Produzione auto: la pandemia non è finita e la crisi dei chip peggiora Il settore automotive continua a dover fare i conti con blocchi della produzione di auto a causa della pandemia e della crisi dei chip

Produzione auto: la pandemia non è finita e la crisi dei chip peggiora

Il settore automotive continua a dover fare i conti con blocchi della produzione di auto a causa della pandemia e della crisi dei chip

31 Marzo 2022 - 01:03

Mentre in Europa le restrizioni legate alla pandemia si riducono progressivamente, in Cina la situazione è nettamente differente. Questa settimana è stato avviato un lockdown di massa a Shanghai, uno dei centri produttivi ed economici della Cina, con 9 giorni di stop che bloccheranno le attività di 26 milioni di abitanti. Questa delicata situazione avrà un effetto anche sulla produzione di auto, sempre più legata ai componenti in arrivo dalle principali aree industriali cinesi. La crisi dei chip potrebbe ulteriormente peggiorare causando ulteriori stop produttivi in Europa. Gli stabilimenti di produzione europei, intanto, sono alle prese anche con i problemi legati al conflitto in Ucraina, Paese che, fino a poche settimane fa, era uno dei principali fornitori di componenti per auto. La produzione auto nel 2022 rischia di continuare a ritmo ridotto.

PRODUZIONE AUTO: TORNANO GLI STOP PER I LOCKDOWN DOVUTI ALLA PANDEMIA

Dalla Cina arriva un duro colpo alla produzione auto internazionale. Il nuovo lockdown di Shanghai ha colpito Aptiv e Thyssenkrupp, due fornitori di riferimento del mercato delle quattro ruote, sia in Cina che al di fuori dei confini cinesi. Lo stop delle attività produttive fino al prossimo 6 aprile andrà a rallentare ulteriormente le consegne alle aziende clienti. A cascata, quindi, è prevista una possibile carenza di componenti per diversi stabilimenti di produzione auto. La situazione è in costante divenire. L’approccio “zero COVID” cinese sembra aver fallito ed è attualmente in discussione dalle stesse autorità locali. Ulteriori blocchi produttivi potrebbero diffondersi a macchia d’olio nelle prossime settimane se la nuova ondata della pandemia, legata alla variante Omicron, non dovesse essere contenuta con il nuovo lockdown. Anche il Salone dell’auto di Pechino di fine aprile potrebbe essere riprogrammato.

ANCHE I PRODUTTORI OCCIDENTALI COSTRETTI A FERMARE LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE

La nuova ondata della pandemia in Cina non ferma solo la produzione di componentistica dedicata al settore automotive. Tra fine marzo e inizio aprile, infatti, anche diversi stabilimenti di produzione di veicoli (destinati però quasi esclusivamente al mercato interno) sono costretti a fermarsi. Il Gruppo Volkswagen, ad esempio, ha interrotto la produzione negli impianti di Shanghai a causa del lockdown. Anche la Gigafactory Tesla presente nell’area è costretta allo stop e non riprenderà le attività almeno fino alla prossima settimana. Un’ulteriore crescita dei contagi potrebbe costringere diversi impianti di produzione a fermarsi dando un duro colpo all’intero mercato cinese.

GLI EFFETTI DEL LOCKDOWN SULLA PRODUZIONE AUTO INTERNAZIONALE NELLE PROSSIME SETTIMANE

La produzione del settore auto su scala internazionale potrebbe iniziare a risentire degli effetti del nuovo lockdown cinese nel corso delle prossime settimane. Il ritardo nelle consegne della componentistica (in particolare i semiconduttori) potrebbe comportare ulteriori blocchi produttivi in primavera, soprattutto se l’ondata della pandemia a Shanghai non sarà tenuta sotto controllo. Per registrare gli effetti della possibile carenza di chip derivante dalle chiusure di questi giorni sarà sufficiente attendere qualche settimana. Molti produttori occidentali potrebbero avere scorte sufficienti per gestire l’emergenza, in caso di brevi lockdown e quindi di uno stop ridotto delle attività produttive dei fornitori.

CALA LA PRODUZIONE AUTO: POSSIBILE TAGLIO DELLE STIME PER IL 2022

Le nuove chiusure in Cina potrebbero causare un ulteriore rallentamento delle attività produttive nelle prossime settimane. Una nuova carenza dei chip, come già avvenuto nel 2021, potrebbe spingere vari produttori del settore delle quattro ruote a tagliare le stime per il 2022 a causa dell’impossibilità di raggiungere i target produttivi. Molte aziende del settore automotive hanno stimato i risultati del 2022 in base a un progressivo allentamento delle restrizioni. Nuove chiusure, in particolare in un Paese come la Cina colpito solo marginalmente dalle varie ondate della pandemia nell’ultimo anno, cambiano le carte in tavola. Il caso di Volvo Cars è esemplificativo. L’azienda è stata tra le prime ad annunciare un taglio alle previsioni per il 2022 proprio a causa del peggioramento della crisi dei chip. Ad aprile, in occasione dell’annuncio dei risultati del primo trimestre del 2022, diversi produttori potrebbero essere costretti a seguire l’esempio di Volvo.

NON C’E’ SOLO LA PANDEMIA: LA PRODUZIONE AUTO È IN CALO ANCHE PER IL CONFLITTO IN UCRAINA

La produzione globale del settore auto deve fare i conti non solo con la nuova ondata della pandemia in Cina e lo spettro della crisi dei chip. La guerra in Ucraina, che va avanti da oltre un mese, ha dato un duro colpo all’intero settore automotive. Le prime stime anticipano un netto taglio della produzione auto per il 2022 e il 2023 a causa degli effetti del conflitto. Il taglio in questione è legato sia al crollo dei mercati russo e ucraino che allo stop delle forniture provenienti dall’Ucraina che stanno bloccando diversi stabilimenti europei. C’è poi la questione dei prezzi delle materie prime che potrebbe creare ulteriori problemi. Il caso del Nichel, componente chiave per la realizzazione di batterie, di cui la Russia è principale fornitore chiarisce le possibili difficoltà future. Il prezzo all’ingrosso di questo materiale è quasi raddoppiato rispetto alle quotazioni antecedenti allo scoppio della guerra. Con costi di approvvigionamento più alti per le batterie, i prezzi delle elettriche potrebbero salire. A farne le spese potrebbe essere l’intero mercato, con un calo generalizzato della domanda.

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