
Nuove accise sui carburanti in Italia: come cambiano nel 2025
Tanti le detestano ma nessuno riesce a toglierle: le accise sui carburanti in Italia, quali sono, cosa finanziano e come cambiano nel 2025
Tanti le detestano ma nessuno riesce a toglierle: le accise sui carburanti in Italia, quali sono, cosa finanziano e come cambiano nel 2025
Dopo il bollo auto un altro balzello che gli automobilisti italiani non sopportano per niente ed eliminerebbero anche… ieri, specie da quando i prezzi di benzina, diesel e non solo sono aumentati, è l’accisa sui carburanti per l’autotrazione. Un’imposta che tanti politici vorrebbero cancellare o quanto meno ridurre, ma che resiste da decenni a tutto e a tutti perché garantisce un gettito fondamentale per le casse dello Stato. E che nel corso del tempo è stata persino resa ‘strutturale’, quindi non legata a particolari eventi o circostanze. Vediamo perciò di saperne di più circa le nuove accise sui carburanti in Italia, in particolare quali sono e cosa finanziano, anche alla luce delle modifiche introdotte nel 2025.
- Cosa è l’accisa sui carburanti
- Quanto pesa sul prezzo finale
- Nuove aliquote 2025
- Cosa finanziano
- FAQ
CHE COS’È L’ACCISA SUI CARBURANTI?
L’accisa è una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. La più diffusa è quella sul prezzo dei carburanti, presente a vari livelli in quasi tutto il mondo e in particolare nei Paesi non produttori. In Italia le accise sui carburanti (benzina, diesel e gpl, mentre quella sul metano è irrilevante) sono state introdotte gradualmente fin dagli anni ‘30 del secolo scorso per fronteggiare economicamente improvvise emergenze dovute per lo più a disastri naturali ed eventi militari. Oggi se ne contano ben 19 di accise sui carburanti in Italia, ma in realtà questo conteggio non ha più molto senso perché nel 1995, quindi trent’anni fa, le varie accise sono state inglobate in un’unica imposta indifferenziata che finanzia il bilancio statale nel suo complesso (quasi 24 miliardi di euro nel 2021), senza alcun riferimento alle motivazioni originali. E nel 2013 questa misura è diventata pure strutturale.
QUANTO PESA L’ACCISA SUL COSTO FINALE DEI CARBURANTI
Nell’ultima rilevazione del MASE datata 12 maggio 2025, che si riferisce alla media settimanale dei prezzi dal 5 all’11 maggio 2025, i prezzi nazionali (€/1.000 litri) della benzina, del gasolio e del gpl per l’autotrazione in modalità self-service sono i seguenti:
- Benzina: 1.689,68 euro di cui 728,40 (accisa), 304,70 (Iva) e 656,58 (netto);
- Gasolio auto: 1.578,61 euro di cui 617,40 (accisa), 284,67 (Iva) e 676,54 (netto);
- Gpl: 721,68 euro di cui 147,27 (accisa), 130,14 (Iva) e 444,27 (netto).
Ne consegue che l’accisa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel (assai meno sul gpl), e aggiungendoci l’Iva al 22% (calcolata su netto + accisa) il carico sale al 55% circa. Nell’Unione Europea solo l’Olanda e il Regno Unito hanno imposte indirette sui carburanti più alte dell’Italia, ma non solo: il nostro Paese è al decimo posto (sia per la benzina che per i diesel) nella classifica delle nazioni europee dove il pieno risulta più caro (dati GlobalPetrolPrices.com).
NUOVE ACCISE SUI CARBURANTI (BENZINA E DIESEL) DAL 15 MAGGIO 2025
Pochi giorni dopo la rilevazione dei prezzi che abbiamo appena citato, precisamente il 15 maggio 2025, è partito ufficialmente il processo che porterà al progressivo allineamento delle accise su benzina e diesel, che si concluderà nel 2030. Significa che un po’ alla volta l’accisa sul diesel aumenterà e quella sulla benzina diminuirà, fino ad allinearsi nel 2030 sull’ipotetica cifra (ancora da confermare) di 673,00 € per 1.000 litri.
