Incidenti stradali 2019: meno morti in Europa, ma non basta Nuovo report sugli incidenti stradali nel 2019: meno morti in Europa

Incidenti stradali 2019: meno morti in Europa, ma non basta

Nuovo report sugli incidenti stradali nel 2019: meno morti in Europa, ma il calo non basta per raggiungere l'obiettivo di -50% di vittime nel decennio

17 Giugno 2020 - 11:06

In Europa meno morti per incidenti stradali nel 2019, ma l’obiettivo di dimezzare il numero delle vittime al termine del decennio resta lontanissimo e probabilmente irraggiungibile. Il 14° report annuale dell’European Transport Safety Council (ETSC) ha rilevato infatti una diminuzione del 3% rispetto al 2018, che porta al 23,7% la riduzione complessiva dei decessi stradali a partire dal 2010 (con una riduzione media annua del 2,7%). Numeri incoraggianti ma non sufficienti a colmare in un solo anno il gap che servirebbe per tagliare l’ambizioso traguardo del -50% stabilito dieci anni fa. Anche se nel 2020 si prevede una forte calo del numero di incidenti stradali, e conseguentemente di vittime, a causa dei mesi di lockdown che hanno interessato quasi tutti gli Stati europei. Tuttavia appare improbabile che i numeri scendano così tanto da permettere di raggiungere l’obiettivo.

INCIDENTI STRADALI 2019 IN EUROPA: CALO REGISTRATO IN 16 PAESI

Entrando maggiormente nel dettaglio dei dati pubblicati dall’ETSC, scopriamo che nel 2019, sui 32 Paesi europei monitorati (i 27 dell’UE + Regno Unito, Svizzera, Ucraina, Norvegia e Israele), solo la metà ha fatto registrare una diminuzione dei morti per incidenti stradali nei confronti dell’anno prima. Il primato spetta al piccolo Lussemburgo con -38,9%, davanti a Svezia (-31,8%), Estonia (-22,4%) e Svizzera (-19,7%). Performance sufficiente anche per l’Italia, i cui numeri vengono però definiti ‘provvisori’, con una riduzione del 6,1%. Maglia nera invece per Israele, Danimarca e Slovenia, che hanno visto crescere il numero delle vittime stradali rispettivamente del +17,0%, +13,7% e +12,1%. Nel computo parziale del decennio 2010-2019 solo Norvegia (-48,6%), Grecia (-44,4%) e Svizzera (-42,8%) si avvicinano all’obiettivo iniziale del -50%. L’Italia è al 23,9%, praticamente in linea con la media del Continente (23,7%).

INCIDENTI STRADALI IN EUROPA: BENE L’ESTONIA NEGLI ULTIMI 10 ANNI

Escludendo la Norvegia, che non fa parte dell’UE, per il Road Safety Performance Index Report dell’ETSC sono stati dunque gli Stati baltici, insieme alla Grecia e al Portogallo, i Paesi che hanno compiuto i maggiori progressi dal 2010 per ridurre il numero delle vittime di incidenti stradali. In particolare l’Estonia ha raggiunto un livello paragonabile ai Paesi Bassi, nazione da sempre ritenuta all’avanguardia nel campo della sicurezza stradale per via della sua politica a sostegno della mobilità sostenibile (ad Amsterdam e dintorni la bicicletta è quasi una religione). Tuttavia proprio i Paesi Bassi, insieme al Regno Unito, pur rimanendo relativamente bassi come mortalità stradale, hanno totalizzato un numero maggiore di decessi nel 2019 rispetto al 2010. Anche Francia, Svezia e Germania sono state deludenti, mentre Bulgaria e Romania restano le peggiori in Europa a livelli di vittime, con progressi assai poco significativi.

I dati dell’ETSC snocciolati nell’articolo, insieme ad altri, sono ben rappresentati dal seguente grafico che tiene conto delle statistiche dell’ultimo anno (2018-2019), dell’ultimo decennio (2010-2019) e degli ultimi vent’anni (2001-2019).

SINISTRI STRADALI: PREVISIONI PER IL 2030

Com’è noto l’UE si è data obiettivi ancora più ambiziosi per il 2030 in materia di sinistri stradali, puntando a un ulteriore dimezzamento dei morti. Secondo l’European Transport Safety Council gli Stati membri dovranno però potenziare maggiormente le infrastrutture per raggiungere il traguardo, e 21 di essi hanno già iniziato a farlo. Paradossalmente alcune misure adottate per contrastare la pandemia di Covid-19 potrebbero indicare la via da seguire, come l’aumento delle zone pedonali e delle piste ciclabili nelle aree urbane, combinato a modifiche strutturali e limiti di velocità più bassi. Ma se si dovesse tornare alle solite modalità pre-crisi (e ci sono già inquietanti segnali di pericolo) ogni sforzo sarà risultato vano. È probabile comunque che la sicurezza stradale in Europa subirà un grande impulso nel prossimo decennio grazie alla nuova legislazione sugli standard minimi di sicurezza dei veicoli e concordata lo scorso anno.

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