Toyota investe nel suo Connected: il futuro dell'auto è nei Big Data

Connected, il centro di elaborazione dei Big Data di Toyota in Texas, compie un anno e cresce in fretta: i dipendenti raddoppieranno

 
Toyota investe nel suo Connected: il futuro dell'auto è nei Big Data Connected

Connected, il centro di elaborazione dei Big Data di Toyota in Texas, compie un anno e cresce in fretta: i dipendenti raddoppieranno

28 Aprile 2017 - 04:04

Quanto sta cambiando l'automotive lo si può capire dai mutamenti negli impianti di produzione: il “metallo” (nel senso di materiali fisici) non ha più il monopolio perché affiancato prepotentemente dai bit, ossia dalle informazioni. I data center, fino a qualche anno fa, servivano in estrema sintesi per la raccolta dati e gestione dei processi interni (produttivi, amministrativi) e per sapere cosa succedeva nella rete commerciale e di assistenza. Fra la produzione di un veicolo e la sua prima visita ad un Service ufficiale c'era quindi un periodo di silenzio ma le cose oggi sono molto cambiate: le auto connesse sono… ciarliere! Questa loquacità è continua e genera così tanti dati da indurre le Case alla creazione di centri di Data Science (leggi degli accordi di Hyundai per il futuro dell'auto connessa), in un chiacchiericcio che ha spinto Toyota a ingrandire il suo data center Connected, nel Texas.

MOLTE INFORMAZIONI, PIÙ DIPENDENTI La notizia è semplice ma importante: Toyota Connected, il centro globale di Data Science della Casa giapponese, aumenterà il numero dei suoi dipendenti e la superficie dei suoi uffici, sistemati nei pressi della sua nuova sede nordamericana a Plano, nel Texas.

Toyota Connected ha infatti annunciato che ora prevede di impiegare a regime circa 200 esperti di analisi dei dati, ingegneri, sviluppatori di software e altre figure professionali, un cambiamento rispetto ai piani iniziali che parlavano di impiegare circa 100 unità. Finora ha assunto circa 55 persone allo scadere del primo anno di attività, iniziata nell'aprile del 2016.

ANCHE GLI UFFICI CRESCONO Anche la divisione Toyota Motor Corporation sta crescendo, aggiungendo altri 1.250 metri quadrati alla sua nuova sede di Plano, a nord di Dallas, che già ha una superficie di 1.860 metri quadrati. Gli uffici del data hub sono adiacenti alla nuova sede di Toyota North America, che dovrebbe essere finita per quest'estate. Toyota Connected è stato creato nell'aprile dello scorso anno per “espandere significativamente le capacità di Toyota nei settori del Vehicle Data Science, del Machine Learning e dello sviluppo dei servizi basati sui dati contestuali destinati a tutte le operazioni globali di Toyota”. Toyota Connected ha già iniziato a sviluppare una piattaforma di mobilità basata su cloud (leggi di Microsoft che sblocca i suoi brevetti e dà a Toyota le licenze dei suoi brevetti) che consentirà di offrire servizi quali il ride-sharing, il car-sharing, la consegna a distanza, il leasing flessibile e altro ancora. Ricordiamo che è dal 2011 che Microsoft e Toyota hanno stretto accordi per i servizi telematici.

INTERESSE PER I DATI Entusiasmo per le prospettive di Toyota Connected è stato espresso dal CEO, Zack Hicks: “L'interesse e la domanda per poter usare i nostri Big Data per creare nuovi prodotti e servizi è stata incredibile. Durante lo scorso anno ci siamo ingranditi per riuscire ad offrire queste nuove opportunità, che influenzeranno in modo significativo il modo in cui i consumatori interagiscono con i veicoli”.

È interessante ricordare le parole dello stesso Hicks, all'epoca responsabile dell'informazione e vicepresidente di Toyota Motor North America, all'inizio dei lavori, giusto un anno fa: “Toyota Connected aiuterà i nostri clienti a liberarsi dalla 'tirannia' della tecnologia. Dai servizi telematici che apprendono dalle tue abitudini e preferenze alle assicurazioni basate sull'utilizzo effettivo fino alle reti di veicoli connessi, che possono condividere le condizioni delle strade e le informazioni sul traffico, il nostro obiettivo è quello di fornire servizi che rendano la vita più facile”. La raccolta e la gestione dei dati sono importantissime e redditizie ma pongono stringenti questioni nel campo della sicurezza e della privacy: è per queste che, ad esempio, Volkswagen ha fiutato il business delle auto smart e “blindate”.

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