Sanificazione con lampada UV-C: la luce ultravioletta contro il Coronavirus Sanificare contro il Coronavirus usando la luce ultravioletta: come funziona la lampada UV-C tra i metodi più efficaci per sterilizzare

Sanificazione con lampada UV-C: la luce ultravioletta contro il Coronavirus

Sanificare contro il Coronavirus usando la luce ultravioletta: come funziona la lampada UV-C tra i metodi più efficaci per sterilizzare

25 Maggio 2020 - 11:05

La Fase 2 dell’emergenza Coronavirus ha visto la riapertura di molte attività con la necessità di sanificare locali, aree ad accesso pubblico e, nel caso delle officine, anche i veicoli prima e dopo gli interventi. Tra i diversi metodi e le tecniche per la sanificazione più diffusi c’è la sanificazione con lampada UV-C. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta e cosa cambia rispetto agli alti metodi di sanificazione.

SANIFICAZIONE CON LAMPADA UV-C: L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’

Dopo aver parlato della sanificazione con Ozono, un metodo attualmente in attesa di essere approvato come biocida, oggi parliamo di sanificazione con raggi ultravioletti UV-C e come funziona. A proposito, qui abbiamo chiarito anche cosa cambia tra igienizzazione, disinfezione e sanificazione, e cosa serve. I raggi ultravioletti sono già ampiamente diffusi in diversi settori per la loro efficacia contro virus e batteri. L’Istituto Superiore di Sanità, tra le linee guida nel rapporto n.25/2020 cita tra i metodi di sanificazione: “trattamento con raggi UV a bassa lunghezza d’onda (220 nm) e la vaporizzazione/aerosolizzazione del perossido di idrogeno”. La sanificazione con lampade UV trova applicazione contro il Coronavirus dopo l’impiego nella sanificazione delle acque ad uso umano o industriale, i condotti di areazione e la sterilizzazione di superfici sanitarie e non. Adesso vediamo come funziona la sanificazione UV-C contro il Coronavirus.

RAGGI UV A/B/C/V E L’IMPIEGO NELLA SANIFICAZIONE

Prima di entrare nel dettaglio su come funziona la sanificazione con lampade UV-C contro il Coronavirus, dobbiamo ricordare cosa cambia tra i diversi “tipi” di raggi UV. Le radiazioni ultraviolette sono naturalmente emesse con l’irraggiamento solare e in base alla lunghezza d’onda possono avere effetti diversi per l’uomo, alcuni materiali e gli organismi cellulari. Vediamo nel dettaglio perché:

UV-A (lunghezza d’onda 320-400 nm) sono i responsabili dell’abbronzatura e quindi i principali nemici dell’invecchiamento precoce della pelle;

UV-B (lunghezza d’onda 280-320 nm) sono in parte filtrati dall’atmosfera e ad una prolungata esposizione possono provocare irritazioni agli occhi e dermatiti;

UV-C (lunghezza d’onda 200-280 nm) si trovano nella banda di radiazioni capaci di uccidere o inibire virus e batteri, esattamente alla lunghezza di 253,7 nm, ma totalmente assorbiti dall’atmosfera;

UV-V (lunghezza d’onda 10-200 nm) sono ancora più efficaci contro virus e batteri, ma totalmente assorbiti dai gas costituenti l’aria (principalmente ossigeno e azoto). Poiché sono più dannosi si preferisce utilizzare i raggi UV-C, come vediamo nel paragrafo seguente.

Già questo può spiegare perché esporre semplicemente al sole un oggetto non garantisce un’azione sanificante contro il Coronavirus. Ma come funziona allora la sanificazione con UV-C?

SANIFICAZIONE CON LAMPADA UV-C: COME FUNZIONA

La letteratura scientifica inclusa in una pubblicazione della National Health Commission of China, conferma che il Coronavirus è sensibile ai raggi UV-C. La funzione sanificante degli UV-C è stata collaudata anche negli ospedali da campo a Wuhan, epicentro cinese della pandemia, e a Pechino. Per ottenere i raggi UV-C non disponibili naturalmente, si utilizza una lampada UV-C in grado di emettere esattamente radiazioni a 253,7 nm. Quindi è necessario dotarsi di lampade di qualità e comprovata affidabilità per una sanificazione sicura. Osram, ad esempio, ha realizzato le lampade UV-C AirZing per la sanificazione ambientale con sensore PIR, che interrompe la sanificazione se rileva la presenza umana. Più in generale l’azione dei raggi UV-C contro virus e batteri a questa lunghezza d’onda avviene così:

– i raggi UV penetrano la parete cellulare;
– i fotoni ad alta energia degli UV-C sono assorbiti dalle proteine cellulari e dal DNA (RNA) del microrganismo;
– viene danneggiata la struttura proteica, il DNA/RNA è alterato chimicamente, quindi il virus non è in grado di metabolizzare o replicarsi.

SANIFICAZIONE CON LAMPADA UV-C E L’AZIONE COMBINATA

E arriviamo alle domande di più ampio interesse sull’efficacia della sanificazione con lampade UV. A chi si chiede se i raggi UV si possono utilizzare al posto del sapone e del gel igienizzante?, il Ministero della Salute spiega: “Le lampade UV non devono essere utilizzate per sterilizzare le mani o altre aree della pelle poiché possono causare irritazione”. Da questo scaturisce chiaramente anche la necessità di assicurarsi che non ci siano persone nelle aree sottoposte a sanificazione con UV-C (ecco perché Osram ha pensato al sensore integrato). Si tratta indubbiamente di uno dei metodi più efficaci senza l’utilizzo e la dispersione di sostanze chimiche. Tuttavia crediamo che un’azione combinata con altri metodi (come indica anche l’ISS) potrebbe garantire un’azione più efficace nei locali con molte zone d’ombra, (come un’officina o uffici), dove un aerosol o un gas arriverebbe dove la luce è bloccata da altri oggetti.

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