
La sostenibilità e l’elettrificazione dell’industria Automotive raccontata da 2 realtà industriali ANFIA: Liqui Moly e Metelli
L’elettrificazione del parco veicoli sta assumendo forme sempre più diversificate e in continua evoluzione, riflettendo l’impegno dell’industria automobilistica nell’adattarsi a nuove tecnologie e normative ambientali. I livelli di elettrificazione spaziano dai veicoli totalmente elettrici (BEV) agli ibridi leggeri (MHEV), passando per gli ibridi “completi” (HEV) finendo con gli ibridi plug-in (PHEV) . Questa varietà richiede un ripensamento significativo dei processi produttivi e degli investimenti in nuove tecnologie da parte delle aziende automotive, che devono sviluppare componenti specifici per ciascun tipo di elettrificazione.
Inoltre, il passaggio da sistemi a 12V a quelli a 48V è un esempio di come l’industria stia affrontando sfide trasversali, indipendentemente dal tipo di motore, spingendo verso una maggiore efficienza energetica e una riduzione delle emissioni. Le aziende ANFIA, comprese quelle fornitrici di componentistica originale (OE) e aftermarket (IAM), sono fortemente coinvolte in questo processo di trasformazione, evidenziando la necessità di competenze avanzate e di investimenti mirati per sostenere la transizione verso una mobilità più sostenibile. Per raccontarvi da vicino questo cambiamento, abbiamo coinvolto due associate ANFIA, a cui abbiamo posto le nostre domande: Liqui Moly e Metelli che ci hanno raccontato le loro rispettive visioni in questo approfondimento che fa parte del 4° Aftermarket Report di SICURAUTO.it “Connettività, Elettrificazione, SERMI e Sostenibilità: quali soluzioni concrete per l’Aftermarket del futuro?”.
METELLI
Risponde: Piergiorgio Metelli, CEO FriTech (Metelli Group),
Dopo quanto tempo dal lancio sul mercato di una nuova auto sono disponibili i ricambi equivalenti che producete e quali fattori tecnici, di licenza o mercato, entrano in gioco?
“Cerchiamo di acquistare il ricambio originale il prima possibile dal lancio della nuova auto e da lì parte il reverse engineering. Se l’articolo è adattabile con quanto abbiamo già a catalogo, viene semplicemente aggiunta l’applicazione (anche solo 1-2 mesi). Per i prodotti di consumo (es. pastiglie freno) l’obiettivo è di rendere disponibile a catalogo l’articolo entro pochi mesi, massimo 1 anno. Per i prodotti non di consumo, si valutano gli investimenti necessari e viene stilata una lista di priorità partendo dai prodotti con maggior consumo potenziale in base al circolante (da 6 mesi a qualche anno)”.
Quanto sono state impattate (in positivo o negativo) dalla transizione ecologica le vostre famiglie prodotto? Ci fate degli esempi in % relativamente agli ultimi 5 anni?
“Es.1: per ridurre le emissioni di CO2 le pompe acqua sono evolute dalle tradizionali soluzioni meccaniche (sempre funzionanti) a soluzioni azionabili elettricamente o magneticamente (funzionanti all’occorrenza); ad oggi rappresentano qualche punto percentuali delle nostre vendite;
Es.2: dalle pastiglie freno sono stati tolti materiali potenzialmente dannosi alla salute (es. rame); l’intera produzione è oggi copper-free”;
Avete sviluppato dei componenti specifici per auto Ibride / elettriche o state pensando di farlo?
“Abbiamo sviluppato delle mescole specifiche di pastiglie freno per veicoli elettrici, vista l’esigenza di essere particolarmente confortevoli (silenziose) durante la guida. Abbiamo anche sviluppato pompe acqua specifiche per il raffreddamento delle batterie”.
Per quanti Brand e Modelli elettrici e ibridi avete sviluppato le pompe acqua di raffreddamento batteria?
“Pompe acqua ausiliarie per Fiat 500 Elettrica, VW ID.3 e ID.4”.
Per quanti Brand e Modelli ICE-FHEV le pompe acqua elettriche e magnetiche?
“Abbiamo sviluppato pompe acqua elettriche per motori BMW 2.5 e 3.0 benzina, Mercedes 2.0 benzina, Volvo 2.0 benzina, Toyota 1.8 Hybrid.
Le pompe acqua azionabili pneumaticamente sono state sviluppate per VW/Audi 1.2 TFSi e Mercedes 2.0 diesel.
Le pompe acqua azionabili elettricamente sono state sviluppate per Jaguar-Land Rover 2.0 diesel e 3.0 diesel.
Le pompe acqua con puleggia elettromagnetiche sono state sviluppate per VW/Audi 1.4 TFSi e per Renault Truck e Volvo Truck”
L’architettura elettrica delle auto in futuro passerà da 12 V a 48 V, pensate che questo cambiamento riguardi anche voi e come vi state preparando a questa nuova esigenza di fornitura?
“Il cambiamento principale sta nella transizione dall’endotermico all’elettrico; un po’ meno il passaggio da 12 V a 48 V”.
Quali sono le iniziative che avete intrapreso in ottica di sostenibilità nell’ambito, o meno, della Responsabilità Estesa del Produttore?
“Emaneremo il primo bilancio di sostenibilità quest’anno, ma ci stiamo preparando da qualche anno, attraverso l’assunzione di risorse interne che si occupano di ESG in aggiunta a consulenti esterni”.
