Alcol test nullo se l'agente disinfetta le mani: studio USA lancia l'allarme

Allarme alcol test: se l'agente si igienizza le mani con il gel il risultato può essere falsato. Lo studio USA mette tutto in discussione

 
Alcol test nullo se l'agente disinfetta le mani: studio USA lancia l'allarme Allarme alcol test: se l'agente si igienizza le mani con il gel il risultato può essere falsato. Lo studio USA mette tutto in discussione

Allarme alcol test: se l'agente si igienizza le mani con il gel il risultato può essere falsato. Lo studio USA mette tutto in discussione

23 Novembre 2017 - 03:11

Si possono correre rischi di livello vario (dalla multa salata al perdere la vita), si può bere molto poco o ci si mette d'accordo perché il guidatore rimanga sobrio per portare a casa gli altri: bere e guidare mette di fronte a varie alternative e la scelta è solo nostra. Può comunque accadere di essere fermati per un alcol test casuale anche se perfettamente sobri, nel qual caso avremmo la granitica certezza di superare l'alcol test. Bene: uno studio USA incrina questo punto fermo e dice che dei falsi positivi potrebbero verificarsi perché l'agente si è, correttamente, igienizzato le mani con il gel prima di effettuare la misurazione (sapevi che hanno scoperto un infermiere che “puliva” i risultati degli alcoltest?) .

PROCEDURA TRADITRICE “Di buone intenzioni è lastricata la via dell'inferno”: saranno luoghi comuni ma la saggezza popolare spesso è acuta e sagace. Come non essere d'accordo in questo caso, che mette di fronte ad uno schema d'azione dei test corretto e rispettoso che però rischia di falsarne i risultati? Anticipiamo le conclusioni: se ci si trova a dover sostenere un alcol test è meglio sperare che l'agente (o, in ogni caso, chi esegue il test) non si disinfetti le mani con prodotti a base di alcol perché questa pur corretta pratica rischia di dare dei falsi positivi al test (sapevi che guidare stanchi è come essere ubriachi?). A questa conclusione è giunto il Missouri Department of Health and Senior Services Breath Alcohol Program, secondo quanto riportato dal magazine Gizmodo.

IL GEL CHE INGANNA Lo studio punta il dito sui gel e sulle schiume igienizzanti, che sono spesso presenti negli uffici delle forze dell'ordine, ad esempio accanto agli apparecchi per il rilevamento delle impronte digitali. Essi sono a base di alcol e usandoli emettono dei vapori che, è questo il risultato dello studio, possono causare errori nell'etilometro o addirittura portare ad un risultato falso positivo. Il ricercatore Brian Lutmer spiega infatti che “in praticamente tutte le giurisdizioni degli Stati Uniti, ci sono restrizioni che impediscono ai soggetti sottoposti a test di entrare in contatto con l'alcol, in qualsiasi forma esso si presenti, nei 15 o 20 minuti precedenti il test. A questo punto dobbiamo evidenziare che anche l'operatore che non si deve sottoporre alla prova ma, al contrario, la esegue su un altro soggetto, deve adottare ogni precauzione per evitare contatti personali con l'alcol e impedire che vapori di alcol siano nell'aria perché questo potrebbe influenzare il test”.

Anche altri studi avevano provato che i disinfettanti per le mani possono distorcere le letture dei dispositivi portatili ma questa volta gli autori dello studio si sono concentrati sugli strumenti che rilevano l'alcol nel respiro, un tema scottante perché questi test hanno valore probatorio in tribunale (un caso del genere si ha nei test imposti in caso di omicidio stradale, per il quale sono stat previsti protocolli ad hoc per la Polizia e gli ospedali).

RILEVATORI IN TILT I ricercatori hanno riunito 65 soggetti sobri in una stanza controllata e ventilata e li hanno divisi in 3 gruppi, uno per ognuno dei 3 etilometri portatili a disposizione; ognuno di essi è stato poi sottoposto ad un test respiratorio eseguito rispettando le procedure che avrebbe seguito un Agente.

A questo punto uno dei due operatori si è igienizzato le mani usando una schiuma o il gel Purell, molto usato negli USA, e le ha quindi strofinate fino a che non si sono asciugate; ha poi ripetuto il test, tenendo in mano il tubo mentre il soggetto soffiava. Dei 130 test condotti in queste 2 modalità, 13 hanno hanno indicato concentrazioni di alcol positive nel respiro, anche se il soggetto era completamente sobrio, mentre altri 41 si sono conclusi con un'indicazione di errore. Lutmer ha avvertito che questo studio ha dei limiti e che andrebbe ripetuto sia aumentando il numero dei test sia usando etilometri diversi ma in ogni caso i risultati sono inquietanti e andrebbero valutati con attenzione. La questione merita di essere sollevata e portata a conoscenza sia della Polstrada sia delle strutture sanitarie che, come sappiamo, hanno un ruolo di primo piano nell'effettuare i controlli (leggi che per il reato di omicidio stradale i test tossicologici diventano obbligatori e istantanei).

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