Smart: futuro cinese? Secondo il Financial Times entro metà aprile Daimler dovrebbe confermare l’accordo con la cinese Geely per la cessione del 50% di Smart

Smart: futuro cinese?

Secondo il Financial Times entro metà aprile Daimler dovrebbe confermare l’accordo con la cinese Geely per la cessione del 50% di Smart

 

Secondo il Financial Times entro metà aprile Daimler dovrebbe confermare l’accordo con la cinese Geely per la cessione del 50% di Smart

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27 Marzo 2019 - 02:03

Era nell’aria già da qualche tempo: dopo le prime indiscrezioni lanciate dal quotidiano tedesco Handelsblatt, che aveva anticipato le probabili scelte del gruppo Daimler riguardo al marchio Smart con vendita o chiusura dell’attività entro la fine dell’anno, il Financial Times riporta la notizia del probabile accordo con la cinese Geely. Quest’ultima, già proprietaria di Volvo, Lotus e maggior azionista del gruppo Daimler del quale detiene il 9,7%, è in trattativa per l’acquisto del 50% delle quote del marchio Smart. Operazione che potrebbe essere annunciata prima del Salone dell’automobile di Shangai (18-25 aprile). Aggiornamento del 1 aprile 2019 in calce.

TROPPI TREND NEGATIVI

Pur essendo il prodotto di più larga diffusione dell’universo Daimler, Il marchio Smart, fondato nel 1996, non è mai riuscito a contribuire in maniera netta in termini di vendite e profitti. Anzi, considerando le stime effettuate da molti analisti del settore auto, in circa due decadi non è mai riuscito a generare utili, portando addirittura perdite di circa 500-700 milioni di euro all’anno. Anche le vendite stanno seguendo un trend negativo. Se si considera il mercato U.S., ad esempio, si è passati da circa 24.622 unità vendute nel 2008 (primo anno di commercializzazione nel continente americano) alle sole 1.276 del 2018. Nel mercato europeo, le vendite si sono attestate a 97.346 unità l’anno scorso, che incidono però solo per il 5% nelle vendite della casa della Stella.

CAMBIO AI VERTICI

L’imminente cambiamento in testa al gruppo Daimler sicuramente può giocare a favore della scelta di cedere metà delle quote Smart. Dopo 13 anni Dieter Zetsche, che aveva sempre puntato e sostenuto Smart, nel settore delle micro/city-car, si appresta a lasciare il posto di amministratore delegato a Ola Kallenius, più scettico sul progetto Smart e con un orientamento ancora più deciso verso l’elettrificazione. I piani per il futuro di Smart sono in parte già definiti visto che il passaggio definitivo all’elettrico è già in essere e sarà concretizzato entro la fine di quest’anno quando dall’attuale gamma spariranno del tutto le versioni con motore endotermico. La cosa avrebbe buon gioco sul mercato cinese, già oggi primo per un numero di veicoli alla spina circolanti.

SMART FOREASE+, UNO SGUARDO AL FUTURO PROSSIMO

La storia del brand proseguirà dunque in modalità elettrica e per fare da preambolo alla prossima generazione, Smart ha presentato al Salone di Ginevra appena concluso la Forease+. Nessuna rivoluzione né stilistica né tecnica, unica differenza con la precedente concept Forease, presentata al Salone di Parigi 2018 per festeggiare i 20 anni del marchio, è la presenza del tetto. La capote di tela è infatti pensata per essere rimossa velocemente e sottolinea lo stile semplice e compatto della city car-elettrica, in cui non sono previsti né i finestrini né il lunotto posteriore.

UFFICIALE, IL FUTURO DI SMART E’ IN CINA

Daimler e Geely hanno ufficializzato l’accordo al 50% su Smart. Se dal 2020 le Smart vendute saranno tutte elettriche (a parte le km0), dal 2022 il futuro della Smart sarà totalmente diverso e globale. I prossimi modelli di Smart infatti saranno progettati da Mercedes-Benz Design e saranno ingegnerizzati (e costruiti) in Cina. Gli impegni dei due partner Daimler e Geely distribuiscono così le quote al 50% del brand Smart. L’accordo dovrebbe essere formalizzato entro fine 2019 quando la fabbrica cinese di Geely Holding inizierà a programmare la produzione delle Smart elettriche. Un’indiscrezione interessante deriva dalla probabilità che il Sub brand Smart elettriche possa ampliarsi oltre il segmento delle citycar verso quello delle utilitarie più spaziose.

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