La differenza tra perizia legale e cinematica per l’assicurazione auto è fondamentale per ricostruire la dinamica degli incidenti e le responsabilità
Se c’è un terreno di scontro tra le parti è quello dell’assicurazione auto. Più precisamente quello del risarcimento danni ovvero della ricostruzione della dinamica degli incidenti e dunque dell’attribuzione delle responsabilità. Il punto è che i sinistri stradali vanno spesso ben al di là di un piccolo scontro tra auto con modeste conseguenze. Pensiamo ad esempio agli incidenti da cui deriva la morte di una o più persone. Si tratta di circostanze estremamente delicate in cui diventa centrale la ricostruzione dei fatti nel modo più verosimile possibile. Qui entra in gioco la perizia cinematica, da non confondere con la perizia legale. Si tratta di un passaggio tecnico che aiuta a fare luce sulle cause che hanno provocato l’incidente. A disporla è anche il giudice nel contesto di un processo. Nella maggior parte dei casi, il togato si adegua ai risultati della perizia redatta, anche se contraria a quella di parte. Non ci resta allora che approfondire la questione e dunque comprendere le differenze tra perizia legale e cinematica nell’ambito dell’assicurazione auto.
ASSICURAZIONE AUTO: A COSA SERVE LA PERIZIA CINEMATICA
L’utilità della perizia cinematica nell’ambito dell’assicurazione auto va ricercata nella precisione con cui gli esperti ricostruiscono la dinamica di un incidente. Con questa relazione tecnica diventa più semplice stabilire le eventuali responsabilità degli automobilisti coinvolti in un sinistro stradale. Dal punto di vista procedurale, la procura della Repubblica ovvero un giudice incarica un tecnico per la redazione di una perizia cinematica o consulenza tecnica d’ufficio. E lo fa soprattutto nel caso della morte di una persona in un incidente. Ma se questa è la circostanza più comune, anche la compagnia assicurativa può incaricare un esperto per la preparazione di una perizia cinematica. L’obiettivo è comprendere se il risarcimento chiesto dal cliente sia adeguato e legittimo o meno. Infine, a chiedere una perizia cinematica può essere una delle parti processuali coinvolte nel dibattimento. In questo caso, anziché di consulenza tecnica d’ufficio si parla di perizia di parte. In buona sostanza, la perizia cinematica aiuta a comprendere come si è verificato un sinistro e può essere richiesta da più parti coinvolte.
PERIZIA CINEMATICA E ASSICURAZIONE AUTO: COME FUNZIONA
Alla luce dell’importanza assegnata alla perizia cinematica, è certamente interessante comprenderne il funzionamento e come incide sull’assicurazione auto. In premessa ricordiamo come gli esperti incaricati della ricostruzione possono essere anche ingegneri o fisici. Figure con le competenze tecniche in grado di simulare la dinamica di un incidente. Ecco quindi che studiano i punti della collisione, i veicoli coinvolti, il tipo di danni, le tracce sull’asfalto, il luogo dell’incidente e la velocità delle auto. L’eventuale presenza di scatole nere e delle registrazioni di telecamere presenti sul luogo rappresenta un supporto prezioso. Al di là dei rilievi, delle planimetrie e dei verbali delle autorità intervenute dopo il sinistro stradale, hanno rilevanza anche le dichiarazioni dei soggetti coinvolti e le testimonianze di persone che hanno assistito all’incidente. Infine, ma non di minore importanza, i referti medici di persone ferite o decedute sono un altro elemento tenuto in considerazione ai fini della redazione della perizia cinematica.
PERIZIA CINEMATICA E PERIZIA LEGALE: QUAL È LA DIFFERENZA PER L’ASSICURAZIONE AUTO
Resta quindi da capire qual è la differenza tra una perizia cinematica e una perizia legale. In che modo l’una e l’altra incidono nel contesto dell’assicurazione auto ovvero della richiesta e dell’erogazione del risarcimento. Quando si parla di perizia legale si fa riferimento a una memoria difensiva, il cui valore nell’ambito di un processo è certamente più limitato. Ben diverso è il caso della perizia cinematica. Come abbiamo esaminato, il giudice ne dispone la redazione a cura di un tecnico perito. Quest’ultimo è chiamato a svolgere il proprio incarico con la massima diligenza e con onestà. L’articolo 373 del Codice penale mette nero su bianco un principio importante: “Il perito o l’interprete, che, nominato dall’Autorità giudiziaria, dà parere o interpretazioni mendaci, o afferma fatti non conformi al vero“, è punito con la reclusione da due a sei anni. Non solo, ma “la condanna importa, oltre l’interdizione dai pubblici uffici, l’interdizione dalla professione o dall’arte“. Senza dimenticare che le pene sono aumentate “se il fatto è commesso da persona già sottoposta con provvedimento definitivo a misura di prevenzione“.
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