Volkswagen investe nei comandi vocali: 180 milioni alla startup Mobvoi

Volkswagen investe nei comandi vocali: 180 milioni alla startup Mobvoi I comandi vocali e l'AI sono il futuro e così Volkswagen investe 180 milioni di dollari in Mobvoi

I comandi vocali e l'AI sono il futuro e così Volkswagen investe 180 milioni di dollari in Mobvoi, startup cinese fondata da due ex di Google

7 Aprile 2017 - 10:04

Il digitale ha cambiato il corso di intere aziende, permettendo per esempio ai marchi dell'elettronica di consumo, come Panasonic e Sony, di competere con i classici nomi delle fotocamere quali Nikon, Canon e Olympus. Le competenze nell'ottica però non s'improvvisano ed ecco perché Panasonic ha acquistato il glorioso marchio Leica usandolo per i suoi obiettivi. Esiste un parziale parallelo con l'automotive: l'innesto dell'Hi-tech nei veicoli ha richiesto alle Case di acquisire competenze che spesso non hanno in-house (un'eccezione è Tesla con il suo Autopilot arrivato alla versione 2): ecco il perché di tante alleanze con aziende all'avanguardia come la startup cinese Mobvoi, che riceverà 180 milioni di dollari da Volkswagen.

VOCE, LA NUOVA FRONTIERA Il parallelo indicato più sopra è, come detto, parziale perché le competenze nell'ottica c'erano già mentre quelle Hi-tech destinate all'automotive sono piuttosto nuove. Meglio, molto nuovo è il loro travaso sui veicoli: i comandi vocali, per esempio, sono diffusi da anni nell'informatica e nei dispositivi mobili ma inserirli affidabilmente in un ambiente critico come l'abitacolo di un'auto è infatti impresa non da poco. È per questo che il Gruppo Volkswagen ha deciso un importante investimento nella startup specializzata Mobvoi. La nascita dell'Azienda risale al 2012 e si deve a 2 ricercatori provenienti da Google, Li Zhifei e Mike Lei che hanno creato Mobvoi per sviluppare e applicare la tecnologia di riconoscimento vocale (i comandi vocali vanno studiati bene perché possono distrarre il guidatore) e l'elaborazione del linguaggio parlato nella lingua cinese.

ACCESSORI “SMART” Volkswagen ha visto in Mobvoi un'interessante prospettiva per sviluppare applicazioni automotive basate sulle tecnologie di riconoscimento vocale e di elaborazione del linguaggio naturale. Il Gruppo tedesco intende impiantare una joint venture 50-50 con Mobvoi. Il costruttore cinese ha attualmente in produzione una piccola gamma di accessori e smartwear “intelligenti”.

Il nome del retrovisore è Ticmirror, un dispositivo che incorpora navigazione satellitare con ricerca dei punti di interesse, videocamera anteriore con registratore, instant messaging e infotainment, tutto controllabile con messaggi vocali (leggi che Ford pensa ad un controllo vocale che coccola il guidatore). Lo smartwatch Ticwatch 2 con Android unisce un vetro zaffiro a materiali ceramici in un design di scuola nordica molto pulito. Il suo successo in Cina è dovuto alla ricerca attivabile con comandi vocali e ad una pratica “striscia” touch per lo scrolling. Non manca poi la app Ticauto, un assistente alla guida con messaggi vocali. La joint venture svilupperà prodotti per molti modelli del gruppo Volkswagen ed i 2 partner ritengono che le loro tecnologie saranno attraenti per tutta l'industria automobilistica, prevedendo di fornirle anche ad altri marchi.

FONDI TRASVERSALI Mobvoi, nota anche con l'impronunciabile nome cinese di Chumenwenwen, è diventata un partner strategico per Android Wear nel 2015, fornendo capacità di riconoscimento e di sintesi della lingua cinese che sono incorporate nei sistemi operativi “indossabili”. Fra i suoi investitori, oltre a Google, ci sono Sequoia Capital, gli angel investor icinesi Zhen Fund, SIG Asia Investment e un'azienda tecnologica rimasta anonima che, insieme agli altri, ha raccolto circa 70 milioni di dollari.

Il recentissimo contributo di Volkswagen, pari a 180 milioni, ha consentito a Mobvoi di annunciare che la sua raccolta totale è arrivata ad un quarto di miliardo di dollari. Xu Xiaoping, fondatore del Zhen Fund, è euforico: “Mi sento orgoglioso per l'investimento di Volkswagen. Cinque anni fa, Li Zhifei ha lasciato la sua posizione di ricercatore in Google per tornare in Cina e avviare la sua azienda. Anche se non ho capito bene quello che stava facendo, ho compreso il suo sogno e la sua determinazione. Un investitore americano si era ritirato improvvisamente io mi sono sostituito a lui”. Li Zhifei ha dichiarato: “Siamo onorati di questa partnership strategica con Volkswagen, un colosso dell'automotive sempre attento alle nuove tecnologie e con un grande spirito pionieristico. La missione di Mobvoi è sempre stata la definizione dell interazione uomo-macchina di prossima generazione e questa joint venture ci forniranno una nuova piattaforma sulla quale farla. Mobvoi continuerà a sviluppare tecnologie di intelligenza artificiale all'avanguardia e siamo ansiosi di portare offrire un'esperienza utente senza precedenti”.I grandi gruppi cinesi stanno imboccando con decisione la via dell'Hi-tech: Alibaba ha investito in WayRay, che produce display olografici per le auto, e in Banma Technologies, una startup che lavora con il costruttore SAIC Motor per portare Internet nelle automobili (leggi di Alibaba che collabora con SAIC per la prima smartcar). Non possiamo poi non citare Tencent, gruppo con molti interessi (è anche il gestore di WeChat) che recentemente ha acquistato il 5% per cento di Tesla (sapevi che Tencent ha investito anche in Future Mobility? Ne avevamo parlato a proposito del futuro design delle BMW).

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