
La Commissione UE si sveglia dal torpore accorgendosi che l'industria dell'auto europea è in piena crisi. L'Italia propone una soluzione per superarla
Alla vicepresidente della Commissione UE con delega alla concorrenza Margrethe Vestager, che ha definito ‘preoccupante‘ la crisi dell’industria automobilistica europea, verrebbe da risponderle “potevate pensarci prima!“, considerando che le scelte non sempre aderenti alla realtà dell’organo esecutivo hanno in parte contribuito alla depressione del comparto. Ma non siamo qui per cercare colpevoli, quanto per capire le soluzioni che si intendono adottare per invertire la rotta. A questo proposito seguiamo con interesse l’iniziativa del governo italiano che insieme alla Repubblica Ceca ha presentato un non-paper sull’automotive europeo, al quale hanno già aderito alcuni Stati, con l’obiettivo tra le altre cose di riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. Ricordiamo che il non-paper è un documento informale che viene fatto circolare in maniera ufficiosa a scopo esplorativo, per tastare il terreno su potenziali accordi senza che chi lo presenta debba pronunciarsi ufficialmente sulle questioni in discussione.
VICEPRESIDENTE UE VESTAGER: “ATTENZIONE E PREOCCUPAZIONE PER L’AUTOMOTIVE”
L’occasione per presentare il non-paper è stata data dalla riunione del Consiglio Competitività a Bruxelles, al termine della quale la vicepresidente Vestager ha pronunciato parole di forte preoccupazione per il futuro del settore automotive nel nostro continente: “L’industria automobilistica europea è di importanza strategica per l’Europa“, ha detto la numero due della Commissione europea, “e sta attraversando una profonda trasformazione mentre la concorrenza globale è sempre più impegnativa. Da parte della Commissione stiamo seguendo la questione con estrema attenzione e con preoccupazione guardando ai recenti sviluppi dell’industria dell’auto e della produzione di batterie in Europa. Per noi è importante che l’UE resti un leader globale a lungo termine in questo settore. Proprio per questo posso confermare che la presidente Von der Leyen, sotto la sua supervisione, riunirà presto tutte le parti interessate attorno a un tavolo strategico per discutere del futuro del comparto“.
MINISTRO URSO: “CRISI AUTOMOTIVE PRIORITÀ DELLA NUOVA COMMISSIONE UE”
Le parole di Vestager hanno ricevuto l’apprezzamento del ministro Adolfo Urso, titolare delle Imprese e del Made in Italy, intervenuto in rappresentanza dell’Italia al Consiglio Competitività per presentare il non-paper sull’automotive. “Come governo italiano siamo particolarmente soddisfatti dell’ampia convergenza di posizioni espressa dai Paesi UE sul nostro documento: la proposta si colloca al centro dell’agenda della Commissione Europea, come sottolineato dalla stessa Vestager che ha confermato l’impegno diretto della presidente Von der Leyen su questo dossier. il tema automotive sarà una delle priorità chiave nei primi 100 giorni della nuova Commissione“.
I PUNTI CARDINE DEL NON-PAPER ITALIANO SULL’AUTOMOTIVE
Il non-paper sul settore dell’automotive europeo promosso da Italia e Repubblica Ceca vede per il momento la firma anche di Austria, Slovacchia, Bulgaria, Polonia, Malta e Romania. Ai firmatari, nel corso del dibattito del Consiglio, si sono aggiunti una serie di interventi da parte di altri Paesi a sostegno della posizione italiana. Il documento si pone essenzialmente tre obiettivi:
- come detto, riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. Termine e target che il non-paper non mette in discussione, ma che ritiene sostenibili e realisticamente raggiungibili solo attraverso una revisione tempestiva del regolamento. Si richiede inoltre di anticipare anche la revisione degli standard di emissione dei veicoli pesanti, attualmente fissata al 2027;
- il documento pone poi l’accento sull’importanza di adottare il principio di neutralità tecnologica, così come auspicato dal Report Draghi, aprendo così la strada a una gamma più ampia di soluzioni per l’alimentazione a basse emissioni dei veicoli, compresi i motori a combustione interna alimentati in modo sostenibile (biocarburanti), che dovrebbero essere presi in considerazione attraverso il corretto utilizzo di propulsori alternativi;
- evidenzia infine come il rallentamento nella diffusione dei veicoli elettrici renda complesso rispettare i primi target intermedi previsti dal regolamento, come quello del 15% di riduzione delle emissioni di Co2 entro il 2025. Una clausola che porterebbe a pesanti sanzioni previste per le aziende non conformi, che potrebbero tradursi in una cifra complessiva tra i 15 e i 17 miliardi di euro nel 2025.