Tenta di difendersi da solo in tribunale: multato

Tenta di difendersi da solo in tribunale: multato La Corte di Cassazione ha multato un cittadino messinese che aveva deciso di difendersi da solo in tribunale contestando una multa per violazione del codice stradale

La Corte di Cassazione ha multato un cittadino messinese che aveva deciso di difendersi da solo in tribunale contestando una multa per violazione del codice stradale

13 Giugno 2011 - 05:06

Un automobilista messinese, colpevole di una violazione del codice della strada, ha deciso di fare a meno degli avvocati e di fare ricorso da solo contro una contravvenzione. I giudici della cassazione, però, con una sentenza del 10 novembre 2010 registrata il 9 giugno scoeso, l'hanno condannato a una sanzione pecuniaria di 600 euro nonostante la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo permetta ai cittadini la difesa “fai da te”.

AVVOCATO IMPROVVISATO – L'uomo ha proposto ricorso ad una multa contestatagli per violazione del Codice della Strada senza richiedere il patrocinio di un avvocato. Per fare ciò ha invocato le disposizioni dell'articolo 6 della CEDU, che parla di processo equo, stabilendo che ogni accusato ha diritto di “difendersi personalmente oppure di ricorrere all'assistenza di un difensore di sua scelta e, se non ha i mezzi per retribuire un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d'ufficio, quando lo esigono gli interessi della giustizia”. Inoltre, anche l'articolo 24 della costituzione italiana sembra venirgli incontro quando afferma che “tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”.

CASSAZIONE SOVRANA – Nonostante la norma costituzionale ed europea, la Corte di Cassazione ha condannato il cittadino ad una multa di 600 euro, di cui 400 di spese processuali, perché nonostante le argomentazioni dell'imputato siano vere, essa dice che “il ricorso, proposto avverso sentenza di appello relativa, ad opposizione a verbale di contestazione di violazione del codice della strada è sottoscritto personalmente dalla parte, la quale non si è munita del patrocinio di un avvocato iscritto ad apposito albo, come invece impone l'articolo 82 del codice di procedura civile”. In questo modo la Cassazione ha espresso la propria sovranità di giudizio, riservandosi di decidere volta per volta quali siano i casi in cui è necessaria o meno la presenza in aula di un legale. E soprattutto, ha indirettamente tutelato il mestiere dell'avvocato.

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2 Commenti

bene
13:23, 11 Luglio 2013

ma come caxxo è possibile che un tribunale italiano ( che fino a prova contraria fa parte dell'unione europea ) si pronunci , condannando un cittadino che vuole difendersi da solo … ma insomma , neanche nell'Unione Sovietica di Stalin accadevo ciò …..

Jean
15:19, 10 Giugno 2015

VERGOGNA, in questo caso i giudici sono stati i tutelanti della professione dell'avvocato…e non quella del cittadino che hai il DIRITTO se lo desidera di difendersi da se ! lo dicono le leggi ! anche questi “giudici” sono stati “normalizzati”…..

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