
Secondo le stime i costruttori auto non rispetteranno i limiti sulle emissioni di CO2 imposti dall'UE: possibili sanzioni fino a 14 miliardi di euro
La Vision Zero del 2050 sembra essere ancora molto lontana, soprattutto per quanto riguarda la questione inquinamento. L'UE vorrebbe un'Europa senza vittime, incidenti ed emissioni, ma relativamente a quest'ultimo punto gli ultimi studi rivelano che i limiti di CO2 imposti difficilmente saranno rispettati dai costruttori auto, ostacolati sia dalle consistenti spese necessarie per produrre motori “green” che dall'andamento del mercato. Per arrivare al tanto desiderato numero Zero è stato pianificato un percorso graduale con obiettivi annuali da raggiungere, ma da quanto emerge dagli ultimi studi molte Case sarebbero distanti quelli del 2020 e soprattutto del 2021 basati sulle nuove procedure WLTP; si prevedono multe salate: ben 25 miliardi di euro nei prossimi due anni.
OLTRE I LIMITI Gli ultimi dati sulla quantità di anidride carbonica prodotta dalle auto in Europa nel 2018 non sono stati di certo confortanti (qui potete trovare i risultati delle indagini), e ciò risulta ancor più preoccupante guardando verso il breve periodo. I legislatori dell'UE hanno già fissato i nuovi limiti sulle emissioni di CO2: nel 2020, le auto di nuova produzione dovranno mantenersi entro i 95 g/km nel ciclo NEDC, valore che nel 2021 “salirà” a 114 g/km, considerato il valore equivalente al precedente seguendo i test di nuova omologazione WLTP (qui puoi capire nel dettaglio in cosa consistono). Per i calcoli effettuati da una nota società fornitrice di informazioni però, per circa il 95% del parco auto europeo nel 2020 la media sarà di 102,3 g/km di CO2 nel ciclo NEDC, mentre in relazione all'anno successivo si stima una media di 122,9 g/km (WLTP). Ma questo non vuol dire che tutte le auto supereranno i limiti, si pensa infatti che almeno 25 produttori siano sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi imposti grazie alle loro strategie di elettrificazione della gamma.
SANZIONI PESANTI Dall'altra parte però ci sono altri 27 produttori che risultano in difficoltà rispetto alle nuove normative nonostante gli investimenti fatti nelle tecnologie “green”, quindi sarebbero loro a spartirsi le pesanti multe dell'Unione Europea. Secondo le indagini dell'IHS Markit “le multe medie potrebbero raggiungere € 624 per veicolo alla fine del 2020, con un ulteriore aumento di € 190 nel 2021 in funzione del passaggio a WLTP”, quantificato in un totale di 11 miliardi di euro nel 2020 ai quali se ne aggiungerebbero altri 14 miliardi nel 2021. In altre parole si prospettano tempi molto duri per le Case automobilistiche, per le quali risulta già difficile produrre motori efficienti e “non inquinanti” (dopo Porsche anche Volkswagen ha dovuto fermare alcune fabbriche come puoi vedere), ma che inoltre non ricevono grande assistenza dalle politiche “green”.
IL MERCATO NON AIUTA Le istituzioni di tutta Europa, in particolare quelle delle grandi capitali, si stanno mobilitando per ridurre sempre più l'accesso dei diesel nelle città (Amburgo è stata la prima a vietare gli Euro 5, scoprilo qui), e questo ovviamente si sta riflettendo sul mercato generale: perché acquistare un motore che presto sarà bannato? I propulsori a gasolio vengono considerati più inquinanti, ma diversi studi di cui vi abbiamo parlato in passato dimostrano che in realtà i motori diesel sono più puliti dei motori a benzina, e addirittura altre indagini rivelano che un'auto elettrica può inquinare più di un diesel. La crisi del diesel è evidente ed ormai bisogna prenderne atto, tuttavia sembrerebbe che altre tecnologie come le luci a LED o l'incapsulamento termico abbiano un impatto positivo sulle emissioni e potrebbero aiutare i costruttori (in minima parte) ad abbassare i propri dati sull'inquinamento alleggerendo le sanzioni. Questo però non basterà, e secondo le stime solo un miracolo potrebbe far alzare la vendita delle alimentazioni ibride o elettriche a tal punto da far rientrare la media entro i limiti: le Case preparino i portafogli.
Massimo
08:22, 18 Agosto 2018Scusate ma, se è vero (ed è vero) che i motori diesel hanno un consumo più basso di quelli a benzina, non ne consegue che producono anche meno CO2 e quindi inquinano di meno? Ho l'impressione che la guerra al diesel sia un fatto prevalentemente politico creato ad arte per favorire le case che non ne producono.
Bruno
17:45, 26 Agosto 2018Gent.mo Massimo,
la sua considerazione sul diesel che consuma meno e di conseguenza emette meno CO2 è del tutto corretta. Gli ostacoli normativi sul diesel riguardano attualmente le emissioni degli NOx (ossidi di azoto) ed il particolato (PM), ambedue superiori rispetto ai motori a benzina a ciclo Otto. Tuttavia, i più recenti dispositivi di post-trattamento dei gas di scarico contribuiscono notevolmente alla riduzione di tali emissioni. Inutile negare che negli ultimi anni, complice lo scandalo dieselgate, gran parte delle istituzioni (con il supporto dell'OMS) a livello mondiale è contrario al diesel non su basi tecniche-scientifiche inoppugnabili ma solo su concetti superati e luoghi comuni. Le Case costruttrici avrebbero tutti gli strumenti per dimostrare che tali scelte siano infondate sul piano tecnico ma preferiscono adeguarsi al volere politico.
Grazie per il commento.
Bruno Pellegrini
redattore tecnico
SicurAUTO.it