Auto elettriche: il prezzo è un deterrente, anche con gli incentivi Perché si diffondono così lentamente le auto elettriche? Il prezzo è il primo deterrente

Auto elettriche: il prezzo è un deterrente, anche con gli incentivi

Perché si diffondono così lentamente le auto elettriche? Il prezzo è il primo deterrente, anche con gli incentivi, ma c'è dell'altro

23 Maggio 2022 - 02:05

La diffusione delle auto elettriche in Italia è un dato di fatto ma la crescita è ancora lenta e per il momento circoscritta solo al nord e nelle flotte aziendali. Il motivo? Prezzi troppo alti anche con gli incentivi, ma non solo. È questa una delle principali evidenze che sono emerse dalla ricerca “La mobilità che non cambia – Un’Italia a due velocità, tra chi abbraccia il nuovo e chi non può ancora permetterselo” realizzata da Bain & Company per conto di Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità. Lo studio ha analizzato i cambiamenti nelle abitudini di mobilità degli italiani, approfondendo in special modo l’andamento della transizione verso la mobilità elettrificata.

AUTO ELETTRICHE? GLI ITALIANI PREFERISCONO LE IBRIDE

In Italia le auto 100% elettriche sono aumentate di quota ma sono ancora poco rilevanti. Nel 2021 nelle metropoli solo il 5,3% ha immatricolato una BEV, dato che scende al 3,9% nei piccoli paesi e ancora meno considerando solamente i privati (3,7%). La transizione ecologica procede dunque a piccoli passi con gli italiani che stanno privilegiando soprattutto vetture ibride (oltre il 30% delle nuove immatricolazioni l’anno scorso, quasi il 40% nelle metropoli) e in particolare le mild. Nel primo quadrimestre del 2022 lo stallo sugli incentivi ha ulteriormente abbassato le percentuali, con soltanto il 3,3% delle nuove immatricolazioni rappresentato da auto elettriche (appena 1,8% contando solo i privati).

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PERCHÉ GLI ITALIANI ACQUISTANO POCHE AUTO ELETTRICHE: C’ENTRA IL PREZZO, MA NON SOLO

I privati comprano ancora poco l’elettrico e se lo fanno è quasi solo al nord. La conferma è nella comprovata correlazione tra la diffusione delle BEV e il valore aggiunto pro-capite, a dimostrazione che le auto elettriche sono ancora un bene per pochi e si vendono dove girano maggiormente i soldi. Evidenza emersa anche dalle risposte del campione di consumatori che ha partecipato alla ricerca di Aniasa, secondo cui il costo eccessivo delle auto elettriche, anche con gli incentivi, e il maggior fattore (ma non l’unico) che frena la crescita su larga scala delle BEV. In particolare:

– il 55% non acquista auto elettriche a causa del prezzo di listino troppo alto e dell’incertezza sui costi di utilizzo e di manutenzione;

– il 31% non le acquista per via della scarsa capillarità dell’infrastruttura di ricarica e conseguente incertezza sull’autonomia (anche se in realtà un altro studio ha dimostrato che i punti di ricarica sono sufficienti per il numero di auto elettriche e plug-in circolanti);

– 7% non acquista BEV banalmente perché preferisce ancora le endotermiche;

– il 3% ha dubbi sulla sicurezza delle auto elettriche.

Il restante 4% possiede già un’auto full electric.

IL NOLEGGIO A LUNGO TERMINE PUÒ SPINGERE LA DIFFUSIONE DELLE AUTO ELETTRICHE

Il report ha posto poi l’attenzione su un altro aspetto da non sottovalutare: l’alimentazione elettrica ottiene infatti una quota maggiore nelle auto più grandi (specialmente SUV), cosa che però non ne agevola la diffusione essendo il mercato italiano da sempre orientato verso modelli piccoli e medi, economici e perfetti per i centri urbani. Tuttavia le stime per il futuro sono per un totale ridimensionamento dei segmenti di auto piccole.

C’è quindi il rischio che si crei un corto circuito e per l’Aniasa una soluzione può darla il noleggio a lungo termine, settore che sta rinnovando il parco veicoli più velocemente rispetto ai privati, con una quota di vetture dalle emissioni di CO2 sotto i 135 g/km calcolata intorno al 60-70% del totale immatricolato. E se acquistare un’auto elettrica può risultare ancora oneroso per molti, noleggiarla a lungo termine sembrerebbe invece più alla portata. Certo, ci sarebbe quel ‘piccolo’ particolare dell’esclusione delle società di NLT dagli incentivi auto 2022, ma questa è un’altra storia…

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