Mind wandering: cos’è e quando rappresenta un rischio alla guida

Mind wandering: cos’è e quando rappresenta un rischio alla guida

Sognare ad occhi aperti aiuta ad evadere dalla realtà, ma farlo alla guida diventa estremamente pericoloso. I rischi del Mind wandering

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9 Giugno 2023 - 09:45

La disattenzione dei conducenti è un fattore importante per gli incidenti stradali e soprattutto per quanto riguarda gli incidenti mortali. Le fonti più evidenti di distrazione sono esterne, come telefoni o altri dispositivi tecnologici. Molti incidenti, però, si verificano senza ovvie cause esterne. Cosa succede in questi casi? Una delle cause può essere ritrovata nel mind wandering. Il vagare con mente o sognare ad occhi aperti è una forma di distrazione, nella quale chi guida inizia a fantasticare e a spostare l’attenzione dalla guida ai propri pensieri.

COMPORTAMENTI AL VOLANTE: LE CAUSE DELLA DISTRAZIONE ALLA GUIDA

I conducenti sono complessivamente consapevoli dei pericoli della disattenzione: il 65% la identifica tra le cause principali di incidenti mortali sulle strade in generale e il 48% sulle autostrade in particolare. In Europa il 16% ha già avuto, o rischiato di avere, un incidente a causa dell’utilizzo del telefono al volante, ma non solo:

  • l’82% ammette di distogliere lo sguardo dalla strada per più di 2 secondi cioè l’equivalente, a 130 km/h, di almeno 72 metri percorsi “alla cieca”;
  • il 50% riconosce di avere momenti di distrazione o episodi di vagare con la mente (“mind wandering“) durante la guida;
  • il 77% degli europei utilizza il proprio smartphone durante la guida, per tutti i vari usi possibili, compresa la funzione “navigatore”.

Insomma, se il cellulare distrae, non è l’unica causa. Ma evitare di “sognare ad occhi aperto”, perlomeno quando si è al volante, è possibile?

MIND WANDERING ALLA GUIDA: LO STUDIO

Uno studio ha dimostrato che sognare ad occhi aperti durante la guida è molto comune. I volontari che hanno partecipato a questa ricerca hanno dichiarato che sognano ad occhi aperti per il 70% del tempo in cui guidano. Utilizzando misure elettrofisiologiche, i ricercatori hanno affermato di poter identificare i cambiamenti specifici nei modelli cerebrali quando i volontari erano nella fase del “sogno ad occhi aperti”, collegandosi ad un sistema di monitoraggio elettrofisiologico, per misurare l’attività elettrica del loro cervello. Per cinque giorni consecutivi, i volontari hanno avuto il compito di eseguire due simulazioni di guida. Tra i due compiti giornalieri, hanno completato un test scritto per simulare l’effetto di stanchezza mentale di un giorno di lavoro. Lo studio ha scoperto che le menti dei partecipanti erano più propense a fantasticare nel secondo percorso della simulazione, ovvero la strada che portava a casa dopo il lavoro, complice anche l’abitudine di un tragitto apparentemente sempre uguale. Secondo i risultati, in media i guidatori erano consapevoli dei loro sogni ad occhi aperti solo il 65 per cento del tempo. Ma allora possiamo smettere di farlo?

COSA SI INTENDE CON LA PAROLA MIND WANDERING?

Il fenomeno del mind wandering, è quello stato di una mente che vaga, senza meta e senza un’attenzione focalizzata. Il vagabondaggio dei pensieri può iniziare in molti modi, ma di certo una delle cause principali è quello che la scienza chiama “perceptual decoupling“, ovvero il fenomeno per il quale c’è un disaccoppiamento percettivo: stai facendo qualcosa (guidare, pensare, leggere), ma la tua attenzione sta altrove, su qualcosa di cui non si ha coscienza piena. E questo capita perché quando l’attenzione si sposta, non lo fa seguendo un’intenzione specifica, diretta, intenzionale. Qual è il peggiore effetto di una mente vagante? Il consumo di energia mentale. Poca energia mentale può portare a:

  • confusione, che aumenta stati di insofferenza, stress, ansia;
  • stanchezza mentale, e incapacità di mettere a fuoco i pensieri;
  • Difficoltà nel prendere decisioni per la mancata chiarezza;
  • incapacità di riconoscere e di comprendere le situazioni;
  • rigidità mentale, ovvero difficoltà nel generare idee e prospettive alternative.

USCIRE DAL MIND WANDERING È POSSIBILE, MA COME?

Perdersi nei propri pensieri può essere una parte essenziale dell’esistenza umana ed è inevitabile. Può essere un modo per ripristinare la mente dopo una lunga giornata in ufficio. Ma non quando ci troviamo alla guida. Come possiamo evitarlo? In termini di miglioramento della sicurezza in futuro, un’opzione potrebbe essere creare sistemi di trasporto autonomi, come autovetture che permettono di “auto-guidarsi”, ma che siano anche in grado di ricatturare la nostra attenzione quando necessario. Nel breve periodo, però, ci si può allenare a mantenere una mente aperta, attenta e curiosa, ancorandola al compito che stiamo svolgendo:

  • Poniti delle domande: mettere in atto il proprio pensiero, ponendosi domande, confrontandosi con altri, avendo il coraggio di scoprire altri punti di vista, ci aiutano a mantenere attiva la curiosità, limitando il vagabondaggio.
  • Fai esercizi di attenzione: uno strumento base per la consapevolezza e l’uso migliore di ogni nostra facoltà di pensiero, è l’attenzione e la capacità che abbiamo di focalizzarla e gestirne l’energia.
  • Impara a gestire la tua energia: il consumo di energia di una mente vagante e gli stati di stress ed ansia a cui ciò porta sono un dispendio notevole di energia; sapersi focalizzare su un solo compito è una delle pratiche di benessere per allenare una consapevolezza costante.

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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