Semafori spenti e strade per pedoni e ciclisti: l’esperimento a Bruxelles Bruxelles si trasforma sempre più in una Shared Zone: cosa cambierà con l’esperimento dei semafori spenti e delle strade riservate a pedoni e ciclisti

Semafori spenti e strade per pedoni e ciclisti: l’esperimento a Bruxelles

Bruxelles si trasforma sempre più in una Shared Zone: cosa cambierà con l’esperimento dei semafori spenti e delle strade riservate a pedoni e ciclisti

28 Aprile 2020 - 09:04

Le Shared Zone nelle metropoli d’Europa si stanno diffondendo sempre di più e l’annuncio del sindaco di Bruxelles è un chiaro segnale di svolta per una mobilità condivisa e sicura. Semafori spenti e strade per pedoni e ciclisti sono l’esperimento che parte a Bruxelles. Ecco come e cosa cambierà dal 2021 per le auto nelle Shared Zone e gli spazi condivisi tra veicoli, pedoni e ciclisti in città.

SEMAFORI SPENTI E STRADE CONDIVISE: L’ESPERIMENTO A BRUXELLES

La visione futuristica dei centri città sempre più verdi e ritrasformati in luoghi da vivere non è poi così lontana dall’attualità. Bruxelles e Anversa hanno già imposto limiti alla circolazione di veicoli inquinanti, ma l’esperimento a Bruxelles punta a trasformare la città in un’ampia zona verde pedonale. L’annuncio del sindaco di Bruxelles riprende a grandi linee il principio delle Shared Zone. Quella che è stata definita la “Vélorution” ha obiettivi meno stringenti.

– auto, bus e Tram all’interno dell’anello ciclabile dovranno rispettare il limite di 20 km/h;
pedoni e ciclisti avranno sempre la precedenza anche ai semafori (che saranno lampeggianti).

LIMITE A 30 KM/H A BRUXELLES DAL 2021

Se l’esperimento dei semafori spenti dovesse funzionare, dal 2021, tutta la città di Bruxelles potrebbe diventare una zona 30. Dal 1 gennaio 2021 infatti è prevista l’introduzione del limite a 30 km/h anche al di fuori dell’anello ciclabile, escludendo evidentemente solo le arterie principali e le autostrade. L’anello ciclabile è un progetto che Bruxelles porta avanti da alcuni anni e che entra nel vivo dal 2020. Disincentivare l’utilizzo delle auto riservando strade per pedoni e ciclisti è ciò che prima di Bruxelles ha fatto anche San Francisco (California) in una delle sue strade principali. L’idea del sindaco Philippe Close è diventata argomento di dibattito politico: si teme che piuttosto che ridurre il traffico, il centro di Bruxelles possa congestionarsi ulteriormente. E poi c’è da considerare anche il fatto che i semafori spenti lampeggianti (e tutte le altre situazioni in cui non si può applicare il segnale sonoro) non sono percepiti dai pedoni non vedenti.

COS’E’ UNA STRADA CONDIVISA O “SHARED ZONE”

Nonostante tutto, la diffusione delle Shared Zone, potrebbe essere una soluzione alla coesistenza sicura di veicoli, pedoni e ciclisti nei centri città. In queste strade condivise non ci sono marciapiedi o carreggiate a delimitare gli spazi, perché la guida dei veicoli deve essere adeguata a poter evitare incidenti. Come si riconosce una Shared Zone:

– in una shared zone normalmente il limite di velocità è 10 km/h;
– la strada condivisa si riconosce dalla segnaletica nell’immagine sopra;
– i conducenti di altri veicoli devono lasciare la precedenza ai pedoni sempre;
– le auto possono circolare e parcheggiare rispettando però i limiti di velocità e  parcheggio in aree dedicate.

Commenta con la tua opinione

X