Dieselgate: incubo finito? Tutto sull'accordo VW-USA per le auto 2.0 TDI

Dieselgate: incubo finito? Tutto sull'accordo VW-USA per le auto 2.0 TDI Altri dettagli sull'accordo fra Volkswagen e il Governo USA: indennizzo o buyback delle auto diesel perché il richiamo non è arrivato in tempo utile

Altri dettagli sull'accordo fra Volkswagen e il Governo USA: indennizzo o buyback delle auto diesel perché il richiamo non è arrivato in tempo utile

22 Aprile 2016 - 02:04

Le cose del Dieselgate si stanno muovendo ma la soluzione è di là da venire e Volkswagen è ancora sotto accusa. I dettagli dell'accordo raggiunto ieri (leggi dei rimborsi di 5.000 dollari per ogni cliente) dimostrano infatti che varie difficoltà sono ancora sulla strada del colosso tedesco.

CONCILIARE L'INCONCILIABILE? Le cifre sul piatto le conosciamo già: si tratta di gestire la grana di quasi 500.000 automobili Volkswagen, vendute negli USA ed equipaggiate con i motori diesel TDI 2 litri dotati del famigerato defeat device, quel software fraudolento destinato a “pulire” il motore durante i test di omologazione per lasciarlo poi libero di inquinare oltre i limiti una volta su strada. Ricorderete come i rimedi proposti da Volkswagen, considerate efficaci per il pick-up Amarok, si siano bloccati anche in Europa per la Passat, che non ha la soluzione facile. Il discorso è ancor più spinoso al di là dell'Atlantico: il termine del 21 aprile imposto a Volkswagen dalle Autorità USA è infatti trascorso senza un richiamo accettato dagli enti regolatori (doveva infatti abbattere le emissioni e lasciare invariate le prestazioni) ed è stata perciò intrapresa la via dell'accordo. Ricordando la domanda che SicurAUTO.it si era posta già a settembre – dopo l'aggiornamento le auto del gruppo VW manterranno le stesse prestazioni? – possiamo concludere che se fosse stato facile coniugare pulizia e prestazioni lo si sarebbe già fatto.

ACCORDO CON VISTA (SUL TRIBUNALE) La soluzione raggiunta prevederebbe il pagamento di 5.000 dollari ad ognuno dei proprietari delle auto coinvolte ed un eventuale buyback (riacquisto) di determinsati veicoli. Questi sono i termini comunicati per l'accordo preliminare raggiunto ieri ma Volkswagen dovrà anche creare un fondo di risanamento ambientale per compensare le emissioni dei veicoli taroccati. Il giudice distrettuale Charles Breyer ha dato alla società tempo fino al 21 giugno per dettagliare la proposta alla corte, la stessa che sta supervisionando il consolidamento di più di 500 cause legali presentate contro Volkswagen (leggi come negli USA sia partita una Class Action contro VW). L'ipotesi di accordo riguarda i circa 480.000 veicoli diesel equipaggiati con il 2 litri TDI. La questione delle 85.000 auto – in maggioranza Volkswagen e Audi ma ci sono anche le Cayenne – dotate dei TDI V6 da 3 litri (avevamo dato a novembre la notizia che Volkswagen aveva barato anche sul TDI 3 litri) è invece ancora in discussione. Dalle notizie di ieri è emerso anche che chi ha un'auto in leasing può annullare il contratto di locazione e restituire il veicolo a Volkswagen. Un'udienza sulla liquidazione, che avrà bisogno dell'approvazione della Corte, è prevista per il 26 luglio e i consumatori non dovranno prendere una decisione fino a quando non avranno la possibilità valutare pienamente tutti i dettagli.

GRANE DI TUTTI I TIPI ll giudice Charles Breyer, il cui fratello Stephen è giudice della Corte Suprema, ha messo in chiaro già in marzo che se nessuna soluzione fosse stata offerta in questa settimana, avrebbe preso in considerazione la richiesta delle parti civili di impostare un processo quest'estate. Breyer si è dichiarato “estremamente soddisfatto” per i progressi compiuti finora e che vede “lo slancio definitivo” per risolvere il caso. Dal canto loro le parti – i rappresentanti di Volkswagen, i querelanti e le agenzie governative hanno detto in tribunale che sostengono l'ipotesi di accordo. A brindare meno sono i dealer, che hanno costose giacenze di auto invendibili e hanno vsto le vendite crollare; alcuni hanno citato in giudizio Volkswagen, sostenendo che li abbia defraudati. Dello stesso avviso è la Federal Trade Commission (l'Antitrust statunitense) che ha citato Volkswagen per pubblicità ingannevole dopo che per anni ha promosso i suoi modelli diesel come veicoli ecologici e parchi nei consumi. Ma anche il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, l'EPA e il California Air Resources Board si sono mossi contro Volkswagen. 

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