Sciopero benzinai 6 febbraio: i distributori si fermano anche in autostrada

Sciopero benzinai 6 febbraio: i distributori si fermano anche in autostrada I gestori delle pompe di benzina annunciano lo sciopero per protestare contro rimborsi e fatturazione elettronica

I gestori delle pompe di benzina annunciano lo sciopero per protestare contro rimborsi e fatturazione elettronica

25 Gennaio 2019 - 11:01

Braccia incrociate il prossimo 6 febbraio 2019 per i benzinai sulla rete stradale e autostradale che hanno annunciato le prime 24 ore di sciopero contro la cancellazione dei rimborsi collegati ai pagamenti con le carte di credito. La mobilitazione dei distributori che in passato erano stati tranquillizzati dal vicepremier Di Maio, verte anche sull'obbligo della fatturazione elettronica. Vediamo nel dettaglio perché i gestori delle pompe di benzina sono nuovamente sul piede di guerra contro il Ministero dell'Economia e delle Finanze.

IL MOTIVO DELLO SCIOPERO Il malcontento dei benzinai, sfociato poi nello sciopero annunciato da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, è legato al dietrofront del Governo sull'impegno dell'esecutivo precedente (ufficializzato con la Finanziaria 2018) di consentire il recupero del peso fiscale maggiorato dalle commissioni bancarie in aumento attraverso il credito d'imposta a favore dei gestori. La voce unificata dei sindacati ritiene l'inversione a U “del tutto ingiustificata ma anche gravissima, perché pretende di cancellare arbitrariamente un atto politico pubblico frutto di un equilibrio motivato, attraverso espedienti tecnici unilaterali sottoforma di circolari ed emendamenti nascosti nel mucchio di quelli collegati alla conversione del Decreto semplificazioni”.

QUANTO CI GUADAGNANO BANCHE E STATO I sindacati impugnano il provvedimento sul credito d'imposta che “Dopo oltre 15 anni di trattative – il Governo precedente aveva finalmente approvato in termini di credito d'imposta a favore dei gestori, riconoscendo il maggiore livello di commissioni bancarie collegate alle transazioni con carte di credito, subito in ragione dello straordinario peso fiscale che grava sul prezzo dei carburanti”. E continuano “al prezzo medio attuale della benzina (circa 1,5 euro al litro), ogni 100 euro di commissioni che il sistema bancario pretende dal gestore, 66,59 euro sono generati dal tributo incassato dall'Erario, vale a dire proprio dal Mef che quindi più di qualunque altro soggetto dovrebbe sostenere e prudentemente difendere tale provvedimento”.

FATTURAZIONE ELETTRONICA: IL DIKTAT DAL 1 FEBBRAIO Anche sul fronte della fatturazione elettronica è caos e non riguarda solamente i benzinai, ma anche altre attività per le quali su richiesta del consumatore della fatturazione elettronica il cliente sarebbe stato invitato a tornate a un orario preciso, avrebbe trovato il disappunto dell'esercente o addirittura pare sia stata chiesta una somma extra per la fatturazione elettronica. Comportamenti che trasudano le difficoltà di gestori e commercianti ad allinearsi e forse si cullano anche sul fatto che per i primi 6 mesi di rodaggio lo Stato chiuderà un occhio. I benzinai dal canto loro hanno già annunciato che dal 1 febbraio 2019 le fatture elettroniche per l'acquisto di carburante saranno emesse solo con pagamento anticipato tramite bonifico o assegno circolare.

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