte delle emissioni.

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