Keyless Entry Renault: la chiave elettronica compie 20 anni Ecco com’è nata ed è stata sviluppata l’idea della Card elettronica Keyless Entry Renault

Keyless Entry Renault: la chiave elettronica compie 20 anni

Ecco com’è nata ed è stata sviluppata l’idea della Card elettronica Keyless Entry Renault, il sistema più diffuso negli ultimi 20 anni

21 Dicembre 2021 - 09:12

La card Keyless Entry introdotta da Renault è una delle innovazioni oggi più diffuse anche tra auto di marche diverse. A distanza di 20 anni dal suo debutto, Renault racconta com’è nata l’idea e le difficoltà superate durante lo sviluppo di una delle più comode innovazioni auto di utilizzo quotidiano.

KEYLESS ENTRY RENAULT: COME NACQUE L’IDEA

“Inizialmente era considerata un gadget degno di James Bond” afferma Renault. In realtà poi la card Keyless Entry è stata progressivamente adottata dai costruttori di Brand diversi ed oggi è un equipaggiamento di serie su molte auto anche del mercato di massa e non esclusivamente di alta gamma. “Quest’innovazione è stata creata per facilitare la vita dei clienti”, spiega il gruppo. Tutto ha avuto inizio nel 2001 quando Renault commercializza Laguna II a cui gli ingegneri Renault apportano delle migliorie innovative e distintive del brand. Renault racconta che poco prima del lancio sul mercato, Bernard Dumondel, Capo Prodotto responsabile di Laguna II, soggiorna in un albergo in Lussemburgo.

LA LAGUNA II, PRIMA RENAULT CON KEYLESS – ENTRY

Utilizzando la chiave elettronica della camera ha l’intuizione di sostituire la chiave dell’auto con una card. Così è nato il concept di card Keyless-Entry. Bernard presenta il primo prototipo dell’idea al Direttore di Programma, ottenendo anche l’appoggio della Direzione Generale del Gruppo, il progetto è approvato e si passa a depositare il brevetto. La Renault Laguna II diventa così ufficialmente il primo modello di un Brand generalista equipaggiato con card Keyless-entry. Negli anni successivi, Renault ha reso la card più affidabile, equipaggiando altri modelli della gamma Renault:

– Espace;

– Vel Satis;

– Clio;

– Mégane;

– Scénic.

KEYLESS-ENTRY RENAULT: LE SFIDE DEGLI INGEGNERI

Il funzionamento del sistema keyless entry come quello Renault è molto semplice per l’utente perché ha ricevuto numerosi miglioramenti nel tempo. Quando ci si avvicina all’auto, la card è rilevata dai ricettori-emettitori fuori e dentro l’auto. Quando interrogata dall’auto, la card emette un segnale radio che contiene un codice di accesso. Se il codice è riconosciuto dall’auto, si aprono le serrature. Il tutto avviene in appena 80 millisecondi, spiega Renault. Prima di arrivare a questo, il team di sviluppo ha affrontato diversi ostacoli, per rendere affidabile e resistente la card nell’utilizzo quotidiano:

– Garantire l’impermeabilizzazione della card Keyless-entry. Molti utenti avevano la tendenza a dimenticarla nella tasca dei pantaloni o della giacca e messa in lavatrice;

– Aumentare la solidità dell’involucro per gli utilizzatori che mettono la card nella tasca posteriore dei pantaloni e poi, per distrazione, ci si siedono sopra;

– Disattivare, tramite il computer di bordo, lo sblocco porte quando ci si avvicina al veicolo. Lavare l’auto poteva diventare un vero calvario per chi teneva la card addosso. Girando intorno al veicolo, finiva per continuare ad aprire e chiudere le porte involontariamente;

– Nascondere una chiave di accensione nel dispositivo. Per evitare i malfunzionamenti e gli inconvenienti delle pile scariche, Renault ha nascosto una chiave di accensione nel dispositivo per sbloccare le porte manualmente;

– Proporre fino a 4 chiavi personalizzate per veicolo. Ognuna mantiene in memoria i parametri personalizzati del conducente associato (settaggi dell’autoradio, posizione del sedile, climatizzatore, ecc.);

– Accorciare i tempi in officina. Affinché il cliente guadagni tempo durante le diagnosi del veicolo in officina, la card Keyless-entry memorizza i dati dell’auto: il numero di serie, i dati di immatricolazione, del proprietario, gli equipaggiamenti, km e pressione pneumatici, diventando così una specie di “passaporto del veicolo”.

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