Industria auto: time-to-market -40% per competere, ma la qualità?

Industria auto: time-to-market -40% per competere, ma la qualità?

L’industria automotive progetta strategie e partnership per competere con USA e Cina e accelera ulteriormente sullo sviluppo di nuovi veicoli

 

L’industria automotive progetta strategie e partnership per competere con USA e Cina e accelera ulteriormente sullo sviluppo di nuovi veicoli

19 Giugno 2025 - 09:44

Un’alleanza strategica per restituire competitività e rapidità all’automotive europeo si è attivata sulla scia del Piano d’azione per il settore auto presentato dalla Commissione Europea, accolto con favore dai principali rappresentanti dell’industria: ACEA (Associazione europea dei costruttori di auto), CLEPA (Associazione europea dei fornitori dell’industria automobilistica) e EUCAR (Consiglio europeo per Ricerca e Sviluppo nell’automotive). Il fulcro del progetto è una massiccia accelerazione della filiera di innovazione, con l’ambizioso obiettivo di ridurre del 40% il time-to-market dei nuovi modelli e tecnologie. In un’epoca in cui l’auto sta diventando un prodotto software-centrico, la velocità di sviluppo è diventata una condizione di sopravvivenza, ma non senza rischi.

UN’ALLEANZA EUROPEA PER L’AUTO INTELLIGENTE E SOSTENIBILE

Al centro del piano europeo ci sono due nuove iniziative di ampio respiro: la European Connected and Autonomous Vehicle Alliance, che sarà istituita nel triennio 2025-2027, e un sodalizio dedicato al settore automotive, una vera e propria partnership pubblico-privata su scala continentale. Gli obiettivi di questa alleanza prevedono di:

  • accelerare l’innovazione, riducendo drasticamente i tempi necessari a portare una nuova tecnologia sul mercato;
  • rafforzare la capacità di ricerca e sviluppo, soprattutto nei segmenti chiave come digitalizzazione, SDV (Software Defined Vehicle), connettività e automazione;
  • integrare i principi della sostenibilità lungo tutta la catena del valore, dalla progettazione all’approvvigionamento, fino al riciclo.

L’intenzione è creare un’Europa capace di competere alla pari con Stati Uniti e Cina, soprattutto nell’ambito dei veicoli intelligenti e autonomi. Gli investimenti saranno coordinati a livello comunitario, attraverso un modello di co-finanziamento tra istituzioni e industria, con l’obiettivo di superare l’attuale frammentazione tecnologica.

PERCHÉ IL TIME-TO-MARKET È CRITICO NELL’AUTOMOTIVE?

L’accelerazione del time-to-market è una priorità di questo sodalizio, ma è stato silenziosamente esasperato anche negli ultimi decenni. Oggi, per i costruttori europei, sviluppare un nuovo modello o un’innovazione deve richiedere meno tempo e risorse, in un contesto in cui la concorrenza asiatica è capace di arrivare alla produzione in meno della metà del tempo. La crescente centralità del software nei veicoli – con aggiornamenti over-the-air, funzionalità digitali avanzate e continui upgrade – ha aumentato la complessità tecnica ma anche l’urgenza di rispondere rapidamente alla domanda di mercato. Inoltre, i nuovi veicoli devono rispettare almeno 20 regolamenti comunitari per poter essere omologati.

ADAC: “CLIENTI COLLAUDATORI INCONSAPEVOLI”?

Tuttavia, questo approccio rischia di sacrificare la solidità delle fasi di test e validazione, in particolare nel campo del software. Proprio su questo punto arriva la voce critica dell’ADAC, l’Automobile Club Tedesco. In un recente rapporto, l’associazione ha lanciato un monito chiaro: la rincorsa all’innovazione e la riduzione dei tempi di sviluppo stanno generando un aumento di bug e malfunzionamenti nei software di bordo, in particolare nei nuovi modelli basati su architetture SDV.

Secondo l’ADAC, molte Case automobilistiche rilasciano i veicoli con sistemi non del tutto maturi, confidando nella possibilità di correggere i problemi attraverso aggiornamenti a distanza post-vendita. Il rischio? Che i clienti si trasformino nei veri “beta tester” del sistema, con impatti negativi sull’affidabilità, sulla sicurezza e sulla fiducia del consumatore. Il problema non è solo tecnico, ma anche culturale. Il mondo automotive sta ereditando – forse troppo in fretta – le logiche del software consumer: “rilasciare ora, correggere dopo”. Ma, come sottolinea l’ADAC, un bug in un’app per smartphone non ha le stesse conseguenze di un problema nel sistema di frenata automatica AEB o nella gestione della batteria ad alto voltaggio di un veicolo elettrico.

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