Decreti NCC di Salvini: cosa prevedono e perché li contestano

Decreti NCC di Salvini: cosa prevedono e perché li contestano

Manifestazioni contro i Decreti NCC di Salvini: scopriamo cosa prevedono e perché gli operatori del settore li contestano

26 Marzo 2024 - 15:40

La mobilitazione che lunedì 25 marzo ha portato in piazza centinaia di operatori del noleggio con conducente ha riacceso i riflettori sui cosiddetti decreti NCC di Salvini, il pacchetto di provvedimenti che dovrebbe dare piena attuazione alle norme che regolano il servizio (Legge n. 12/2019) ma sono ritenuti penalizzanti e vessatori da gran parte delle aziende e dei lavoratori del settore. Per i rappresentanti sindacali sarebbero a rischio oltre 25 mila imprese di noleggio con conducente e circa 50 mila operatori.

DECRETI NCC DI SALVINI: TUTTE LE NORME CONTESTATE DAGLI OPERATORI

Vediamo meglio cosa prevedono le bozze dei nuovi decreti NCC e perché vengono contestati. Le proteste dei noleggiatori si riferiscono in particolare a una serie di criticità riscontrate nei decreti:

  • obbligo per i vettori NCC di attendere un’ora tra la fine di un servizio e l’inizio di un altro (la media europea è di soli 5 minuti);
  • divieto di usare qualunque forma di intermediazione per la prenotazione del servizio (piattaforme online ma anche società di servizi, hotel, agenzie viaggio, cooperative e società);
  • obbligo per gli operatori di specificare il tragitto del servizio richiesto dal cliente e in quali orari, con indicazione della destinazione e del nominativo del cliente stesso (con forti rischi sul fronte della privacy e obblighi gravosi sul fronte della conservazione dei dati, spiegano le associazioni NCC);
  • obbligo del controverso rientro in rimessa per gli operatori del noleggio con conducente (norma peraltro già contestata dalla Corte Costituzionale nel 2020), salvo il caso di sussistenza di un contratto di durata concluso senza intermediazione, indicando ‘la rimessa o le sedi dei vettori aderenti’ come luogo di raccolta delle richieste di servizio;
  • infine c’è un’ulteriore ragione di malcontento che esula però dai ‘decreti Salvini’ e riguarda l’articolo 85 del Codice della Strada il quale, in caso di un’infrazione inerente il servizio di NCC, prevede tra le sanzioni accessorie il fermo amministrativo del veicolo da due a otto mesi. Per gli operatori si tratta di una norma troppo rigida che consente in teoria a un agente accertatore di bloccare un’attività NCC per mesi, anche per piccole violazioni, e senza la necessità che si pronunci un giudice. Le associazioni di categoria hanno provato a far modificare questa norma durante l’iter di riforma del CdS, ma per ora senza successo.

Viceversa il mondo del noleggio con conducente è favorevole all’introduzione del REN, il Registro Elettronico Nazionale delle imprese titolari di licenza Taxi e NCC. Questo registro è ritenuto utile perché serve a combattere l’abusivismo e può aprire la strada al rilascio di nuove licenze, bloccate dal 2019 proprio in attesa dell’attuazione del REN. Su quest’aspetto è da poco intervenuta anche la Corte Costituzionale, che ha bocciato la sospensione dei nuovi permessi disposto dalla legge 12/2019 in quanto quest’ultima sembra rispondente a “un’istanza protezionistica” e non a “un interesse della collettività”.

Decreti NCC di Salvini

NCC ATTACCANO SALVINI: “È COMPROMESSO CON I TASSISTI”

Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, una delle associazioni promotrici della protesta del 25 marzo, ha deciso di appellarsi direttamente a Palazzo Chigi, cioè alla premier Meloni, ritenendo il ministro Salviniormai irrimediabilmente compromesso in una campagna elettorale a favore dei tassisti. Abbiamo bisogno di terzietà e di poter presentare le nostre proposte di riforma. Non accetteremo più le norme a noi imposte dai tassisti“. Sulla stessa linea Andrea Romano, presidente della federazione MuoverSi, secondo cui i decreti attuativi varati da Salvini avranno l’effetto di aggravare la già critica situazione del trasporto pubblico locale non di linea nelle città: “Le ripercussioni saranno pesantissime per la libertà di movimento dei cittadini, per la qualità della mobilità urbana e per la sopravvivenza economica di oltre 25 mila imprese NCC e di circa 50 mila operatori del settore. Tutto questo per tutelare e proteggere i pochi e intoccabili tassisti“.

TASSISTI CONTRO NCC: “PROTESTA CHI NON VUOLE REGOLE”

Com’era lecito aspettarsi la mobilitazione NCC ha provocato una dura presa di posizione di molte sigle sindacali dei tassisti, compatte nel definire quella delle auto nere “una protesta strumentale alimentata dagli interessi della multinazionale Uber, da sempre contraria a qualsiasi forma di regolamentazione. Gli operatori NCC tentano di politicizzare la conclusione dell’iter di riforma del comparto previsto dalla legge 12/2019, attesa da più cinque anni, solo perché refrattari a qualsiasi tipo di controllo. Chi manifesta non lo fa per salvaguardare i diritti ma contro chi opera nella legalità“.

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