Xiaomi come Tesla: ultima nella classifica sulla qualità auto cinesi

Xiaomi come Tesla: ultima nella classifica sulla qualità auto cinesi

Difetti di gioventù, clienti delusi e il peso delle aspettative: il caso SU7 scuote l'ingresso di Xiaomi nel mercato EV

 

Difetti di gioventù, clienti delusi e il peso delle aspettative: il caso SU7 scuote l'ingresso di Xiaomi nel mercato EV

19 Maggio 2025 - 13:00

Quando Xiaomi ha annunciato il suo ingresso nel mercato delle auto elettriche con la SU7, il messaggio era chiaro: portare prestazioni da Porsche a un prezzo accessibile. Una promessa ambiziosa che ha inizialmente trovato riscontro in numeri entusiasmanti, al punto da superare – almeno nelle prime settimane – le vendite della Tesla Model 3 nel mercato domestico. Ma la parabola ascendente si è presto scontrata con la dura realtà del settore automotive. Secondo l’ultimo rapporto del China Automobile Quality Network, la SU7 si è classificata all’ultimo posto tra le berline di grandi dimensioni per quanto riguarda la qualità.

I DIFETTI PIU’ RECENTI DELLA XIAOMI SU7

Tra le principali criticità sollevate dagli utenti figurano difetti nell’assemblaggio e nella qualità dei componenti utilizzati nelle riparazioni aftermarket. Un esempio emblematico è il caso dei rigonfiamenti del paraurti anteriore, dovuti alla flessibilità di alcune parti di ricambio, percepita da diversi clienti come inaccettabile per un veicolo di fascia medio-alta. A peggiorare la situazione, alcuni interventi di riparazione avrebbero utilizzato componenti non all’altezza di quelli montati in origine, acuendo il malcontento.

Xiaomi ha assicurato che questi problemi sono stati già risolti nella produzione in corso, precisando inoltre che non riguardano in alcun modo la versione Ultra della SU7, ovvero la variante premium del modello.

CLASS ACTION IN CINA PER IL COFANO DA OLTRE 5.000 DOLLARI

Un altro punto critico riguarda la comunicazione. Al centro della controversia, l’utilizzo di convogliatori d’aria in fibra di carbonio, che inizialmente sarebbero stati presentati da Xiaomi come parte di un pacchetto tecnico evoluto. L’azienda aveva chiarito che tali elementi erano stati pensati per il raffreddamento e non per migliorare l’aerodinamica. Tuttavia, l’incomprensione con i clienti, che si aspettavano un ritorno prestazionale tangibile a fronte di un investimento di oltre 5.000 dollari, ha provocato una diatriba risolta con crediti per l’acquisto di altri prodotti dell’ecosistema Xiaomi e un impegno ufficiale a evitare in futuro simili ambiguità nel marketing.

UN DÉJÀ VU CHIAMATO TESLA

Per chi osserva il mercato dell’auto elettrica da più tempo, questa situazione riporta alla mente gli esordi della Tesla Model S, un’auto oggi iconica ma che agli inizi ha dovuto fronteggiare una valanga di problemi di qualità e affidabilità. Proprio come allora, anche nel caso di Xiaomi ci troviamo di fronte a un’azienda nata nel tech, che applica la propria filosofia al mondo delle quattro ruote. Un mondo che, però, richiede standard produttivi e di controllo molto più severi.

Quello che potrebbe fare la differenza, rispetto ad altri esordi sfortunati nel settore EV, è la rapidità d’azione che Xiaomi è in grado di mettere in campo. La struttura dell’azienda, con un’enorme base tecnologica, un network di assistenza già attivo grazie ai suoi altri prodotti e un’infrastruttura logistica collaudata, le consente di reagire con velocità ad ogni segnalazione. Vedremo quale sarà la risposta del mercato nei prossimi mesi.

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