Incendi auto elettriche in officina: quali contromisure prendere? Come possono prepararsi le officine a prevenire il rischio incendio su auto elettriche e ibride plug-in? L’abbiamo chiesto a Filippo Cosi

Incendi auto elettriche in officina: quali contromisure prendere?

Come possono prepararsi le officine a prevenire il rischio incendio su auto elettriche e ibride plug-in? L’abbiamo chiesto a Filippo Cosi, Fire Safety Engineer

28 Maggio 2022 - 09:05

La nostra inchiesta sugli incendi delle auto elettriche ci ha permesso di scoprire che le officine potrebbero essere i luoghi dove gli incendi saranno più frequenti rispetto ad altri. Poiché spesso si opera su vetture già danneggiate, vedi le carrozzerie nello specifico, i rischi aumentano. Uno dei consigli che la nostra fonte ci aveva rivelato è quello di preparare la vettura con il gancio di traino perché in caso d’incendio può rivelarsi utile a trainare l’auto all’aperto. O anche predisporre dei carrellini sotto alle ruote nell’ipotesi in cui la vettura fosse in una posizione non facile da movimentare. Nell’ambito del report “Auto elettriche e connesse: impatto su aftermarket e consumatori” di SicurAUTO.it, abbiamo voluto approfondire quali sono le norme che un’officina deve rispettare e intervistato Filippo Cosi, Fire Safety Engineer, che ha risposto alle nostre domande.

Prevenzione incendi officine auto, quali sono le attuali norme e le misure che un’officina generica deve seguire/adottare?

“Prima di tutto se l’officina possiede una superficie coperta superiore a 300 mq costituisce attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi e quindi deve essere autorizzata per poter esercitare. Potrebbero anche essere presenti ulteriori attività soggette, come centrali termiche o depositi di particolari sostanze combustibili o infiammabili.

Indipendentemente dall’assoggettabilità di cui sopra, una nuova officina deve rispettare: le regole tecniche di prevenzione incendi ed il D.Lgs. n. 81/2008 (cosiddetto Testo Unico della sicurezza sui luoghi di lavoro); se ha superficie coperta maggiore di 300 mq deve anche richiedere una verifica del progetto da parte del Comando VVF; deve rispettare il D.M. 3/8/2015 (cosiddetto Codice di prevenzione incendi) se la superficie coperta supera i 300 mq, mentre se inferiore deve rispettare il D.M. 3/9/2021 (cosiddetto Minicodice) a partire dal 3 settembre 2022, fino a quella data valgono i criteri generali di prevenzione incendi, in particolare quelli del D.M. 10/3/98.

Il Codice ed il Minicodice riportano le varie misure antincendio da rispettare, che riguardano svariati aspetti come la resistenza al fuoco, la compartimentazione, gli impianti di protezione attiva, le vie di esodo, la gestione della sicurezza antincendio.

Nei casi di (futura) applicazione del Minicodice, le prescrizioni normative sono più leggere e lasciano ampio spazio al progettista per la loro valutazione. Per affrontare un principio di incendio vengono richiesti estintori con agenti estinguenti adeguati ai rischi mentre non è obbligatoria la rete idranti. Anche la rivelazione incendi è una scelta del progettista in base alla specifica valutazione del rischio di incendio e di esplosione.

La direzione generale della regolamentazione antincendio nazionale è comunque quella di attribuire al progettista l’onere e la responsabilità di redigere una valutazione del rischio di incendio e di esplosione, in applicazione dello stesso D.Lgs. 81/2008 e D.M. 3/9/2021 o D.M. 3/8/2015 e s.m.i., da cui far derivare le misure antincendio che il progettista ritiene idonee. Ne consegue che le prescrizioni delle regole tecniche antincendio, laddove presenti, non costituiscono automaticamente presunzione di sicurezza antincendio in quanto si tratta di indicazioni minime e non sempre sufficienti ed adeguate.

Le cose si complicano se l’autofficina risulta inserita in un fabbricato che comprende anche altre attività, a maggior ragione se anche queste sono soggette ai controlli di prevenzione incendi, in quanto il principio generale di sicurezza chiede che i rischi di incendio della propria attività non comportino pericoli o danneggiamenti a terzi”.

Quali precauzioni in più dovrebbe prendere un’officina/carrozzeria che si occupa anche di vetture elettriche?