LIQUI MOLY
Risponde: Michele Barbirati, CEO Liqui Moly Italia
Quanto sono state impattate (in positivo o negativo) dalla transizione ecologica le vostre famiglie prodotto? Ci fate degli esempi in % relativamente agli ultimi 5 anni?
“Considerando il parco circolante italiano ed europeo e l’ampia offerta prodotti non abbiamo subito impatti negativi in termini numerici anzi, grazie alla continua attività del reparto R&D per l’adeguamento alle richieste dei costruttori di autoveicoli e la conseguente introduzione sul mercato di nuovi prodotti in linea con l’evoluzione tecnologica motoristica ci ha permesso di crescere ed acquisire quote di mercato.”
Avete sviluppato dei prodotti specifici per auto Ibride / elettriche o state pensando di farlo?
“Sì, abbiamo sviluppato e abbiamo già disponibili sul mercato diverse linee di prodotti specifici. Per quanto riguarda le auto ibride, abbiamo introdotto ed iniziato a commercializzare lubrificanti per motori con viscosità 0W8 e 0W16 richieste specificatamente da diversi produttori asiatici così come è stata implementata l’offerta di lubrificanti per motori con viscosità 0W20 nel rispetto delle approvazioni motoristiche della maggior parte dei costruttori europei oltre a specifici fluidi refrigeranti e oli per trasmissione.
Per quanto riguarda i veicoli completamente elettrici siamo in grado di fornire due diversi tipi di lubrificanti per trasmissioni: Top Tec EV 510 e Top Tec EV 520.
Un fluido freni EV Dot 5.1 con caratteristiche di bassa conducibilità elettrica ed alto punto di ebollizione, in quanto l’impianto frenante dei veicoli ibridi ed elettrici deve sopportare carichi significativamente maggiori rispetto ai motori a combustione convenzionali. L’auto elettrica porta con sé molto peso aggiuntivo; i freni stessi sono messi a dura prova dalla potenza di accelerazione significativamente più elevata e, in caso di emergenza, devono arrestare in modo affidabile un peso elevato in condizioni di calore estremo.
Per questo motivo è stato creato il refrigerante per batterie EV 200 con tecnologia OAT a bassa conducibilità elettrica e il refrigerante per celle batterie Fuel Cell Coolant FCF20 che combina una conducibilità elettrica molto bassa e una dissipazione ottimale del calore con un’eccellente compatibilità con i materiali e un’eccellente protezione dalla corrosione e stabilità all’invecchiamento.”
Con i vostri prodotti quanto si può rendere ecologicamente più sostenibile e pulito il parco circolante attuale?
“Pensiamo ad esempio alle emissioni di motori di auto molto datate e che hanno percorso molti km, in termini di PMx, NOx, CO, SOx, HC, etc. L’utilizzo degli additivi dei quali siamo produttori da decenni è comprovato che contribuisce a mantenere in efficienza il sistema di alimentazione, di aspirazione e il circuito lubrificante, mantenendo ottimali i valori di emissioni allo scarico e quindi il contenimento degli inquinanti. Anche le vetture più moderne necessitano di una accurata manutenzione per mantenere prestazioni, consumi ed emissioni per cui ad esempio abbiamo sviluppato l’additivo Hybrid Additive per le moderne auto a benzina ibride.
L’additivo ibrido Hybrid Additive stabilizza il carburante evitandone l’invecchiamento protegge dall’ossidazione, dalla corrosione e da eventuali depositi resinosi e mantiene pulito il sistema di alimentazione.”
Se avete effettuato dei test dei prodotti, potete condividere i risultati con degli esempi concreti di miglioramento dei valori di emissione?
“Esistono test eseguiti da laboratori indipendenti che dimostrano l’efficacia della pulizia ad esempio delle valvole di aspirazione di un motore termico grazie all’utilizzo di additivi. Si sa, un motore pulito consuma ed inquina di meno. Gli additivi contribuiscono a far sì che i motori brucino il carburante in modo pulito, emettano meno sostanze inquinanti e durino più a lungo. Sono utili per prevenire o per risolvere eventuali problemi. LIQUI MOLY sviluppa, testa e produce tutti i propri additivi a nei laboratori ad Ulm. Un test condotto con la società di trasporto locale SWU Verkehrs, ha dimostrato che grazie agli additivi Liqui Moly i costi operativi di 7 autobus su una percorrenza complessiva di 440 mila km sono diminuiti di circa 100 mila euro, attraverso il risparmio di 128 mila litri di gasolio in 1 anno e 335 mila tonnellate di CO2 in meno l’anno.”
Quali sono le iniziative che avete intrapreso in ottica di sostenibilità nell’ambito, o meno, della Responsabilità Estesa del Produttore?
“LIQUI MOLY ha investito 8 milioni di euro nella nuova produzione di additivi. Di questi, 3,4 milioni di euro sono stati destinati al completamento del nuovo edificio. I costi per i tre nuovi impianti di riempimento ammontano a 3,1 milioni di euro. Per la tecnologia di movimentazione e i robot di imballaggio si contano 1,4 milioni di euro. L’installazione e la messa in funzione di questi impianti sarà completata nel corso del prossimo anno.
Questi investimenti sono un impegno aziendale forte per la casa madre che in questo modo crea anche, in nuovi posti di lavoro, dando alle persone una prospettiva a lungo termine. L’automatizzazione dei processi ha un impatto sui lavoratori, ma diverso da quanto si potrebbe pensare: l’introduzione di nuovi macchinari non significa ridurre il personale, ma aggiungere dei posti di lavoro anche in altri settori, perché aumenta la produzione. E migliorano anche le condizioni di lavoro.”