
L'ACEA si oppone a nuove PTI: costi elevati e nessun impatto sulla sicurezza stradale dimostrato dagli studi recenti
Il processo di revisione auto nei vari Paesi dell’Unione europea, segue protocolli e metodologie molto diverse, come abbiamo raccontato nel 3° Aftermarket Report di SICURAUTO.it. Da tempo, infatti è allo studio una nuova direttiva per l’armonizzazione delle procedure e tenga conto con la definizione di nuovi PTI (Ispezioni Tecniche Periodiche) anche delle tecnologie ADAS di cui sono dotati i veicoli circolanti e dell’elettrificazione, che comporta la conoscenza dei rischi relativi alla presenza di batterie ad alta tensione per gli Ispettori tecnici. Ma l’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili (ACEA) ha espresso la propria ferma opposizione all’introduzione di nuovi requisiti nell’ambito delle revisioni dei veicoli. Secondo l’ACEA, le modifiche proposte non garantirebbero un miglioramento della sicurezza stradale, ma graverebbero inutilmente sull’industria automobilistica con costi aggiuntivi significativi.
L’IMPATTO DEI DIFETTI TECNICI SUGLI INCIDENTI IN UNO STUDIO
I dati riportati dall’ACEA sostengono la tesi che oltre il 99% degli incidenti mortali su strada in Germania sono dovuti a fattori umani o ambientali, mentre meno dell’1% è attribuibile a difetti tecnici dei veicoli. Tra questi ultimi, i problemi agli pneumatici rappresentano la causa più comune, ma l’incidenza resta comunque marginale rispetto al quadro complessivo della sicurezza stradale. E’ anche vero però che in Italia viene bocciato solo lo 0,2% di auto alla revisione periodica, mentre in Germania oltre il 20%.
Un recente studio condotto dall’istituto di ricerca tedesco FKA conferma questa evidenza, sottolineando che l’imposizione di ulteriori controlli tecnici non si tradurrebbe in una riduzione significativa degli incidenti. Alla luce di tali dati, ACEA sollecita le istituzioni europee a valutare con estrema cautela eventuali modifiche al regime delle revisioni periodiche di cui abbiamo parlato con CITA nel 4° Aftermarket Report. Clicca sull’immagine per vederla a tutta larghezza.
I COSTI AGGIUNTIVI E L’IMPATTO SUL SETTORE AUTOMOTIVE SECONDO L’ACEA
L’ACEA sostiene che l’eventuale introduzione di nuovi test nell’ambito delle PTI comporterebbe costi aggiuntivi considerevoli per i costruttori di veicoli, in un periodo già critico per l’industria automobilistica. Il settore sta affrontando sfide senza precedenti legate alla transizione verso la mobilità elettrica, alla carenza di materie prime e alla necessità di conformarsi a normative ambientali sempre più stringenti. “Ogni nuovo requisito di test dei veicoli dovrebbe essere gestito secondo la legislazione sull’omologazione, non secondo le normative PTI”, sostiene l’ACEA in un comunicato.
ACEA: RENDERE PIU’ EFFICIENTI E ARMONIZZATE LE REVISIONI IN EUROPA
L’Associazione ricorda che “i produttori di veicoli già forniscono dati estesi per i requisiti PTI in conformità con la legislazione UE (Regolamento 2019/621/UE). Tuttavia, tali dati non vengono adeguatamente utilizzati dagli organismi preposti ai controlli tecnici, rendendo inefficace l’attuale sistema di ispezione. Piuttosto che introdurre nuovi test, sarebbe più opportuno ottimizzare l’uso delle informazioni già disponibili per rendere le revisioni più efficienti ed efficaci.”
Inoltre, l’armonizzazione delle procedure PTI a livello europeo favorirebbe una maggiore conformità normativa e una più efficiente condivisione dei dati, evitando duplicazioni di test e riducendo i costi per l’intero settore.