
La proprietaria di una Tesla Model X con problemi di Phantom Braking ha ottenuto il rimborso dal tribunale di Monaco. Autopilot sotto inchiesta negli USA
La richiesta di risarcimento per la frenata fantasma Tesla è stata accolta per la prima volta in Europa dal tribunale di Monaco a una donna. Ovviamente non si può dire che questa sentenza apra le porte a un risarcimento per tutti gli altri clienti, ma crea di sicuro un precedente. Il problema ha richiamato più volte l’attenzione dell’agenzia USA per la sicurezza dei trasporti NHTSA che sta indagando anche in merito a un incidente in cui ha perso la vita un motociclista. La Phantom Braking Tesla (o frenata fantasma) inizia a non andare giù neppure ai clienti italiani sulla fan page Tesla che hanno abbattuto i timori di essere aggrediti dai sostenitori più accaniti. Intanto la corte del tribunale di Monaco ha stabilito il risarcimento record di circa 100 mila euro, quasi l’importo pagato 5 anni prima per la Tesla Model X.
UNA CLIENTE TEDESCA PORTA I DIFETTI DELL’AUTOPILOT TESLA IN TRIBUNALE
La proprietaria di una Tesla Model X ha citato in giudizio Tesla, assistita dall’avvocato Christopher Lindner specializzato proprio nelle citazioni che riguardano i Costruttori di auto elettriche, per i problemi che secondo la donna attribuiva all’Autopilot, ma non solo. Come riporta Der Spiegel, la donna ha acquistato una Tesla Model X a dicembre 2016 al prezzo di 112.640 euro a cui ha aggiunto anche l’Autopilot, pagato altri 5.500 euro. Per i primi mesi dalla consegna (marzo 2017) sarebbe filato tutto liscio, o quasi, poi a novembre 2017 sarebbero iniziati i problemi con il pilota automatico. Tra i problemi portati in tribunale c’è anche l’apertura verticale difettosa delle porte posteriori. Le prove utilizzate dall’accusa tedesca dimostrano che il problema della frenata fantasma Tesla non è recente e anzi, dai commenti dei proprietari delusi, continua ad essere una spina nel fianco per il Costruttore.
RIMBORSO TESLA ALLA CLIENTE IN GERMANIA: LA MOTIVAZIONE DEI GIUDICI
Tesla dal canto suo, attraverso il team di legali, avrebbe sostenuto la tesi che l’Autopilot non era destinato all’uso nel traffico cittadino, dove si sarebbero verificati i problemi con la Tesla Model X in questione. La corte ha respinto questa linea difensiva e considerato che l’attivazione e la disattivazione manuale del sistema di guida autonoma può distrarre il conducente. Per i giudici del tribunale di Monaco “il sistema non ha identificato in modo affidabile gli ostacoli e i freni potrebbero essere stati azionati improvvisamente senza una ragione apparente”, concludendo che “una frenata improvvisa rappresenta un serio pericolo per il traffico cittadino”. Il tribunale ha così condannato Tesla a risarcire la proprietaria della Tesla Model X 99.416 euro.
INCIDENTI SOTTO INCHIESTA: SU 48 IMPATTI GRAVI 39 CON TESLA
L’Autopilot Tesla è finito nuovamente in un’indagine dell’NHTSA dopo l’incidente mortale a Draper, nello Utah causato dalla collisione tra una Tesla e la moto che precedeva. L’impatto sarebbe avvenuto all’una di notte ora locale, mentre era attivo l’Autopilot. Il conducente della Tesla ha dichiarato agli investigatori di non aver visto la moto, che colpita da dietro ha sbalzato il conducente a terra. Il motociclista non è sopravvissuto all’incidente che si aggiunge a una lista di episodi fatali in cui la percentuale di Tesla con guida autonoma sta aumentando esponenzialmente. The Verge ha pubblicato l’elenco Special Crash Investigation dell’NHTSA in cui a luglio 2022, su 48 incidenti sotto inchiesta, 39 coinvolgono delle Tesla in incidenti in cui sono rimaste uccise 19 persone. Clicca l’immagine per vederla a tutta larghezza.