
Il supporto del governo cinese ai veicoli elettrici è stato determinante per l’industria auto che oggi sfida UE e USA. Il rapporto del CSIS
Negli ultimi anni, la Cina ha consolidato la sua posizione di leader nel settore dei veicoli elettrici, un risultato che non sarebbe stato possibile senza un sostanziale supporto del Governo. Un’indagine condotta dal Center for Strategic and International Studies (CSIS) ha rivelato l’entità e la portata degli investimenti del governo cinese nelle Case automobilistiche del paese, evidenziando come queste misure abbiano trasformato l’industria automobilistica nazionale. Ecco come si è sviluppata grazie ai sussidi l’industria automobilistica cinese, ora ai ferri corti con UE e USA.
SUPPORTO POLITICO E FINANZIARIO ALLE CASE AUTO IN CINA
L’indagine del CSIS ha evidenziato che dal 2009 al 2023, il governo cinese ha fornito un supporto finanziario cumulativo di 230,8 miliardi di dollari all’industria dei veicoli elettrici. Questo supporto è stato distribuito attraverso vari strumenti, tra cui sussidi diretti ai consumatori, esenzioni fiscali, investimenti in infrastrutture di ricarica, programmi di ricerca e sviluppo (R&D) e acquisti governativi di veicoli elettrici. Nel dettaglio:
- Sussidi diretti ai consumatori: i sussidi per l’acquisto di EV e l’esenzione dall’imposta sulle vendite del 10% hanno rappresentato la maggior parte degli aiuti.
- Infrastrutture: come finanziamenti per la costruzione di stazioni di ricarica.
- Ricerca e Sviluppo: programmi di R&D per sostenere l’innovazione tecnologica.
- Acquisti governativi: veicoli elettrici ordinati dalle istituzioni pubbliche.
Uno degli elementi chiave di questa strategia è stato il “sistema di doppio credito”, che ha incentivato le Case automobilistiche a incrementare la quota di veicoli elettrici nelle flotte istituzionali. Inoltre, l’accesso facilitato alle targhe per i veicoli elettrici rispetto a quelli con motore a combustione interna ha ulteriormente spinto i consumatori verso l’acquisto di EV.
INVESTIMENTI DEL GOVERNO CINESE NELLE CASE AUTO
L’indagine del CSIS mostra che il sostegno finanziario del governo cinese all’industria dei veicoli elettrici ha visto un aumento significativo nel corso degli anni. Nel periodo iniziale dal 2009 al 2017, il finanziamento annuo medio è stato di circa 6,74 miliardi di dollari. Tuttavia, tra il 2018 e il 2020, questo importo è triplicato, evidenziando l’impegno crescente del governo cinese a sostenere il settore. Dal 2021 in poi, gli investimenti sono aumentati ulteriormente, indicando una strategia a lungo termine per consolidare la leadership cinese nel mercato globale degli EV.
Nel 2022, il governo ha ridotto i sussidi diretti, eliminandoli del tutto a partire dal 2023. Tuttavia, molte amministrazioni locali, tra cui Shanghai, Shenzhen e il distretto di Changping a Pechino, secondo il rapporto, hanno implementato programmi di incentivi per incoraggiare i proprietari di veicoli a combustione interna a passare agli EV. Il rapporto tra gli investimenti e le vendite di veicoli elettrici è sceso da oltre il 40% negli anni precedenti al 2017, a circa l’11% nel 2023. Tra il 2009 e il 2023, circa il 19% di auto elettriche sono state vendute grazie al sostegno del governo, secondo il CSIS.
L’INDUSTRIA CINESE “AMICA” DELLE CASE AUTO OCCIDENTALI
L’indagine del CSIS sottolinea che, nonostante i rischi elevati e la concorrenza agguerrita, il passaggio dai veicoli a combustione interna ai veicoli elettrici in Cina è irreversibile. Alcuni produttori cinesi di auto e batterie sono destinati a diventare protagonisti stabili dell’industria globale, nonostante la Cina stia lavorando a pieno ritmo in sovraproduzione rispetto alla domanda: auto imbarcate e destinate poi ad essere stoccate nei principali porti in Europa.
Solo recentemente i governi occidentali hanno iniziato a considerare gli effetti delle dinamiche di mercato in modo cautelativo. L’imposizione di dazi da parte dell’Unione Europea, è l’esempio più recente, ma ancora prima l’Inflation Reduction Act USA, ha alzato le barriere alla Cina. Ora le Case cinesi sembrerebbero intenzionate a trovare un compromesso, almeno con l’Europa.
Tuttavia non bisogna dimenticare che, in tempi non sospetti, molti Brand storici dell’automobilismo, occidentali e non, sono stati salvati dal fallimento, totalmente comprati o solo in parte, e risollevati da iniezioni di liquidità della Cina. Con quei Brand ha poi iniziato a costruire le fondamenta della temibile industria cinese, temuta – forse – più dall’UE, che dai Costruttori occidentali, i quali temono le ritorsioni della Cina ancora più del rischio di perdere quote di mercato in casa loro (in questo articolo parliamo di tutti i modelli colpi ti dai dazi UE).