RadioTaxi a Napoli sotto inchiesta: l'Antitrust indaga su 4 imprese
Il Garante della concorrenza indaga su 4 imprese di RadioTaxi a Napoli: con un'intesa illecita avrebbero impedito l'utilizzo di nuove App ai tassisti
Il Garante della concorrenza indaga su 4 imprese di RadioTaxi a Napoli: con un'intesa illecita avrebbero impedito l'utilizzo di nuove App ai tassisti
Dopo Roma, Milano e Torino, anche le cooperative di RadioTaxi a Napoli finiscono sotto i riflettori dell'Antitrust. L'Autorità Garante ha infatti aperto un'inchiesta su una possibile intesa che avrebbe tutte le caratteristiche per poter materializzare un muro anticoncorrenziale contro altri operatori. I taxi, continuano a marcare il territorio e lo fanno nonostante le sentenze contrarie alle clausole vessatorie nei confronti degli associati. A Napoli sono 4 le imprese, su cui l'Antitrust ha aperto un'istruttoria, che gestiscono l'80% dei tassisti. Ecco i dettagli della vicenda.
I RADIOTAXI SOTTO INDAGINE Dopo aver messo KO gli NCC con il beneplacito del Governo, i Taxi tornano a far parlare di pratiche poco trasparenti o ai limiti della condotta leale. Cambia la città, cmabiano le cooperative di RadioTaxi ma non le motivazioni che hanno spinto l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ad aprire un fascicolo nei confronti di Consortaxi, Taxi Napoli S.r.l., Radio Taxi Partenope S.c. a r.l. e Desa Radiotaxi S.r.l. semplificata (nota sul mercato come “La570”), come riporta il bollettino dell'Antitrust.
LE PARTI COINVOLTE A NAPOLI L'istruttoria dell'Antitrust è partita dopo le denunce di My Taxi, l'app di Daimler, che attraverso una piattaforma online permette ai Taxi di raccogliere corse anche se non provengono da chiamate della propria impresa. E al gigante tedesco si è associata anche DigiTaxi S.r.l., che analogamente a Mytaxi gestisce le chiamate taxi dei Comuni di Napoli e Sorrento e nell'isola di Ischia, tramite l'applicazione per smartphone. Secondo le aziende denuncianti, le imprese di RadioTaxi avrebbero messo su un “cartrello”, un accordo per evitare l'ingresso di nuovi operatori su Napoli, formalizzando un strategia comune atta ad impedire ai propri tassisti di utilizzare altre piattaforme aperte di chiamata Taxi.
LE CLAUSOLE INTIMIDATORIE Secondo quanto riporta un comunicato stampa dell'Antitrust, le presunte vessazioni e paletti, sarebbero state manifestate ai tassisti in diverse modalità. Il 22 novembre 2018 la centrale taxi di Consortaxi avrebbe inviato ai propri tassisti aderenti sul terminale installato sui taxi il seguente messaggio: “Si comunica ai signori Colleghi che non è consentito avere altre applicazioni che non sono inerenti alla Radiotaxi in quanto non riconosciute dal vigente regolamento comunale”. Taxi Napoli e La 570 avrebbero invece comunicato verbalmente ai tassisti l'impossibilità di utilizzare contemporaneamente i servizi del radiotaxi e della piattaforma Mytaxi, pena la disdetta del contratto di servizio. L'effetto di queste intimidazioni, come nelle altre città, ha difatti limitato ad appena l'1% il numero di tassisti iscritti alla piattaforma MyTaxi a fine 2018. Ora spetterà all'Antitrust fare luce sulla vicenda e imporre eventuali provvedimenti, che dovrebbero già seguire la linea di apertura alle piattaforme mobile.