Tasse auto in Italia scollegate dalle emissioni: chi inquina non paga

Tasse auto in Italia scollegate dalle emissioni: chi inquina non paga

Chi inquina non paga: in Italia, secondo Transport & Environment, la tassazione auto è scollegata dalle emissioni. Tre suggerimenti per porvi rimedio

 

Chi inquina non paga: in Italia, secondo Transport & Environment, la tassazione auto è scollegata dalle emissioni. Tre suggerimenti per porvi rimedio

6 Maggio 2025 - 16:45

La nuova edizione della Good Tax Guide, uno studio comparativo realizzato dall’organizzazione indipendente Transport & Environment (T&E) che ha analizzato il sistema fiscale applicato all’auto in 31 Paesi europei, ha rivelato che il sistema italiano di tassazione dell’auto è completamente sganciato dalle emissioni di CO2. L’Italia, infatti, è insieme a Bulgaria e Slovacchia uno dei tre Stati membri dell’UE a non applicare alcuna imposta parametrata alle emissioni climalteranti. Non solo: nel sistema italiano, alcune leve fiscali non prevedono alcuna differenza tra veicoli inquinanti e veicoli a zero emissioni, violando interamente il principio alla base della politica ambientale dell’Unione Europea secondo cui ‘chi inquina paga’.

TASSE AUTO AZIENDALI: PER LA TRANSIZIONE SI PUÒ FARE DI PIÙ

L’analisi di T&E ha preso in considerazione la fiscalità applicata sia al canale privato che a quello aziendale. In particolare, le auto aziendali costituiscono il 60% delle nuove immatricolazioni nell’UE, tuttavia solo la Francia sta promuovendo politiche efficaci per incentivare l’acquisto di auto aziendali elettriche. L’Italia, invece, mostra un divario fiscale medio, tra auto elettriche e convenzionali, in un arco di possesso e gestione del mezzo di 4 anni, che per le auto concesse ai dipendenti in fringe benefit può arrivare fino a 14.700 euro, un valore sensibilmente inferiore rispetto ad altri Paesi. Tale divario fiscale, per l’Italia, deve largamente attribuirsi alla nuova tassazione sulle auto aziendali fornite ai dipendenti, entrata in vigore dal 1° gennaio 2025, che riduce le esenzioni per gran parte dei veicoli endotermici, mentre le aumenta per quelli plug-in hybrid e, soprattutto, per quelli elettrici.

Ma altre leve fiscali, pure applicate alle auto aziendali, come la detraibilità dell’IVA e la deducibilità del costo del veicolo, sono ancora sostanzialmente ‘piatte’: garantiscono, cioè, la medesima esenzione fiscale a mezzi altamente inquinanti come a quelli zero emissioni. Questo fa sì che per le auto aziendali a uso strumentale il divario fiscale tra elettriche e auto endotermiche sia molto più basso.

TREND EUROPEO AUTO AZIENDALI: DOMINANO I SUV DI GRANDI DIMENSIONI

Dalla Good Tax Guide di T&E è anche emerso come la tassazione delle auto aziendali stia guidando la tendenza europea verso i SUV di grandi dimensioni. Nel 2024, i grandi SUV a benzina e diesel (segmenti da D a G) hanno rappresentato il 10,3% delle immatricolazioni di nuove auto aziendali endotermiche, quasi il doppio della quota del mercato privato (5,5%), mentre la quota dei SUV più pesanti (segmenti da E a G) è stata quattro volte superiore a quella del segmento privato (2,5% contro 0,8%).

Il 40% dei grandi SUV aziendali endotermici è immatricolato sul mercato tedesco, la Francia invece penalizza molto queste tipologie di auto e rappresenta solo lo 0,3%. Anche altri grandi mercati come l’Italia, la Spagna o la Polonia non disincentivano sufficientemente questi veicoli.

T&E: L’ITALIA RIFORMI LA FISCALITÀ DELL’AUTO

T&E lancia dunque un appello al Governo italiano sottolineando l’urgenza di riformare la fiscalità dell’auto per favorire la diffusione delle tecnologie maggiormente efficienti e meno emissive. Una tassazione più in linea con quella degli altri Stati europei allineerebbe il mercato italiano alle tendenze in atto nell’industria e negli altri mercati, con conseguenze positive per la nostra bilancia energetica, per i consumatori e per la qualità dell’aria, che resta un allarme sanitario ed economico, data la procedura di infrazione che grava sull’Italia. Secondo l’organizzazione, il potenziale della leva fiscale per favorire la transizione è enorme ma ancora largamente sottoutilizzato. Lo dimostrano i Paesi nordici, dove i tassi di elettrificazione sono significativamente più alti anche grazie a una tassazione che penalizza severamente le auto aziendali inquinanti.

Nello specifico, T&E propone tre raccomandazioni per riformare la fiscalità delle auto in Italia basandola su parametri emissivi, attraverso l’applicazione di un differenziale fiscale significativo che penalizzi i veicoli inquinanti rispetto a quelli a basso impatto ambientale, in particolare i modelli a zero emissioni:

  • rimodulare la ‘tassa di immatricolazione’ in base alle emissioni di CO2 e al costo del veicolo, per garantire una fiscalità più sostenibile ed equa;
  • aggiornare la tassazione delle auto aziendali, adottando le emissioni di CO2 come parametro regolatorio, per favorire, attraverso la tassazione dei benefit-in-kind, la detraibilità dell’IVA e la deducibilità del costo del veicolo, l’adozione di tecnologie a zero emissioni, penalizzando quelle più inquinanti;
  • eliminare esenzioni o riduzioni dal pagamento del bollo per veicoli storici inquinanti.

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