Multe stradali: 3 miliardi ma incassati solo la metà. Pochi i rendiconti Indagine sulle multe stradali: 3 miliardi di proventi ma risultano incassati poco più della metà. E i Comuni inviano pochi rendiconti

Multe stradali: 3 miliardi ma incassati solo la metà. Pochi i rendiconti

Indagine sulle multe stradali: 3 miliardi di proventi ma risultano incassati poco più della metà. E i Comuni inviano pochi rendiconti

20 Dicembre 2021 - 11:12

In Italia si stima che le multe stradali valgano 3 miliardi di euro, eppure gli enti locali riescono a incassarne poco più della metà. Una difformità acuita dalla scarsa trasparenza sulle cifre (infatti il dato dei 3 miliardi non è ufficiale ma è frutto di stime) nonostante Comuni, Province e Regioni abbiano l’obbligo, per legge, di rendicontare ogni anno gli importi incassati delle contravvenzioni elevate per violazioni al Codice della Strada e a dichiarare quanti di questi derivino dagli autovelox. Però non tutti lo fanno, senza peraltro subire le conseguenze teoricamente previste.

MULTE STRADALI IN ITALIA: UN TERZO DEI COMUNI NON INVIA LA RENDICONTAZIONE ANNUALE

La questione è stata sollevata dal presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, l’on. Simone Baldelli, che è anche membro della Commissione trasporti della Camera. “Non esistono dati ufficiali aggregati e analitici sui proventi incassati dagli enti locali”, ha spiegato Baldelli, “sebbene la legge imponga a ciascuna amministrazione di consegnare al governo entro il 31 maggio di ogni anno una relazione telematica sugli introiti delle multe, anche quelle elevate tramite autovelox”. A conferma di ciò nel 2021, in base ai dati forniti dal governo stesso, su un totale di circa 7.900 comuni italiani, ben 2.747 (più di 1 su 3) non hanno fornito la rendicontazione sui proventi delle multe stradali relativi all’anno 2020.

Si è tuttavia stimato, incrociando dati e informazioni varie, che l’ammontare complessivo delle multe stradali abbia superato in Italia i 3 miliardi di euro annui. Di cui, come detto in precedenza, gli enti locali sembrano però incassarne solo una parte: il 56% circa, pari a quasi 1,7 miliardi di euro. Cifra comunque considerevole ma lontana da quella effettiva.

RENDICONTO MULTE STRADALI: COSA DICE LA LEGGE

L’approssimazione sui numeri deriva dall’imperfetta applicazione della legge e in particolare dell’articolo 142 comma 12-quater CdS, secondo cui “ciascun ente locale deve trasmettere in via informatica al MIMS e al Ministero dell’interno, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione in cui sono indicati, con riferimento all’anno precedente, l’ammontare complessivo dei proventi di propria spettanza (derivanti da sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni del CdS, ndr), come risultante da rendiconto approvato nel medesimo anno, e gli interventi (di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, ndr) realizzati a valere su tali risorse, con la specificazione degli oneri sostenuti per ciascun intervento”. La percentuale dei proventi spettanti è ridotta del 90% annuo nei confronti dell’ente che non trasmetta la relazione o che utilizzi i proventi in modo difforme da quanto previsto, inoltre si procede con la segnalazione alla Corte dei Conti per danno erariale.

Ma evidentemente, complice la pandemia di Covid-19 che ha scombussolato i bilanci di molti Comuni (ma molti erano ‘reticenti’ anche prima, anche se non mancano gli esempi virtuosi), diverse amministrazioni continuano a non rispettare l’obbligo di rendicontazione annuale, impedendo di conoscere il dato nazionale, aggregato e analitico, sui proventi incassati dagli enti locali (e soprattutto se tali proventi risultano effettivamente utilizzati per interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle strade, come prevede la legge, oppure se, come si sospetta, vengono usati per coprire i buchi di bilancio).

Multe stradali 3 miliardi ma incassati solo la metà

MULTE STRADALI: NEL 2022 PIÙ TRASPARENZA CON L’OBBLIGO DI PUBBLICARE ONLINE LA RENDICONTAZIONE DEI PROVENTI

La situazione dovrebbe in teoria migliorare l’anno prossimo a seguito della modifica introdotta dalla legge di conversione del decreto Infrastrutture 2021, in base alla quale ciascun ente locale, entro 30 giorni dalla trasmissione al MIMS e al Ministero dell’Interno, dovrà pubblicare la relazione annuale sull’ammontare complessivo dei proventi derivanti da multe stradali in un’apposita sezione del proprio sito internet istituzionale. E a decorrere dal 1° luglio 2022, il Ministero dell’Interno, entro 60 giorni dalla ricezione, dovrà a sua volta pubblicare, sempre in un’apposita sezione del proprio sito web istituzionale, le relazioni pervenute. In questa maniera tutti potranno per lo meno conoscere l’identità dei Comuni reticenti.

MULTE STRADALI E AUTOVELOX, IN ARRIVO UNA NUOVA LEGGE

Con 2,5 milioni di contravvenzioni elevate ogni anno per la sola violazione dei limiti dei velocità (dati Aci-Istat 2019), gli autovelox fanno ovviamente la parte del leone nel cosiddetto ‘business’ delle multe stradali. Tanto che si è ormai fatta strada l’opinione comune secondo cui i dispositivi per rilevare a distanza la velocità dei veicoli servano più ad aumentare le casse delle amministrazioni locali che a prevenire incidenti. Del resto l’Italia vanta il primato europeo del numero di autovelox installati sulle strade, con circa 8.000 apparecchi contro i 4.000 della Gran Bretagna, i 3.800 della Germania e i 2.400 della Francia. Le cose potrebbero però cambiare nei primi mesi del 2022 visto che il governo si è impegnato a varare, dopo quasi 12 anni di attesa, il nuovo decreto che disciplina il corretto utilizzo dei sistemi di rilevazione a distanza della velocità, atteso dal 2010.

A questo proposito dal MIMS promettono una “dettagliata disciplina finalizzata a garantire il rispetto dei limiti di velocità basata sulla propedeutica verifica, da parte degli enti gestori stradali, dell’adeguatezza dei limiti di velocità imposti quale condizione necessaria per poter installare gli autovelox”. Staremo a vedere.

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