VW chiude in Germania e apre in Cina: costi ridotti fino al 50%

VW chiude in Germania e apre in Cina: costi ridotti fino al 50%

Se la Germania è fonte di problemi, la Cina potrebbe rivelarsi il posto giusto per il rilancio del gruppo Volkswagen

 

Se la Germania è fonte di problemi, la Cina potrebbe rivelarsi il posto giusto per il rilancio del gruppo Volkswagen

26 Novembre 2025 - 16:30

La Volkswagen ha grossi problemi in Germania tra licenziamenti già annunciati e chiusure di stabilimenti per il momento smentite ma in futuro chissà. Meglio quindi guardare altrove e la Cina potrebbe rappresentare il posto giusto per il rilancio del gruppo tedesco. Deve leggersi in quest’ottica l’apertura della nuova fabbrica Volkswagen a Hefei, circa due ore di treno da Shanghai: un impianto da 2,5 miliardi di euro per realizzare auto elettriche a prezzi competitivi e con costi di produzione fino al 50% più bassi di quelli in Germania. Obiettivo dichiarato: recuperare terreno sui marchi locali nel florido mercato cinese delle BEV. Ma non si può escludere che in futuro le auto VW prodotte in Cina possano giungere su altri mercati. Anche in Europa?…

VOLKSWAGEN: IN CINA UN IMPIANTO DA 2,5 MILIARDI DI EURO

Come riporta Il Sole 24 Ore, il nuovo stabilimento Volkswagen di Hefei in Cina integrerà software, hardware e validazione dei veicoli integrati in un unico impianto. E, soprattutto, sarà il primo sito nella storia del gruppo in cui modelli e piattaforme verranno integralmente sviluppati senza l’apporto della fabbrica madre in Germania, che rimarrà il fulcro delle operazioni sui mercati occidentali.

Quello che il Frankfurter Allgemeine Zeitung ha ribattezzato “una specie di seconda Wolfsburg in Cina” sarà uno stabilimento dotato di oltre 100 laboratori distribuiti su una superficie pari a quella di circa 15 campi da calcio. La possibilità di produrre totalmente in Cina comporterà numerosi vantaggi per Volkswagen:

  • razionalizzazione della catena di approvvigionamento (batterie comprese);
  • periodi di sviluppo del 30% più corti rispetto ai 50 mesi tradizionali;
  • stipendi più bassi che permettono di tagliare il costo produzione di alcuni modelli elettrici fino al 50% rispetto a quelli sostenuti in Germania nel 2023.

In questo modo VW conta di lanciare oltre 30 veicoli elettrici in Cina nei prossimi cinque anni.

IL CONTRATTACCO DI VW NEL MERCATO CINESE

Una ‘potenza di fuoco’ probabilmente necessaria per recuperare la leadership nel mercato cinese. Dopo un dominio durato diversi anni, il gruppo Volkswagen si è lasciato sorprendere dalla decisa sterzata verso l’elettrico della Cina, incentivata dal governo di Pechino e sfruttata dai costruttori locali per affermarsi grazie allo sviluppo tecnologico e ai listini accessibili (anche troppo, visto che questa corsa al ribasso è sfociata nell’ormai nota ‘guerra dei prezzi’ che rischia di fare implodere l’intero sistema). E così, dopo essere stata a lungo il maggior produttore nel Paese asiatico, VW si è vista sorpassare da BYD e ora è fuori dalla top-ten delle vetture elettriche e ibride. Le resta solo il primato nelle auto termiche, che i produttori cinesi hanno quasi abbandonato e i consumatori pure. Le quote di mercato perse in Cina spiegano gran parte dell’attuale crisi del gruppo tedesco.

Tuttavia, a differenza di altri marchi occidentali, Volkswagen non accetta la resa e dal 2022 ha investito circa 4 miliardi di euro in Cina, dove conta già 9.000 sviluppatori (contro i 10.000 di Wolfsburg in Germania). E adesso, con il nuovo stabilimento di Hefei, lancia la controffensiva, potendo peraltro contare sulle partnership tecnologiche con la cinese Xpeng e la statunitense Rivian per recuperare competitività anche nel settore della guida autonoma e dei software per auto.

Volkswagen Cina

AUTO ELETTRICHE VW PRODOTTE IN CINA ARRIVERANNO ANCHE IN EUROPA?

Come già anticipato, la strategia di VW sarebbe quella di riservare la produzione in Cina al mercato locale. Ma secondo rumors, il gruppo tedesco potrebbe usare l’impianto di Hefei anche per aumentare l’esportazione verso altri mercati ugualmente floridi, come Paesi arabi, Asia centrale e sud-est asiatico. L’Europa per il momento resterebbe esclusa (anche per i dazi UE che pesano sull’import di auto elettriche dalla Cina), ma in futuro le cose potrebbero cambiare: i costi nettamente più bassi, che rendono più vantaggioso produrre in Asia, potrebbero indurre a delocalizzare un sempre maggior numero di impianti. E a quel punto per le Case europee (non solo VW) produrre in Cina per poi vendere in Europa diventerebbe la normalità.

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