Case auto contro il Piano d’azione UE: “Misure troppo timide”

Case auto contro il Piano d’azione UE: “Misure troppo timide”

Le case auto e i produttori di componenti sono delusi dal Piano d'azione UE per il rilancio dell'industria automobilistica europea

6 Marzo 2025 - 11:30

Dopo aver letto il Piano d’azione UE per il rilancio dell’industria automobilistica abbiamo subito scritto che conteneva proposte interessanti ma che su molti temi decisivi era rimasto troppo generico, per non dire fumoso. Le nostre impressioni sono state successivamente avvalorate dal giudizio ancor più autorevole delle associazioni ACEA, che rappresenta le case auto europee, e CLEPA, che riunisce i produttori di componentistica, secondo cui il Piano d’azione, pur presentando spunti positivi, risulta poco ambizioso e non affronta diversi elementi chiave. Critiche al piano anche dalle principali associazione italiane del comparto, come ANFIA e Federauto. Curiosamente insoddisfatti anche gli ambientalisti di Transport & Environment, insomma non è piaciuto proprio a nessuno.

PIANO D’AZIONE UE: ACEA LAMENTA L’ASSENZA DI INIZIATIVE AMBIZIOSE

Nello specifico ACEA, che ha parlato tramite la direttrice generale Sigrid de Vries, ha accolto con favore la svolta pragmatica del Piano d’azione UE “in un contesto di turbolenze del mercato globale“, lamentando però l’assenza di “iniziative ambiziose” per promuovere le infrastrutture, incentivare la domanda e ridurre i costi di produzione. In pratica, secondo l’associazione dei costruttori, la Commissione europea ha sì individuato molti dei settori chiave in cui è necessario un lavoro immediato, ma nonostante le proposte promettenti ha mancato per esempio di dare un impegno esplicito per avviare la revisione degli standard di CO2 nel 2025 con riferimento ai veicoli pesanti. Allo stesso tempo la flessibilità proposta per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nei prossimi anni, a cominciare dalla questione delle multe per le emissioni, viene giudicata “un primo passo positivo verso un approccio più pragmatico dettato dalla realtà geopolitica e di mercato“.

CLEPA: IL PIANO MANCA DI IMPEGNI CONCRETI

Non troppo distante la posizione di CLEPA, che ha sottolineato la mancanza di “impegni concreti” e tramite il segretario generale Benjamin Krieger ha chiesto alla Commissione europea di rompere gli indugi e di adottare la piena neutralità tecnologica come principio fondamentale, assegnando “un ruolo chiaro e duraturo a tecnologie che integrino l’elettrificazione fino al 2035 e oltre“. Krieger ha rimarcato che la posta in gioco è troppo alta e che la forza lavoro e il futuro industriale del settore automobilistico in Europa “dipendono da politiche coraggiose e decisive che vadano oltre la retorica e passino all’azione“.

LE CRITICHE DALL’ITALIA AL PIANO UE PER IL RILANCIO DELL’AUTO

E in Italia come hanno giudicato il Piano d’azione UE per il rilancio dell’industria automobilistica europea? Abbastanza male. Federauto, l’associazione dei concessionari, ha parlato di “sorprendente accanimento terapeutico della Commissione nei confronti dei veicoli elettrici, nonostante gli evidenti segnali di scarso appeal che emergono dal mercato reale e i drammatici effetti su industria e lavoro già manifestatisi“. Per il presidente Massimo Artusi il piano si limita ad aggiungere generici indirizzi a supporto di una sola tecnologia, l’elettrica, “che continua a essere la meno attrattiva per il mercato“, definendolo in sintesi “l’ennesima occasione perduta“.

Anche ANFIA ha espresso un giudizio fortemente negativo sul piano, dichiarando che “la Commissione europea ha partorito un topolino” e che non si può nemmeno chiamare Piano d’azione un documento in cui mancano “l’indicazione di date certe e azioni concrete rispetto a molte tematiche sollecitate“. Unica nota positiva gli stimoli allo sviluppo dei veicoli connessi e a guida autonoma e dei Software defined vehicle.

Come dicevamo all’inizio, il Piano d’azione non è piaciuto alle case auto, non è piaciuto ai fornitori e, per ironia della sorte, è stato accolto con sfavore perfino dagli ambientalisti. L’influente associazione europea per la mobilità sostenibile, T&E, lo ha definito “una grande concessione all’industria automobilistica europea, avvisando inoltre che la decisione di concedere due anni in più alle case per adeguarsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2025 “mette a repentaglio il principale stimolo a recuperare terreno nella corsa all’elettrificazione“.

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