
Ammessi in Italia gli autoarticolati 18 metri: via alla libera circolazione di questi mezzi dopo la pubblicazione del decreto Infrastrutture 2021
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Infrastrutture è stata liberalizzata in Italia la circolazione degli autoarticolati di 18 metri, peraltro già oggetto di sperimentazione dal 2009. Precedentemente la lunghezza limite era di 16,50 metri. La modifica promette di portare vantaggi in termini di esercizio e convenienza economica, nonché di ottimizzazione logistica.
DEFINIZIONE DI AUTOARTICOLATI
Per l’articolo 54 comma 1 lettera i) del Codice della Strada gli autoarticolati sono complessi di veicoli costituiti da un trattore e da un semirimorchio, utilizzati per il trasporto di merci. Si differenziano dagli autocarri, che sono anch’essi complessi di veicoli costituiti da due unità distinte e agganciate (delle quali una motrice), perché diversamente da questi ultimi il veicolo trainante degli autoarticolati è provvisto di cabina ma non di vano di carico, sostituito da una ralla sulla quale appoggia ed è fissata una parte del semirimorchio.
Gli autosnodati, accomunati agli autoarticolati dalle stesse dimensioni massime, sono invece autobus composti da due tronconi rigidi collegati tra loro da una sezione snodata. Su questi tipi di veicoli i compartimenti viaggiatori situati in ciascuno dei due tronconi rigidi sono comunicanti, consentendo la libera circolazione dei viaggiatori all’interno dell’intero autosnodato.
AUTOARTICOLATI 18 METRI: COME CAMBIANO LE DIMENSIONI MASSIME
Fino all’entrata in vigore del decreto Infrastrutture, che attende adesso la conversione in legge entro 60 giorni, la normativa (art. 61 comma 2 CdS) prevedeva che gli autoarticolati e gli autosnodati non dovessero eccedere la lunghezza totale, compresi gli organi di traino, di 16,50 metri (con larghezza massima di 2,55 metri, o 2,60 se il mezzo trasporta merci deperibili in regime di temperatura controllata, altezza 4 metri, peso 40 tonnellate se a 4 assi o 44 tonnellate se a 5 o più assi). L’unica eccezione era ammessa per gli autosnodati e i filosnodati adibiti a servizio di linea per il trasporto di persone e destinati a percorrere itinerari prestabiliti, che potevano raggiungere la lunghezza massima di 18 metri.
L’articolo 1 comma 1 lettera b) del decreto Infrastrutture ha però modificato la lunghezza massima di autoarticolati e autosnodati portandola sempre a 18 metri. Inoltre ha aggiunto un nuovo comma, il 2-bis, all’articolo 61 del Codice della Strada, in base al quale gli autosnodati e i filosnodati destinati a sistemi di trasporto rapido di massa possono raggiungere la lunghezza massima di 24 metri su itinerari in corsia riservata autorizzati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
AUTOARTICOLATI 18 METRI: LA SODDISFAZIONE DI ANFIA
L’estensione della lunghezza massima degli autoarticolati da 16,50 a 18 metri ha ricevuto il plauso di ANFIA, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, che ha ricordato come fin dal 2009 avesse fatto partire, di concerto con il Ministero, una sperimentazione denominata Progetto Diciotto proprio con l’obiettivo di analizzare, nella quotidianità, l’impiego di complessi veicolari composti da una combinazione ottimizzata trattore-semirimorchio con lunghezza complessiva di 18 metri, al fine di valutare i possibili vantaggi in termini di esercizio e convenienza economica e di ottimizzazione logistica, e di accertarne guidabilità, manovrabilità, stabilità e sicurezza. Ebbene, nel corso degli anni i dati di monitoraggio della sperimentazione hanno dato ottimi risultati, evidenziando un altissimo gradimento di impiego da parte degli utilizzatori dei 330 autoarticolati di 18 metri, che ne hanno apprezzato gli evidenti benefici in termini di ottimizzazione del servizio.
“La circolazione dei veicoli da 18 metri a livello nazionale, nel rispetto dei limiti della Direttiva 96/53/CE”, dicono da ANFIA, “darà un contributo fondamentale alla razionalizzazione dei flussi logistici, con conseguenti impatti positivi sulla riduzione del numero dei veicoli sulle strade e sulla riduzione delle emissioni, rappresentando un enorme aiuto alla promozione della mobilità sostenibile nel nostro Paese”.