E-fuel preferiti ai Bio carburanti: cosa significa per l’Italia?

E-fuel preferiti ai Bio carburanti: cosa significa per l’Italia?

La Germania si separa dalla cordata anti Ban e dall’Italia e vince la sua lotta per gli e-fuel: l’industria automotive tedesca è in vantaggio

27 Marzo 2023 - 11:36

La Germania mette a segno la sua vittoria nello scontro con la Commissione europea sul divieto di vendere auto nuove benzina e diesel dal 2035. Le auto con motore a combustione si potranno continuare a vendere se funzioneranno esclusivamente con e-fuel, in cui l’industria tedesca ha investito molto negli ultimi anni. I biocarburanti su cui conta l’Italia sono stati esclusi dalla deroga e la loro produzione di cui l’Italia va fiera è ora destinata ai trasporti meno elettrificabili.

LA GERMANIA CORRE IN SOLITARIA E FA APPROVARE GLI E-FUEL

Come avevamo anticipato in diretta dal #FORUMAutoMotive, attraverso le dichiarazioni del ministro Gilberto Pichetto, l’Italia ha puntato molto sui bio carburanti per tutelare la filiera industriale dal divieto di vendere auto ICE dal 2035. Tra i Paesi che si sono opposti al Ban delle auto benzina e diesel dal 2035, la Germania è riuscita a convincere la Commissione europea ad inserire gli e-fuel, i cosiddetti carburanti di origine sintetica, nel testo che norma le emissioni di CO2 dalle automobili. Il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, aveva anticipato che dopo il 2035 i motori endotermici non sarebbero spariti. E qualche giorno dopo ha pubblicamente annunciato l’accordo della Commissione UE con la Germania su Twitter (sotto), che chiude la porta all’Italia sui biocarburanti.

PRODUZIONE DI BIOCARBURANTI IN ITALIA: A COSA SERVIRANNO SENZA L’ACCORDO UE?

Le auto ICE alimentate esclusivamente con e-fuel sono salve, manca solo l’ufficialità delle norme che definiscono questa nuova categoria di veicoli carbon neutral al pari delle auto elettriche. Il Governo italiano auspica in un ravvedimento della Commissione europea, considerando che l’Italia è tra i maggiori Paesi che hanno sviluppato una filiera produttiva di biocarburanti. Il biogas e il biodiesel a partire da biomasse (prevalentemente scarti di origine vegetale e animale), ma anche numerosi progetti di ricerca sul bioetanolo da scarti industriali come le vinacce. In Italia è ENI capofila della produzione di biocarburanti presso le bioraffinerie a Venezia e Gela dove sono state sviluppate tecnologie proprietarie per la produzione di biocarburanti da materie prime non in competizione con la filiera alimentare. Da queste raffinerie sono prodotti biodiesel, bio nafta, bio GPL e bio jet fuel. Biocarburanti che secondo l’indirizzo della Commissione europea dovranno essere destinati principalmente ai settori dove l’elettrificazione non è implementabile in larga scala (aeromobili, trasporto marittimo, etc.).

E-FUEL: LA GERMANIA HA FORTI INTERESSI SULLA BENZINA SINTETICA

Con l’apertura della Commissione europea agli e-fuel, la Germania avrà una posizione di netto vantaggio se si pensa che gran parte degli investimenti provengono prevalentemente dall’industria automotive tedesca. Tra i principali membri dell’e-fuel Alliance ci sono Porsche, Mahle, Siemens, ZF, Bosch e molti altri che hanno investito nel primo impianto pilota per la produzione di benzina sintetica in Cile. La neutralità climatica dei carburanti sintetici durante l’utilizzo sarebbe tuttavia ancora da verificare, secondo un’indagine di Transport & Environment che attribuisce emissioni addirittura superiori a quelle dei carburanti tradizionali. I dubbi più diffusi sugli e-fuel, tralasciando la neutralità politica dell’apertura della Commissione europea, riguardano prevalentemente il costo elevato di produzione della benzina sintetica a fronte di un aumento di pochi centesimi per i biocarburanti rispetto a quelli tradizionali.

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