Diagnosi di demenza: è possibile continuare a guidare? 9751535 - older woman when wearing a seat belt in a car.

Diagnosi di demenza: è possibile continuare a guidare?

La demenza pregiudica l’idoneità alla guida. Come possiamo agire in tempo e tutelare la libertà della persona?

5 Giugno 2023 - 08:34

Chi gode di buona salute può guidare l’auto fino ad età avanzata. Nel complesso, gli anziani non provocano più incidenti automobilistici dei conducenti giovani: guidano da molti più anni e dunque sono più esperti oltre che meno spericolati. Tuttavia, a partire dai 75 anni gli incidenti per chilometro percorso aumentano drasticamente. Con l’avanzare dell’età le capacità psicofisiche peggiorano con possibili ripercussioni sull’idoneità alla guida. A un generale rallentamento dei tempi di reazione dovuto all’invecchiamento possono sommarsi un indebolimento della vista e dell’udito, malattie cardiocircolatorie, limitazioni dell’apparato motorio e gli effetti indesiderati dei farmaci assunti. Prima o poi, dunque, per tutti gli anziani arriva il momento in cui guidare diventa troppo rischioso, tanto più se hanno ricevuto una diagnosi di demenza.

DEMENZA E GUIDA: QUANDO L’ESPERIENZA NON BASTA

Di solito chi è affetto da demenza ha alle spalle decine di anni di esperienza di guida. Ciò significa che ha acquisito una discreta pratica al volante e che manterrà questa sua competenza ancora a lungo. Tuttavia, non basta saper manovrare correttamente un’auto per circolare senza correre rischi. Condurre un veicolo significa trovarsi di fronte a continui imprevisti e dunque essere in grado di reagire adeguatamente a eventuali momenti critici con gesti rapidi e automatici. Alcune situazioni in cui un malato di demenza può trovarsi in difficoltà sono:

  • Programmare, modificare ed eseguire le giuste manovre nel traffico;
  • Rimanere attenti, mantenere il controllo della situazione;
  • Adeguare il proprio stile di guida al traffico ed essere rapidi nella reazione;
  • Accorgersi e valutare tutto correttamente, agendo di conseguenza.

L’idoneità alla guida di chi ha ricevuto una diagnosi di demenza va quindi valutata caso per caso. È bene chiedere consiglio al proprio medico curante, che può anche prescrivere ulteriori accertamenti.

SMETTERE DI GUIDARE: QUALI SONO I SEGNALI DA CONSIDERARE

In quali situazioni è opportuno smettere di guidare o sottoporsi ad una valutazione di idoneità alla guida?

  • Il conducente è spesso agitato e insicuro nel traffico stradale;
  • Lo è in particolare nelle zone che non conosce bene o su tragitti familiari dove però è cambiato qualcosa, ad esempio dove è stato aperto un cantiere;
  • Non trova la strada o ha bisogno che qualcuno gli dica come arrivare da un posto all’altro;
  • Sempre più spesso confonde la destra con la sinistra, guida in mezzo alla strada, passa col rosso o non dà la precedenza, svolta improvvisamente, non bada ai cartelli stradali, frena di colpo, confonde freno e acceleratore ecc.;
  • Ha tempi di reazione lunghi o va in confusione agli incroci o al semaforo.

Spesso, proprio a causa della demenza, per il diretto interessato non è facile valutare da solo se è ancora in grado di guidare in modo sicuro. Qui devono intervenire i familiari. Per capire se è giunto il momento di prendere provvedimenti, basta chiedersi: «Lascerei che mio figlio salisse in auto con lui/lei?». Se la risposta è «no», occorre agire urgentemente.

LO STUDIO: DEMENZA E GUIDA POSSONO COESISTERE?

Le storie di persone affette da demenza che sono state costrette a smettere di guidare sono molte. Ma una in particolare ha fatto muovere la ricerca. Per circa 50 anni, Wayne Hykaway ha navigato nella vita con un copilota, la moglie. Ma verso la fine degli anni ’50, sua moglie Judy ha iniziato a sviluppare sintomi riconducibili alla demenza. “La sua percezione della profondità era disattivata, così come la sua concentrazione e per lei è diventato piuttosto rischioso guidare”, ha detto Hykaway. È una mossa che non tutti i conducenti sono disposti a fare. Ed è per questo che i ricercatori dell’Università di Calgary stanno creando un dispositivo per rendere la decisione più oggettiva. Essi partono dal presupposto che la valutazione cognitiva, utilizzata dai medici per determinare se un guidatore è idoneo a guidare sai molto limitata. Bayat ha recentemente ricevuto finanziamenti dall’Alzheimer’s Association e da Brain Canada per testare una tecnologia di supporto in caso di diagnosi di demenza. Questo strumento combinerà nuove tecnologie come GPS e video con l’apprendimento automatico per rilevare sottili cambiamenti nel comportamento di guida. Lo studio dovrebbe iniziare a giugno, monitorando i conducenti per circa otto settimane. Bayat suggerisce che i dispositivi potrebbero eventualmente essere installati in modo permanente per i conducenti che desiderano monitorare la progressione della loro malattia. L’obiettivo principe è quello di garantire la sicurezza delle persone affette da demenza, bilanciandola con la loro autonomia e indipendenza.

Contributo a cura di Marianna Martini – Psicologa del Traffico

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