“Ribadendo che la valutazione dei rischi di incendio ed esplosione resta a carico del progettista o consulente ed è un obbligo normativo a carico del titolare dell’attività, si deve tener conto che la mancanza attuale di regole tecniche antincendio specifiche per questa tipologia di autoveicoli non significa che non ci sia nulla da prevedere e mettere in atto. Anzi, la situazione attuale comporta che il progettista deve redigere un’attenta valutazione dei rischi, sulla base della scarna letteratura tecnica, anche internazionale, ad oggi disponibile.

Sicuramente si deve partire dall’acquisizione di informazioni da parte dei vari produttori di veicoli e/o di batterie.

Dall’esame degli eventi incidentali documentati si possono estrapolare alcune idee generiche sulle misure di prevenzione e di protezione che si potrebbero mettere in campo, tenendo conto che attualmente non sono disponibili prescrizioni precise e obbligatorie e quindi ciascun titolare e ciascun progettista potrà adottare approcci differenti. Possono aiutare la corretta informazione (e in alcuni casi si parla già anche di formazione e addestramento), la disponibilità di estintori adeguati al rischio e, se possibile, impianti di protezione attiva (tenendo conto anche che per controllare un incendio di un veicolo elettrico serve una gran quantità di acqua o in alternativa un impianto water mist opportunamente progettato). Può aiutare anche l’individuazione di una zona specifica dove intervenire sui veicoli elettrici, possibilmente separata dalle altre aree dell’officina (molto difficile da applicare se non in caso di nuovi progetti) e che garantisca un’agevole rimozione del veicolo dai locali interni in caso di incendio con intervento da parte dei VVF. Anche in caso si ritenesse controllato o estinto l’incendio, il veicolo deve essere rimosso dall’officina in quanto l’incendio si può ripresentare dopo alcune ore o anche giorni.

Di quali nuovi strumenti / DPI si dovrebbe dotare?

“Come detto, è importante disporre di estintori e, se possibile, di tanta acqua per lo spegnimento (rete idranti importante in questi casi). Come DPI occorrerebbe contattare i produttori dei veicoli per maggiori informazioni. Possono aiutare le linee guida del CNVVF relative all’intervento su incendi di veicoli elettrici”.

Officine nei sotterranei, quali problemi aggiuntivi si creano?

“Da quanto risulta dalla letteratura incidentale lo sviluppo di un incendio di un veicolo elettrico può essere molto rapido e quindi con produzione di fiamme di grande estensione che possono coinvolgere facilmente altri veicoli o materiali posti nelle vicinanze. Inoltre la produzione di gas e fumi è rilevante e costituisce una fonte di rischio aggiuntiva nei locali interrati o seminterrati, solitamente dotati di aerazione in misura inferiore rispetto ai locali fuori terra. Si aggiungano le difficoltà per l’esodo dai piani interrati e per l’accesso dei VVF. In sintesi, lo sviluppo di un incendio di una vettura elettrica presenta delle peculiarità che lo differenziano dall’incendio di una vettura ICE, che i VVF sono addestrati ad affrontare da circa un secolo”.

Chi è il responsabile della sicurezza in caso d’incendio durante la permanenza dell’auto elettrica in officina?

“Il responsabile della sicurezza è sempre il titolare dell’attività, datore di lavoro ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008”.

TUTTI GLI APPROFONDIMENTI DEL REPORT

Questo è solo uno degli oltre 40 approfondimenti che compongono il report “Auto elettriche e connesse: impatto su aftermarket e consumatori” realizzato da SicurAUTO.it con il supporto dei nostri sponsor LKQ RHIAG, Arval e Repower.

Il report pubblica originali infografiche con le differenze di manutenzione ordinaria tra 25 vetture elettriche, ibride e tradizionali, nonché dati e analisi inediti grazie alla collaborazione di società leader del settore automotive, tra cui: Europ Assistance, Unipol Sai, McKinsey, Deloitte, GiPA, Axa Partners Italia, Generali, Allianz, CARUSO e Cobat.

Lo studio si arricchisce di interviste esclusive che hanno visto gli esperti di ANFIA, ADIRA, AICA / EGEA, CLEPA, FIGIEFA, FIA, ACEA E AIRC / FEDERCARROZZIERI, rispondere alle nostre domande sui trend e le sfide più significative che l’industria automotive sta già affrontando e si ritroverà a fronteggiare nei prossimi anni con la crescente diffusione delle auto connesse ed elettrificate.

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