Nuovo CdS 2024: tutte le critiche al provvedimento

Nuovo CdS 2024: tutte le critiche al provvedimento

È in arrivo il nuovo CdS 2024 ma non tutti sono soddisfatti, anzi. Ecco tutte le critiche alla riforma del Codice della Strada

20 Marzo 2024 - 14:00

L’approvazione alla Camera dei Deputati del disegno di legge e della legge-delega per la revisione del Codice della Strada è ormai agli sgoccioli, poi il testo passerà al Senato e, nell’ipotesi molto probabile di ulteriori modifiche, tornerà alla Camera per l’ok finale. Tutti contenti? Mica tanto. Se il ministro Salvini, che ha fatto del nuovo CdS 2024 uno dei suoi provvedimenti bandiera insieme al Ponte sullo Stretto, assicura che le modifiche al codice miglioreranno la sicurezza stradale, ci sono diverse categorie molto sensibili all’argomento (parenti delle vittime della strada, ambientalisti, ciclisti ma anche Comuni e altri enti locali) che criticano aspramente il Ddl, lamentando che molte misure del nuovo Codice della Strada complicano la vita agli utenti deboli senza incidere sulle vere cause delle morti in strada: la velocità e la distrazione di chi guida veicoli a motore.

CONTRO IL NUOVO CDS 2024: MANIFESTAZIONI IN TUTTA ITALIA

Nei giorni scorsi si sono svolte in oltre 40 città le mobilitazioni per fermare la riforma del Codice della strada organizzate da FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) e da altre associazioni e movimenti che si sono riuniti a livello locale e nazionale per promuovere la sicurezza stradale e la mobilità attiva. Particolarmente significativa la partecipazione alle manifestazioni dei familiari delle vittime di violenza stradale, che hanno lanciato un appello alla presidente Meloni con una lettera e un video molto toccante nel quale chiedono di “mettere in pausa” l’approvazione del nuovo CdS per riscriverlo insieme con regole diverse che tutelino davvero la vita e la sicurezza delle persone sulle strade.

Con una minore velocità dei mezzi a motore molte persone non sarebbero morte (3.159 vittime in Italia nel 2022, ndr)”, spiegano i parenti delle vittime, “eppure il CdS 2024 peggiora notevolmente le condizioni di sicurezza stradale, rendendo più difficili i controlli, aprendo la strada all’innalzamento dei limiti di velocità e limitando pedonalità e ciclabilità“.

Critiche anche fuori dall’Italia e in particolare da FEVR, Federazione Europea delle Vittime della Strada, secondo cui il quadro normativo proposto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti depotenzia ogni politica sulla riduzione della velocità in ambito urbano, in controtendenza rispetto alle misure adottate dalle città europee.

NUOVO CODICE DELLA STRADA: “PIÙ REPRESSIONE, MENO PREVENZIONE”

Ma quali sono, di preciso, le novità del nuovo Codice della Strada contestate dalle categorie che si oppongono? Citiamo i numeri e le argomentazioni esposte da Andrea Colombo, consulente legale esperto di mobilità e sicurezza stradale nonché project manager di Bologna Città 30. Innanzitutto va ricordato il contesto in cui si opera:

secondo dati ACI-Istat, Polizia stradale e OMS-FIA-WB, in Italia il 94% degli incidenti stradali è imputabile ai conducenti di veicoli a motore e il 73% avviene su strade urbane. L’80% dei morti in città sono utenti vulnerabili. Le principali cause degli incidenti mortali in città sono:

  • 23% velocità
  • 20% distrazione
  • 17% strisce pedonali non rispettate
  • 14% altre mancate precedenze.

La probabilità di sopravvivenza di una persona investita a 50 km/h è del 10%, quella di una persona investita a 30 km/h è del 90%.

In Italia nel 2022 (ultimo dato disponibile) ci sono state 3.159 vittime per incidenti stradali, in aumento sulle strade urbane rispetto all’ultimo anno pre-Covid (2019). 16 sono morti in incidenti con monopattini, appena uno in più degli incidenti con trattori agricoli.

