
Dazi USA al 15%: quale impatto sull’automotive europeo?
L'accordo tra USA e UE sui dazi al 15% riguarda anche veicoli e componentistica: quale impatto sull'industria automotive europea?
L'accordo tra USA e UE sui dazi al 15% riguarda anche veicoli e componentistica: quale impatto sull'industria automotive europea?
L’accordo tra USA e UE sui dazi doganali ha partorito un’aliquota fissa del 15% sull’esportazione verso gli Stati Uniti di merci prodotte nei Paesi dell’Unione Europea, con poche eccezioni. I dazi USA si applicheranno dal 1° agosto anche a veicoli e componentistica e molti stanno già tirando un sospiro di sollievo ricordando che Trump, inizialmente, li aveva fissati al 25%. Certo, 15 è meglio di 25, ma non bisogna dimenticare che si partiva da un dazio del 2,5%, guarda caso lo stesso che l’UE, nel quadro dell’accordo commerciale con Washington, avrebbe accettato di adottare sull’importazione di automobili dagli Stati Uniti, riducendolo dall’attuale 10%. Insomma, non è necessario essere dei matematici per comprendere chi sia uscito vincitore da questa battaglia dei dazi…
IMPATTO SULL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA TEDESCA
Detto questo, quale sarà l’impatto dei dazi al 15% sull’automotive europeo? Recentemente il magazine economico Bloomberg ha calcolato che dazi USA sulle importazioni di auto dall’estero colpiranno innanzitutto i costruttori tedeschi e sudcoreani. Nel 2024, infatti, risultava importato l’80% delle Volkswagen vendute negli Stati Uniti, il 65% delle Hyundai-Kia, il 63% delle Mercedes-Benz e il 52% di Bmw (guarda le percentuali degli altri gruppi nella tabella in basso). Complessivamente, l’anno scorso le importazioni hanno rappresentato la metà del mercato automobilistico statunitense per un totale di circa 8 milioni tra nuove autovetture e camion leggeri e un valore superiore a 240 miliardi di dollari. Il maggiore importatore di auto negli USA è stato il Messico con 2,9 milioni di veicoli, dinanzi a Corea del Sud con 1,54 milioni, Giappone con 1,38 milioni e Canada con 1,07 milioni.
Come si intuisce facilmente da questi dati, l’industria automobilistica tedesca rischia di pagare un prezzo salatissimo per i dazi di Trump, e del resto una prima avvisaglia si è già vista col bilancio semestrale del Gruppo Volkswagen. Secondo Hildegard Müller, presidente della VDA, l’associazione dei costruttori automobilistici tedeschi, i dazi doganali statunitensi del 15% costeranno alle case automobilistiche della Germania “miliardi ogni anno“. Tuttavia il cancelliere Friedrich Merz sembra aver accolto con una certa soddisfazione l’intesa sui dazi, spiegando che si è riuscito a “scongiurare un conflitto commerciale che avrebbe colpito duramente l’economia tedesca orientata all’esportazione. Ciò è particolarmente vero per l’industria automobilistica, dove le tariffe attuali saranno quasi dimezzate dal 27,5% al 15%“. Curioso che anche Merz abbia dimenticato il ‘piccolissimo’ dettaglio che prima di Trump la tariffa era al 2,5%…
DAZI USA AL 15%. CONSEGUENZE SULL’AUTOMOTIVE TEDESCO
E l’Italia, invece, come sta messa? A dire il vero gli stabilimenti italiani non esportano molti veicoli negli USA. Tuttavia l’impatto del 15% non sarà indolore. Nel 2023, ultimo dato annuale completo disponibile, in base ai dati Anfia l’Italia ha esportato verso gli Stati Uniti 74.731 auto, il 20,9% del totale di 358.203 auto made in Italy esportate in tutto il mondo, per un valore di 3.883.300.000 euro. Percentuale che tra l’altro è già vistosamente scesa nei primi dieci mesi del 2024, anno horror per la produzione italiana di autovetture, con appena 25.202 auto esportate dall’Italia negli USA, il 12,6% sul totale esportato dal nostro Paese, per una valore di 2.854.700.000 euro. Nello stesso periodo le auto statunitensi importate in Italia sono state appena 3.415 (0,3% delle importazioni di auto estere in Italia).
C’è però da considerare l’impatto sui componenti, tenendo presente che la nostra filiera è massicciamente integrata nelle attività produttive tedesche, al punto che oggi dal 10 al 30% di un’auto assemblata negli impianti Bmw, Volkswagen o Mercedes ha origini italiane. L’anno scorso, sempre secondo i dati dell’Anfia, la Germania ha importato ben il 19,9% dell’intera produzione di componentistica del nostro Paese. Pertanto se i dazi statunitensi danneggeranno soprattutto l’export tedesco, gli effetti negativi ricadranno a cascata anche sulle imprese italiane.
ACCORDO USA – UE SUI DAZI: PER VON DER LEYEN È IL MASSIMO CHE SI POTEVA OTTENERE
Intanto Ursula von der Leyen, che ha concluso personalmente l’accordo con Trump sui dazi (e per questo si sta prendendo vagonate di critiche abbastanza bipartisan), non ha nascosto che per l’industria automotive europea il 15% non è da sottovalutare a livello di impatto economico, ma è “il massimo che siamo riusciti a ottenere“. Anche lei, come Merz, ha cercato di addolcire la pillola ricordando che si partiva da una base del 27,5% (25% + il già esistente 2,5%), quando sappiamo che non è così.
L’ACEA, l’associazione che rappresenta i costruttori di auto europei, ha commentato tramite il suo direttore generale Sigrid de Vries che “l’accordo sul 15% rappresenta un passo importante verso l’attenuazione della forte incertezza che ha caratterizzato le relazioni commerciali transatlantiche negli ultimi mesi e per questo va accolto con favore, almeno in linea di principio. Tuttavia gli Stati Uniti manterranno dazi più elevati su automobili e componenti automobilistici (rispetto al precedente 2,5%: finalmente una che ha detto chiaramente come stanno le cose, ndr) e ciò continuerà ad avere un impatto negativo non solo per l’industria dell’UE, ma anche per quella statunitense“.