Esplosione Toyota Bologna: perché è crollato il capannone?

Esplosione Toyota Bologna: perché è crollato il capannone?

Esplosione alla Toyota Material Handling di Bologna: due morti e undici feriti. Ancora da accertare le cause dell'incidente, si indaga per omicidio colposo

24 Ottobre 2024 - 10:50

Grande sgomento in tutta Italia per l’esplosione alla Toyota Material Handling di Bologna che ha causato la morte di due persone e il ferimento di altre undici, di cui una in modo grave. L’incidente è avvenuto alle 17:20 circa del 23 ottobre, quando nell’impianto erano in servizio circa 300 degli 850 lavoratori impiegati abitualmente, e lo scoppio è stato talmente forte da udirsi fino a 10 km di distanza, venendo paragonato a una bomba o a un terremoto. Ma cosa ha provocato il crollo del capannone di un’azienda considerata all’avanguardia (anche se non è il primo incidente a verificarsi nello stabilimento)? Non c’è ancora una risposta definitiva, al momento si sa solo che la Procura dovrebbe aprire a breve un fascicolo per il reato di omicidio colposo.

ESPLOSIONE TOYOTA A BOLOGNA: CHE COSA SI PRODUCE NELLO STABILIMENTO

Lo stabilimento in cui si è verificata la tragica esplosione appartiene a Toyota Material Handling, un’azienda che produce carrelli elevatori per le merci del gruppo giapponese Toyota Industries Corporation, e si trova in zona Borgo Panigale, vicino all’aeroporto di Bologna. Nella fabbrica, un tempo sede della Cesab SpA, storica azienda italiana produttrice di carrelli elevatori, lavorano 850 dipendenti (è una delle più importanti del territorio) con una grande espansione negli ultimi anni. Sul sito web dell’azienda si legge nell’impianto si progetta e realizza una gamma completa di carrelli controbilanciati elettrici, con una capacità da 1 a 8,5 tonnellate: “I prodotti Toyota Material Handling, dal design inconfondibile, sono ideati e costruiti per garantire la massima funzionalità, con una costante attenzione alla tutela dell’operatore e dell’ambiente”.

ESPLOSIONE TOYOTA BOLOGNA: COSA HA CAUSATO L’INCIDENTE?

Secondo le prime ricostruzioni, a esplodere è stato uno strumento a pressione, probabilmente un compressore, provocando il crollo di un pilastro portante che ha poi trascinato con sé il tetto del capannone del reparto logistico, facendolo franare. Come riporta La Stampa, i soccorritori appena usciti dal luogo del disastro hanno riferito che l’architettura è collassata su sé stessa, ammucchiando macerie di metallo e laterizi a livello del suolo. Con le indagini appena incominciate, le ipotesi sulle cause dell’esplosione alla Toyota di Bologna si dividono tra il difetto di fabbricazione del macchinario, la cattiva manutenzione o un utilizzo inappropriato. Come anticipato, è probabile che la Procura apra a breve un fascicolo per omicidio colposo.

Le vittime dell’incidente sono Lorenzo Cubello di 37 anni e Fabio Tosi di 34 anni, entrambi bolognesi. Altri undici lavoratori sono rimasti feriti e sono stati ricoverati tra l’ospedale Maggiore di Bologna e l’ospedale di San Giovanni in Persiceto. Uno è grave e ha subito un intervento chirurgico, gli altri hanno contusioni più lievi e nessuno versa in pericolo di vita.

INCIDENTE ALLA TOYOTA MATERIAL HANDLING DI BOLOGNA: LE REAZIONI

Come detto, in linea teorica lo stabilimento della Toyota Material Handling di Bologna è un impianto moderno e apparentemente sicuro, in cui i muletti vengono assemblati in catene di montaggio automatizzate, con attrezzi azionati ad aria compressa dagli operai. I compressori sono in un reparto separato ed è proprio lì che si è consumata la tragedia.

Tuttavia in passato c’erano già stati problemi con la sicurezza e infatti, per ironia della sorte, proprio oggi, giovedì 24, prima ancora che si verificasse l’incidente era stato indetto uno sciopero per chiedere maggiore sicurezza nello stabilimento. Gian Pietro Montanari dell’assemblea Fiom, per anni delegato alla Toyota di Bologna e oggi al magazzino di Crespellano, ha raccontato ai giornalisti presenti sul posto che in passato si era scioperato perché ai lavoratori erano stati assegnati dei nuovi attrezzi non ancora collaudati. Un’altra volta, invece, si era propagato un incendio nel reparto verniciatura, per fortuna senza conseguenze per le persone. Una dipendente, rimasta anonima, ha svelato sempre a La Stampa che nell’impianto “ci sono sempre problemi, soprattutto alla linea 1. In molti si sono già fatti male“. Per Montanari, comunque, “questa non è l’azienda peggiore del mondo, ma bisogna accertare se c’era manutenzione o no“.

In attesa di conoscere la verità sull’esplosione che ha provocato due vittime e undici feriti di cui grave, il sindacato di base SGB ha proclamato uno sciopero di 24 ore per tutti i lavoratori dei settori pubblici e privati dell’area metropolitana della città di Bologna per la giornata di venerdì 25 ottobre.

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