Omicidio stradale: i Comuni hanno paura della responsabilità penale

Omicidio stradale: i Comuni hanno paura della responsabilità penale Responsabili come chi uccide al volante: Comuni e Province non ci stanno

Responsabili come chi uccide al volante: Comuni e Province non ci stanno, ma intanto latitano sulla manutenzione stradale con i proventi delle multe

15 Giugno 2016 - 07:06

Il nuovo reato di omicidio stradale (introdotto il 25 marzo 2016, vedi qui) ha nel mirino soprattutto gli automobilisti: la pena va da 5 a 10 anni di carcere se la morte è provocata da una persona con oltre 0,8 grammi di alcol per litro di sangue, ma non oltre a 1,5 g/l (ebbrezza media) o per guida pericolosa; velocità uguale o superiore al doppio di quella consentita, con un minimo di 70 km/h, in centro urbano; oppure superiore di almeno 50 km/h sulle strade extraurbane; inversione di marcia in prossimità di dossi, intersezioni o curve; attraversamento di intersezioni con semaforo rosso; circolazione contromano; sorpasso in corrispondenza di strisce pedonali o linea continua. Invece, oltre 1,5 g/l (ebbrezza grave), la pena va da 8 a 12 anni. Tuttavia, c'è un secondo aspetto, che SicurAUTO.it ha evidenziato sin da subito, come potete leggere qui: la responsabilità dei gestori delle strade.

LA LETTERA DI FASSINO Infatti, Piero Fassino, presidente Anci (Associazione Comuni), e Achille Variati, presidente Upi (Unione Province), scrivono ad Angelino Alfano, ministro dell'Interno, chiedendo che un punto preciso venga aggiunto all'ordine del giorno della Conferenza Stato-Città. Si tratta di questo: il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha emanato la circolare 300/a/2251/16, con la quale si procede a fornire chiarimenti rispetto all'ambito applicativo della nuova disciplina, e delle relative modifiche al Codice Penale e al Codice della Strada. All'interno della circolare, viene indicata la responsabilità di reato anche di chi non conduce il veicolo, bensì di chi ha posto in essere comportamenti omissivi rispetto alla sicurezza stradale in termini di manutenzione e costruzione delle strade (e dei veicoli). Ossia dei gestori delle strade quali Comuni e Province.

TEMA DA APPROFONDIRE Di fatto, gli enti locali proprietari della rete stradale sono direttamente coinvolti nel reato di omicidio stradale. “Nel merito, stante la assoluta delicatezza del tema, riteniamo necessario che in sede di Conferenza Stato Città venga approfondito tale tema, che coinvolge direttamente funzionari ed amministratori degli enti locali”, concludono Fassino e Variati. La paura, detto in parole semplici, è che in caso di incidente mortale venisse causato da una buca su un strada in gestione di un ente locale, in capo a questo ci sarebbe una parte della responsabilità penale dell'evento (ecco un esempio qui). E con tutti i crateri sulle nostre strade, le probabilità che questo si verifichi sono tutt'altro che basse. Per non parlare della segnaletica orizzontale, disegnata malissimo sull'asfalto (parliamo della manutenzione in generale, come denunciato da noi): strisce pedonali, linea continua, e altro, che sono protagoniste dell'omicidio stradale, come vi abbiamo spiegato in apertura.

E I PROVENTI DELLE MULTE? Se la manutenzione delle strade fosse costante, i gestori non avrebbero proprio nulla da temere in seguito all'introduzione del reato di omicidio stradale. Evidentemente, la situazione va migliorata parecchio. Chissà che questo reato non sia una spinta decisiva a investire il denaro, inclusi i proventi delle multe, nel miglioramento dell'asfalto. A tale proposito, va anche evidenziato che tutti i proventi dei verbali per eccesso di velocità rilevato da autovelox posti dai Comuni su strade extraurbane (di Province, Regioni e Stato) restano nelle mani dei Comuni stessi. Esiste dal 2010 una legge che obbliga a “spartire la torta” con gli enti proprietari delle strade, al fine di migliorarle, ma manca un decreto che renda la norma effettiva (trovate qui il link). Alla fine, i Comuni temono la responsabilità per gli incidenti e di certo non spingono affinché quel decreto venga emanato, nel frattempo tenendo nelle proprie casse tutti i quattrini. Quando si dice “voler vincere facile”.

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