"Pilota senza ali?: il nuovo libro di Siegfried Stohr

"Pilota senza ali?: il nuovo libro di Siegfried Stohr Siegfried Stohr ex pilota

Siegfried Stohr ex pilota, psicologo e istruttore di guida descrive in modo inedito e coinvolgente la sua Formula1 nel nuovo libro presentato a Roma

19 Dicembre 2016 - 11:12

Raramente nell'ambiente delle competizioni e della Formula 1 in particolare, capita di incontrare piloti fuori dagli schemi, anticonformisti, non amanti del mondo dorato e artefatto dei team di alto livello, degli sponsor munifici, delle mega-hospitality. Siegfried Stohr è uno dei pochi appartenenti a questa sparuta categoria in via di estinzione che abbiamo conosciuto per i suoi corsi di Guida Sicura e di Drifting della scuola GuidarePilotare, scopri qui come comportarsi nelle situazioni di emergenza più frequenti e inaspettate. Pilota e psicologo, Stohr racconta il mondo delle corse automobilistiche da una prospettiva assolutamente inedita, distaccata ed al tempo stesso estremamente coinvolgente, come fa nel suo nuovo libro “Pilota senza ali – Quella non era la 'mia' Formula Uno”, edito da Fucina di Milano, che ha presentato alla stampa a Roma presso la sede centrale dell'ACI. Ecco la nostra esperienza e un'anticipazione del libro.

PILOTI ANNI '50 Nell'introduzione del suo libro Stohr confessa che la molla che lo ha spinto a scrivere “Pilota senza ali” è stata la lettura delle storie sportive e umane, tutte concluse tragicamente, dei campioni della Scuderia Ferrari degli anni '50: Castellotti, Musso, De Portago, Collins, Hawthorn, vicende mirabilmente descritte da Luca Delli Carri nel suo volume “Gli Indisciplinati” (ed. Fucina Milano). Quelli erano veri piloti, secondo Stohr.”Questo libro si è sviluppato in un mese, poi quotidianamente con l'aggiunta di piccole riflessioni, piccoli affreschi di ricordi. Ogni giorno un fatto apparentemente banale della mia vita ne faceva tornare alla memoria uno della mia carriera di pilota, o quello di un collega” spiega oggi l'autore. “Arrivato in Formula Uno, pensai che era fatta” scrive Stohr “ma dentro di me dissi che ci avrei corso solo tre anni, non di più. Chissà perché. Tre anni? Forse avevo già capito che quella non era la mia Formula Uno. Era la F.1 degli altri. E io rimpiangevo l'ambiente caldo e amichevole delle corse che mi avevano portato fino a lì. Così oggi penso che in Formula Uno non ho mai corso: ci sono solo stato. Ma da qualche parte della griglia, quell'anno, c'ero anch'io”.

CHI E' SIEGFRIED STOHR Siegfried WernerStohr, nato a Rimini, il 10 Ottobre 1952, da padre tedesco e madre italiana, dal 1969 al 1971 ha fatto parte della nazionale italiana ai campionati europei e mondiali di kart. A 24 anni ha debuttato alla guida di una monoposto diventando campione italiano di Formula Italia e di Formula 3 rispettivamente nel 1977 e nel 1978 per poi passare in Formula 2 vincendo a Pergusa il Gran Premio di Enna del 1980. Nel 1981 ha partecipato al Campionato Mondiale di Formula Uno alla guida di una Arrows ottenendo come miglior risultato un settimo posto al Gran Premio d'Olanda. Laureatosi in psicologia all'Università di Padova, dopo il ritiro dalle competizioni ha praticato alpinismo e gestisce presso l'autodromo di Misano la scuola di guida sicura Guidare Pilotare che è stata una delle prime in assoluto in Italia ed è una delle più importanti in Europa. Le sue competenze in psicologia gli hanno permesso di sviluppare un metodo di guida sicura che promuove anche una guida improntata sull'equilibrio mentale. E' già autore di diversi libri: “La mia Formula Uno”, “Per andare più forte”, “Dove soffia sempre il vento – Come diventare piloti di Formula Uno”, “La guida sicura – Tecnica, psicologia e filosofia della guida”, “Guido Ergo Sum”.

LA LEGGE DEGLI SPONSOR Il debutto in F1 avviene dalla F3 e dalla F2 dove si è rivelato veloce e vincente (campione italiano di F3 nel 1978), nonostante avesse come avversari campioni del calibro di Prost, Piquet, Pironi, De Angelis, De Cesaris, Fabi, e tanti altri bei “manici”. Ma egli capisce subito che, in quegli anni, l'ambiente della F1 era tutt'altra cosa: dominavano gli sponsor, si curava l'immagine e i comportamenti anche fuori dalle gare. Jackie Oliver patron dell'Arrows nel 1981 dopo un test andato bene gli offre un ingaggio da 100 mila sterline, ” una montagna di soldi. Ma la cosa avrebbe funzionato se la Beta Utensili fosse passata dal mio team di F2 al loro. Funzionò”. Racconta Stohr che dovette tagliarsi i capelli, buttare i suoi jeans strappati e comprarsi una borsa di pelle per il casco.

MOTORI STANCHI Ma non c'è mai stato feeling con la sua Arrows arancione “Non era la mia macchina. Mi era estranea, e col tempo quasi ostile. Lei non mi amava e io non la conoscevo bene” ricorda Siegfried. Ma la Arrows è un team con la coperta corta e al GP del Sud Africa dell'81 dopo il ritiro per cedimento del motore il suo meccanico gli confida che quel V8 Cosworth aveva vinto un campionato mondiale con Fittipaldi…ma nel '74. Gli aneddoti, i ricordi e le testimonianze di Stohr  si susseguono incalzanti e coinvolgenti seguendo lo svolgere dei Gran Premi del mondiale F1 1981, l'unico a cui ha partecipato. Ma non vi possiamo raccontare tutto, leggendo il libro sarete sorpresi di scoprire un personaggio unico e genuino, assai diverso dai piloti robot di oggi. Un volume che non può mancare nelle librerie personali degli appassionati del motorsport.

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