Le violazioni contestate dalla Polizia Stradale a giovani tra 18 e 24 anni nei primi cinque mesi del 2023 hanno riguardato per il 31% dei casi la distrazione, per il 29% la velocità e soltanto per il 5% alcol e droga.

Ebbene, nonostante questi numeri, secondo Andrea Colombo l’approccio del CdS 2024 è soprattutto repressivo, incentrato sulle cause di circa il 5% degli incidenti, sull’onda dei casi mediatici (“ubriachi”, “drogati”, ecc.) mentre non apporta nessuna modifica realmente efficace, anzi le peggiora, alle norme di prevenzione delle principali cause degli incidenti, come alta velocità, distrazione alla guida, mancate precedenze, ecc.

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CODICE DELLA STRADA 2024: LE CRITICITÀ RISCONTRATE DA CICLISTI, AMBIENTALISTI E FAMILIARI DELLE VITTIME

Preoccupa la scelta di innalzare i limiti di potenza dei mezzi che possono essere guidati dai neopatentati nei primi tre anni dal conseguimento del documento. Inspiegabili, per le associazioni di categoria, anche le modifiche al regolamento degli autovelox: al momento, a ogni rilevazione di un eccesso di velocità corrisponde una sanzione. Mentre il nuovo CdS prevede di applicare una sola multa (aumentata di un terzo) per violazioni reiterate avvenute nella stessa ora o su un tratto di strada di competenza dello stesso ente. Lo stesso principio si applicherà ai tratti stradali compresi tra due incroci consecutivi e per le multe comminate a chi invade le ZTL con un veicolo non autorizzato.

Sarà limitata la possibilità dei Comuni di istituire autonomamente le Ztl, ma potranno farlo solo se le aree individuate rientreranno nelle tipologie stabilite da un rigidissimo decreto del MIT e del Viminale.

Monopattini elettrici eccessivamente penalizzati, nonostante facciano lo stesso numero di vittime dei trattori agricoli, con l’istituzione dell’obbligo di targa, di casco anche per i maggiorenni e di polizza RCA. I monopattini non potranno essere usati fuori dai centri urbani (e fin qui siamo d’accordo), ma non potranno viaggiare nemmeno sulle piste ciclabili e nelle aree pedonali.

Inserita una delega al governo per innalzare i limiti di velocità (i famosi 150 km/h in autostrada?) e per introdurre l’obbligo generale di casco, targa e giubbotto riflettente per le biciclette, equiparandole ai veicoli a motore in deroga alla normativa UE

Inasprite le sanzioni per chi guida al cellulare (anche se ridimensionate da un emendamento), ma senza alcuna possibilità reale di controllo: rigettata la proposta di accertare e sanzionare la guida distratta anche con strumenti digitali, come già avviene in altri Paesi europei. Disposta la ‘sospensione breve della patente‘ fin dalla prima infrazione ma solo per chi ha meno di 20 punti (cioè meno del 3% dei patentati).

Le corsie ciclabili perderanno gran parte della loro funzione, dato che passeranno dall’essere un’area della strada pressoché invalicabile salvo necessità, a una zona non necessariamente delimitata da segnaletica in cui le biciclette transiteranno in modo ‘promiscuo’ ad altri veicoli. Verranno poi abrogate quasi in toto le case avanzate, restringendole ai soli casi di strade a una sola corsia di marcia e lungo cui deve essere già presente una ciclabile.

Sarà inoltre limitata la possibilità di istituire doppi sensi ciclabili, che nel nuovo testo sono subordinati alla larghezza della carreggiata, e ridotto il potere delle strade ciclabili, visto che l’obbligo di dare la precedenza a chi si muove in bici diventerà una semplice richiesta di prestare attenzione. Infine, l’obbligo di sorpassare i ciclisti ad almeno 1,5 metri di distanza è stato annacquato aggiungendo “ove le condizioni della strada lo consentano“, cioè quasi mai.

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