Multa auto per aver fatto salire una prostituta: è valida?

Multa auto per aver fatto salire una prostituta: è valida?

La prostituzione non è un reato, neanche se esercitata in luoghi pubblici. Ma perché è applicata la multa auto per prostituzione?

29 Giugno 2023 - 17:00

Il caso della multa auto per prostituzione solleva interrogativi sulle sanzioni imposte da alcuni Comuni. Nonostante questa attività non sia considerata un reato, sorge la domanda sulla base della quale vengono stabilite le multe agli automobilisti. La questione è stata sottoposta all’esame della Cassazione, che ha emesso un pronunciamento che esaminiamo in questo articolo. In premessa ricordiamo che anche la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che l’attività di prostituzione non è illegale. Ma anzi, è considerata una forma di attività economica che non può essere vietata se non mediante una normativa statuale.

MULTA AUTO PER PROSTITUZIONE: IL PUNTO DELLA QUESTIONE

La Corte di Cassazione ha rigettato il regolamento anti-escort del Comune di Brescia che prevedeva l’applicazione di una multa auto per prostituzione di 500 euro per i guidatori che, fermando il veicolo sul territorio comunale, consentivano a una donna di dedicarsi alla prostituzione. La motivazione addotta è stata l’ostacolo al traffico. Si trattava non tanto di una sanzione per l’atto di usufruire dei servizi di una prostituta, che come anticipato non costituisce un comportamento vietato dalla legge, ma per la violazione del Codice della strada. Ma se il divieto di sosta non è debitamente segnalato, non è possibile infliggere alcuna sanzione al conducente. Per cui ci domandiamo se sia davvero possibile multare chi fa salire in auto una escort per questa ragione. Secondo la Cassazione, la risposta è negativa. Esaminiamo i motivi di tale decisione.

ALLE ORIGINI DEL CASO DELLA MULTA AUTO PER PROSTITUZIONE

Nell’agosto 2015, durante un’operazione di controllo, una pattuglia della polizia locale ha contestato a un automobilista la violazione del regolamento comunale, poiché aveva interrotto la marcia del veicolo per far salire a bordo una prostituta. Di conseguenza, gli era stata notificata una multa di 500 euro. Il conducente ha presentato ricorso al giudice di pace contro l’ordinanza di ingiunzione, affermando l’illegittimità della norma del regolamento che avrebbe violato e richiedendone la disapplicazione. Il Comune ha prodotto una sentenza del Tar, che ha respinto un ricorso mirato all’annullamento della norma contestata. Il giudice di pace ha annullato l’ordinanza di ingiunzione, previa disapplicazione del regolamento comunale di polizia locale. Il Comune ha presentato appello contro questa decisione, ma il tribunale lo ha respinto, ritenendo di non poter attribuire efficacia alla sentenza del Tar invocata dall’ente.

LA CASSAZIONE SULLA MULTA AUTO PER PROSTITUTA A BORDO

La Corte di Cassazione, con la sentenza numero 4927, ha ritenuto che la disposizione del Comune relativa alla multa auto per prostituzione entra in conflitto con una norma di natura primaria. Secondo i giudici, sebbene la prostituzione possa essere contraria al buon costume, non costituisce un’attività illecita. Non può stabilire regole che creino ostacoli o intralcino l’esercizio di questa libertà di iniziativa economica se non attraverso leggi statali. La Sezione Civile della Corte ha spiegato che le ordinanze sindacali ordinarie, pur volte a fronteggiare gravi pericoli per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, non possono derogare alle norme legislative vigenti, a meno che non si basino sull’urgenza e sulla temporaneità dei loro effetti. Le deroghe alla normativa primaria da parte delle autorità amministrative, dotate di potere di ordinanza, sono consentite solo se limitate nel tempo. Nel caso in questione, non si applica. Di conseguenza l’ordinanza è stata dichiarata illegittima per eccesso di potere. Il sindaco, basandosi sulle facoltà previste dalla normativa del Codice della strada, ha emesso sì un provvedimento riguardante l’ordine pubblico. Ma in realtà mirava a regolamentare la circolazione stradale dei veicoli e a vietare la prostituzione, estendendo tale divieto in modo indiscriminato su tutto il territorio comunale.

QUALI SONO I RISCHI DI ANDARE CON UNA PROSTITUTA IN AUTO

La prostituzione non è un reato, neanche quando viene esercitata in luoghi pubblici o accessibili al pubblico. In queste situazioni, al massimo, si potrebbe configurare un comportamento contrario alla pubblica decenza se la persona coinvolta espone parti intime del proprio corpo. Ma si tratta semplicemente di un illecito amministrativo che può essere sanzionato con una multa pecuniaria. Allo stesso modo, il fatto di consumare un rapporto in un luogo accessibile al pubblico, anche all’interno di un’auto, costituisce un illecito per atti osceni, che può comportare sanzioni sia per la prostituta sia per il cliente. L’automobilista può ricevere una multa fino a 30.000 euro, ma senza denunce o processi penali.

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

Commenta con la tua opinione

X