Taxi vs App: la sentenza del Consiglio di Stato apre alla libera concorrenza

Taxi vs App: la sentenza del Consiglio di Stato apre alla libera concorrenza Le App per prenotare il taxi sono costate care ai tassisti a Roma

Taxi vs App: la sentenza del Consiglio di Stato apre alla libera concorrenza

Le App per prenotare il taxi sono costate care ai tassisti a Roma, Milano e Torino, ma la sentenza del Consiglio di Stato ribatta l’annullamento del TAR sui Taxi vs App

8 Giugno 2020 - 10:06

La tecnologia stavolta ha vinto nella diatriba legale tra Taxi vs App: la sentenza del Coniglio di Stato legittima l’utilizzo di piattaforme digitali non vincolanti. Si spezza così una lancia a favore della libera concorrenza che tutela i tassisti dal rischio di licenziamento e clausole di esclusiva con le cooperative di Radio Taxi. Vediamo nel dettaglio cosa stabilisce la sentenza del Consiglio di Stato e cosa cambierà per le App di prenotazione Taxi.

TAXI VS APP: LA GUERRA TRA COOPERATIVE E MYTAXI

Per chi non avesse seguito la vicenda dei Taxi vs App, facciamo un breve riepilogo per arrivare alla sentenza recente del Consiglio di Stato. Tutto è iniziato con la segnalazione all’autorità Antitrust da parte di MyTaxi, la piattaforma digitale di Daimler per prenotare un taxi tramite App, diventata poi Free Now. Dalle risultanze investigative dell’Antitrust era emerso che alcune cooperative di Radio Taxi avevano imposto condizioni di “esclusiva” e clausole di “non concorrenza”. In pratica i tassisti non potevano accettare corse tramite piattaforme digitali, se non quelle tramite i canali ufficiali della cooperativa. L’AGCM aveva inizialmente vietato l’applicazione di queste clausole liberando i Taxi dal diritto di esclusiva. Un provvedimento verso il quale le cooperative di Taxi coinvolte hanno fatto ricorso al TAR ottenendo l’annullamento del provvedimento Antitrust.

Taxi NCC Decreto Cura-Italia

LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO SU TAXI E APP

Il successivo ricorso al Consiglio di Stato di Free Now, ha nuovamente ribaltato il verdetto del TAR, confermando quanto stabilito originariamente dall’AGCM. I tassisti sono legittimati all’uso di applicazioni digitali aperte, sviluppate da soggetti terzi indipendenti per agevolare il contatto tra domanda e offerta di servizi. Non si tratta dunque di concorrenza sleale se un tassista lavora per una cooperativa di Radio Taxi e contemporaneamente aderisce anche a una piattaforma di prenotazione Taxi con App.

TAXI VS APP: PROSSIMA TAPPA A ROMA

La sentenza del Consiglio di Stato sulla guerra tra Taxi vs App crea uno storico precedente di apertura alla concorrenza. Una decisione che permette da un lato al settore di cavalcare nuove opportunità, soprattutto in un momento molto delicato di ripresa post Coronavirus. Dall’altro permette anche agli utenti di prenotare un Taxi potendo scegliere tra diversi servizi disponibili e alternativi ai canali tradizionali. “Ora siamo ancora di più fiduciosi che la legittimità delle nostre ragioni sarà riconosciuta anche nell’altro giudizio ancora pendente davanti al Consiglio di Stato – spiega Ottavia Marotta, Public Affairs Manager di FREE NOW Italia – sulle condotte equivalenti poste in essere da alcuni radiotaxi romani”.

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