Auto elettrica, il problema non è la colonnina: 9 su 10 ricaricano a casa
Nel nord Europa non mancano incentivi e colonnine. Uno studio fa il punto sull'aggiornamento della rete di ricarica per auto elettriche

Nel nord Europa non mancano incentivi e colonnine. Uno studio fa il punto sull'aggiornamento della rete di ricarica per auto elettriche
Se per molti analisti la lenta diffusione delle auto elettriche è causata dalla scarsa presenza di punti di ricarica il rapporto di Transport&Environment evidenzia il contrario. Nell'Europa occidentale e del nord le infrastrutture pubbliche ci sono ma solo il 5% degli automobilisti le utilizza. La stragrande maggioranza continua a ricaricare l'auto a casa o sul posto di lavoro. La vera problematica è il divario tra il nord e sud-est Europa nel passaggio dalle tradizionali auto a combustione alle auto elettriche. Eppure case automobilistiche e i Governi nazionali si sono da tempo alleati promuovendo, anche a livello locale, progetti e modelli di incentivo all'acquisto.
IL DIVARIO EUROPEO Il rapporto della rete di associazioni Transport&Environment evidenzia come nel nord Europa il mercato delle elettriche sia maturo, mentre il resto del continente rimanga ancora timido. In una settimana politica rovente nella quale la Commissione ambiente del Parlamento europeo sembra pronta a varare un inapriemento dei limiti alle CO2 il rapporto appare come un campanello di allarme (possibile limite del 45% alla CO2 entro il 2025). Gli analisti stiamano che le vendite di auto elettriche arriveranno a rappresentare una quota tra il 5 ed il 7% del totale entro il 2021. Allo stato attuale è nei Paesi dell'Europa settentrionale e occidentale che si concentra il 90% delle auto elettriche immatricolate. Questo significa che in Europa tre auto elettriche su quattro sono acquistate nello stesso contesto geografico. Non si tratta di un caso perché, proprio nel nord Europa, si contano due stazioni di ricarica ogni 60km nelle arterie principali e si registrano anche corposi incentivi pubblici all'acquisto. Eppure, prosegue il rapporto, in 10 paesi dell'Unione tra cui Ungheria, Grecia, Romania, Bulgaria si registra anche una cronica mancanza di infrastrutture. E' presente, infatti, meno di una stazione di ricarica ogni 60km.
GLI INVESTIMENTI DELLE CASE AUTOMOBILISTICHE Che i colossi dell'auto stiano scommettendo molto su di una futuro elettrico lo dimostra il gran numero di vetture presentate o semplicemente annunciate negli scorsi mesi. Molte aziende hanno anche stretto partnerships con i Governi nazionali al fine di sostenere l'abbandono dei tradizionali motori termici. Eppure molto resta da fare perché come emerge dal rapporto di Transport&Environment “Piuttosto che la mancanza di infrastrutture, c'è, ora, una solida evidenza che a essere largamente responsabili delle basse vendite di veicoli elettrici sono la ridotta disponibilità, il marketing minimo e venditori che tendono a scoraggiare”. Sulla via dell'elettrificazione del parco auto circolante sono in forte ritardo l'Europa Stati dell'Europa centrale e meridionale con Italia, Spagna e Portogallo dove le auto elettriche immatricolate sono solo l'8% del totale. Ancora peggio ad est dove c'è un mercato ancora tutto da costruire, con appena il 2% di auto elettriche immatricolate.
L'AUTO ELETTRICA IN ITALIA Il nostro paese, complice l'elevata tassazione, è da sempre uno dei primi in Europa per diffusione delle alimentazioni a gas. Eppure il maggior favore verso elettrico ed ibrido è facilmente apprezzabile guardano le recenti statistiche sulle vendite (leggi italiani pronti scegliere l'auto green). Gli strascichi del dieselgate con rischio di chiusura dei centri storici, e non solo, di molte città anche ai diesel di ultima generazioni induce sempre più connazionali a fare il “grande passo”. Numeri comunque irrisori se si pensa che in Norvegia, nel solo 2017, sono state immatricolate ben 62.000 auto elettriche. Infrastrutture e scarsa convenienza economica fanno comunque la differenza.