Richiamo Dieselgate a gocce: solo 50 mila auto riparate. Per VW la KBA è inflessibile

50 mila automobili "risanate" sul totale di 8,5 milioni, goccia nel mare delle difficoltà di Volkswagen. KBA ha bloccato anche il fix della Passat

 
Richiamo Dieselgate a gocce: solo 50 mila auto riparate. Per VW la KBA è inflessibile 50 mila automobili "risanate" sul totale di 8

50 mila automobili "risanate" sul totale di 8,5 milioni, goccia nel mare delle difficoltà di Volkswagen. KBA ha bloccato anche il fix della Passat

1 Giugno 2016 - 03:06

Il richiamo Volkswagen continua ad essere costellato di difficoltà: non solo i numeri in gioco sono milionari ma le soluzioni proposte stanno lasciando tiepidi gli Enti di controllo. L'intero processo fa quindi progressi molto lenti e le 50 mila auto già riparate sono ancora troppo poche in confronto ai milioni ancora da risanare, per un richiamo che era sembrato da subito di portata così grande che forse non lo si sarebbe riuscito a completare (leggi come pensavamo, già a dicembre, che per aggiornare tutte le auto ci sarebbero voluti anni).

ORDINI DI GRANDEZZA Decine di migliaia contro 8,5 milioni: è questa la proporzione fra i richiami già fatti e quelli ancora da fare per risanare le auto protagoniste della versione europea del Dieselgate. Oggi possiamo fare una specie di punto della situazione, partendo dalle parole di Fred Kappler, Direttore vendite del gruppo di Wolfsburg. Kappler ha infatti riferito che i concessionari hanno riparato soltanto 50.000 automobili con il motore diesel in tutta l'Europa dall'inizio dell'anno, aggiungendo anche la considerazione che un “numero imprecisato di veicoli non sarebbe stato riparato fino al prossimo anno”. L'esponente di Volkswagen ha inoltre aggiunto di aspettarsi che “l'Ente regolatore KBA approvi la nostra proposta di correzione per la berlina Passat nelle prossime settimane. Stiamo discutendo intensamente con KBA, che ha già approvat le correzioni per la Golf, e le Audi A4 e A5. Siamo abbastanza ottimisti riguardo l'ottenere altre approvazioni nelle prossime settimane”.

MODIFICHE LENTE, ANZI, FERME Volkswagen ha iniziato il richiamo europeo nel mese di gennaio, con il pick-up Amarok (VW esultava per le prestazioni dei motori risanati), per riportare i motori truccati alle norme di omologazione. Successivamente, a febbraio, VW ha comunicato che gli aggiornamenti software delle sue auto equipaggiate con i TDI da 1,2, 1,6 e 2,0 litri, insieme alle eventuali modifiche dell'hardware, sarebbero state completati entro la fine dell'anno per circa un terzo delle 8,5 milioni di auto interessate (leggi la lettera di richiami per i clienti italiani di Volkswagen). Nel mese di aprile VW aveva iniziato il richiamo di 15.000 Golf TDI 2 litri Blue Motion in Europa (leggi di come fosse arrivato il turno delle Golf 2.0 TDI). La grande ondata del richiamo di circa 160.000 Passat si è invece arenata a marzo e una fonte interna di Volkswagen avrebbe detto come KBA fosse preoccupata perché la correzione proposta potrebbe aumentare il consumo di carburante della berlina: si stanno quindi concretizzando i dubbi dell'Esperto sul fatto che le auto del Gruppo VW riescano a mantenere le stesse prestazioni dopo il richiamo? Sarebbe un fatto molto grave. Un'altra considerazione interessante ci è stata suggerita proprio dall'ingegner Pellegrini: che fine faranno le circa 40 mila auto Euro 5 (delle quali circa 2.000 in Italia) la cui vendita è stata bloccata? Dal primo settembre esse non potranno più essere vendute perché da tale data saranno ammesse soltanto le Euro 6: occorrerebbe aggiornarle e venderle prima di quella data, altrimenti esse sarebbero “perse” (almeno per il mercato europeo) perché crediamo che nessun intervento potrebbe renderle compatibili con la normativa di quella classe di emissioni.

BILANCI APPESANTITI Volkswagen ha un gran bisogno di recuperare credibilità e aveva sperato che un rapido completamento delle riparazioni nella “sua” Europa potesse catalizzare l'uscita dalla grande crisi ma questo percorso a singhiozzo non l'aiuta di certo nel suo intento. Proprio in questi giorni il Direttore finanziario di Volkswagen Frank Witter ha ammesso che la crisi scatenata dalle emissioni diesel rendeva “irrealistico supporre” che il marchio core del gruppo, Volkswagen, potesse raggiungere il suo obiettivo di avere un margine del 6 % entro il 2018, un target fissato in precedenza. I risultati finanziari, esposti in ritardo proprio per la crisi, hanno evidenziato che il marchio Volkswagen ha registrato un risultato operativo in calo dell'85% (prima delle voci straordinarie), schiacciato a soli 73 milioni di euro nei primi tre mesi del 2016; i margini operativi scesi a +0,3 % rendono impossibile arrivare all'obiettivo del + 2% fissato per l'anno. Dato che si fa di necessità virtù, Witter ha detto che la bassa redditività del brand VW era un problema già prima dello scandalo: i margini di Audi sono scesi al 9,0% (erano al 9,7%), ed è sempre un bell'andare, mentre quelli di Porsche sono saliti dal 15,1 al 16,6%. “Volkswagen per molto tempo non è stata profittevole quanto avrebbe potuto. La situazione è sul radar ed è una delle più alte priorità nell'organizzazione”. In effetti il Gruppo Volkswagen è sotto pressione per riuscire a usare la crisi scatenata dal defeat device come un catalizzatore per le riforme e questo vale in particolare per VW, che nel 2015 ha rappresentato la metà delle entrate del Gruppo ma ha contribuito solo per il 16% al risultato di gestione.

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