
Francia: zone a basse emissioni verso lo stop, ecco perché
Perché la Francia vuole abolire le Zone a basse emissioni? Il voto dell'Assemblea nazionale mette in dubbio le politiche ecologiste
Perché la Francia vuole abolire le Zone a basse emissioni? Il voto dell'Assemblea nazionale mette in dubbio le politiche ecologiste
Nei giorni scorsi l’Assemblea nazionale francese (la parte del Parlamento d’oltralpe che equivale alla nostra Camera dei deputati) ha votato a favore dell’abolizione delle Zone a Basse Emissioni (ZFE), un sistema introdotto nel 2019 per limitare l’inquinamento atmosferico nelle grandi città, come Parigi e Lione, attraverso restrizioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti. Con 98 voti favorevoli contro 51, la decisione, spinta da una coalizione trasversale che include deputati del Rassemblement National, della destra, del LFI e persino alcuni macronisti, rappresenta una svolta significativa nell’ambito delle politiche ecologiche. Tuttavia, il percorso per l’abolizione definitiva non è ancora concluso, poiché la proposta deve superare l’esame del Senato e l’approvazione finale. Ma quali sono le ragioni dietro questo voto? E quali potrebbero essere le conseguenze?
PERCHÉ LE ZFE SONO CONTESTATE: UN PESO PER LE CLASSI POPOLARI
Le ZFE, pensate per ridurre le emissioni di particolato fine e migliorare la qualità dell’aria, sono state criticate per il loro impatto sociale. Molti cittadini, specialmente quelli con redditi più bassi, non possono permettersi di sostituire i loro veicoli più vecchi con modelli ibridi o elettrici conformi alle normative Crit’Air. Questo ha portato a percepirle come misure ‘punitive’ e ‘discriminatorie’, che limitano la mobilità di chi dipende dall’auto per lavoro o necessità quotidiane, senza offrire alternative di trasporto pubblico adeguate. Parlamentari come Laurent Jacobelli del Rassemblement National hanno sottolineato che combattere l’inquinamento non dovrebbe gravare sui più poveri, un sentimento condiviso anche da una parte della sinistra, che si è astenuta dal voto.
ZONE A BASSE EMISSIONI ABOLITE IN FRANCIA? L’ITER È ANCORA LUNGO
Il voto del 28 maggio 2025 ha segnato un momento di rottura con le politiche ambientali percepite come tecnocratiche. La proposta di abolizione delle ZFE, inserita in un disegno di legge per la semplificazione economica, ha visto un’ampia convergenza tra destra, estrema destra e alcuni membri del partito di Macron. Questo risultato riflette non solo l’opposizione popolare, ma anche una crescente frattura tra l’Eliseo e il Parlamento. Tuttavia, come già anticipato, la strada verso l’abolizione non è definitiva: il Senato deve ancora esprimersi, e la misura dovrà essere inclusa in un disegno di legge più ampio per il voto finale. Inoltre, c’è il rischio di dover rimborsare oltre 3 miliardi di euro di fondi europei, che Bruxelles ha stanziato per sostenere le ZFE, un aspetto che potrebbe complicare l’iter legislativo.
IL FUTURO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE IN FRANCIA
L’abolizione delle ZFE potrebbe segnare un passo indietro nella lotta contro l’inquinamento atmosferico, responsabile di circa 40.000 decessi all’anno in Francia, secondo il ministero della Salute. Tuttavia, apre anche un dibattito su come bilanciare obiettivi ambientali e giustizia sociale. Critici delle ZFE, come Jordan Bardella, le hanno definite ‘antisociali’, proponendo una maggiore flessibilità per i Comuni nel gestire la qualità dell’aria. D’altra parte, gli ecologisti avvertono che l’eliminazione delle restrizioni potrebbe compromettere gli impegni climatici della Francia e i finanziamenti europei. La sfida futura sarà quindi trovare alternative che promuovano la mobilità sostenibile senza penalizzare le fasce più vulnerabili, magari attraverso incentivi più robusti per l’acquisto di veicoli ecologici o il potenziamento dei trasporti pubblici.