Pertanto, in virtù delle nuove aliquote definite dal decreto interministeriale del 14/5/2025, a decorrere dal 15 maggio 2025 le accise sui carburanti (solo benzina e diesel) subiscono le seguenti modifiche:
- accisa sulla benzina passa da 728,40 €/1.000 litri a 713,40 €/1.000 litri;
- accisa sul diesel passa da 617,40 €/1.000 litri a 623,40 €/1.000 litri.
Queste nuove aliquote di accise rimarranno valido fino al prossimo aggiornamento previsto nella primavera del 2026.
ACCISE SUI CARBURANTI IN ITALIA: QUALI SONO E COSA FINANZIANO
Per mera curiosità vi riportiamo infine l’elenco delle 19 accise sui carburanti in Italia introdotte nel corso degli anni. La somma ammonta a circa 0,41 euro (per litro), a cui si deve aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti, che portavano il totale finale dell’accisa a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel, prima della variazione del 2025.
Ma, come abbiamo spiegato, l’elenco delle varie accise è ormai puramente indicativo, dato che dal 1995 l’imposta sul carburante è definita in modo unitario e il gettito che ne deriva non finanzia le casse statali in specifiche attività ma nel loro complesso, con una sola aliquota che non distingue tra le diverse componenti. Condizione che tra l’altro rende impossibile (o molto difficile) l’ipotesi di abolirne selettivamente alcune, a cominciare dall’ormai ‘mitologica’ accisa per la guerra d’Etiopia che nella realtà non esiste più. Ecco la lista delle 19 accise con le originarie motivazioni (da Wikipedia):
- Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
- Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
- Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
- Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
- la Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
- Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
- Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
- Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);
- Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);
- Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;
- Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;
- Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;
- Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;
- Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;
- Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;
- Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);
- Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;
- Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;
- Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.
FAQ CON DOMANDE E RISPOSTE SULLE ACCISE
- Qual è la natura dell’imposta sui carburanti in Italia e per quali ragioni fu originariamente introdotta?
L’accisa sui carburanti rappresenta una tassa sulla produzione e vendita di benzina, diesel e gpl. Storicamente, queste imposte furono implementate a partire dagli anni ’30 del secolo scorso per far fronte a necessità economiche urgenti, spesso connesse a calamità naturali o eventi bellici. - Qual è l’incidenza dell’accisa sul prezzo finale che gli automobilisti pagano per il rifornimento e come si posiziona l’Italia nel contesto europeo per quanto riguarda il costo del carburante?
Considerando i dati più recenti, l’accisa incide per quasi il 40% sul costo di benzina e gasolio. Aggiungendo l’IvaA, la tassazione complessiva supera il 55%. A livello europeo, solo poche nazioni applicano imposte indirette sui carburanti superiori all’Italia, e il nostro Paese si colloca tra le prime posizioni per il costo più elevato del pieno. - Quali cambiamenti sono stati introdotti nel 2025 riguardo alle accise su benzina e diesel e quale obiettivo si prefigge tale modifica?
A partire dal 15 maggio 2025 è iniziato un processo di graduale riallineamento delle accise su benzina e diesel, che si concluderà entro il 2030. Questo comporta un progressivo aumento dell’accisa sul gasolio e una contemporanea diminuzione su quella della benzina, con l’intento di uniformarle a un valore stimato di 673,00 € per 1.000 litri. -
Le accise finanziano ancora eventi specifici, come per esempio la guerra d’Etiopia?
No, dal 1995 le accise sui carburanti non sono più legate agli eventi specifici per cui sono state introdotte, ma formano un’unica imposta che alimenta il bilancio statale complessivo. Questo rende difficile eliminare singole componenti dell’accisa, nonostante le richieste di riduzione.