
Molti produttori europei, tra cui Acea e Clepa che rappresentano auto e componenti, chiedono all'UE di promuovere un commercio aperto e senza barriere
31 associazioni di categoria che rappresentano i produttori europei di varie merci, tra cui Acea (auto) e Clepa (componentistica), hanno inviato congiuntamente una lettera aperta alle istituzioni di Bruxelles per chiedere di portare avanti nei prossimi 5 anni una politica commerciale ambiziosa per sostenere la competitività e la prosperità economica dell’UE, “incentrata sull’apertura e non sulle barriere“. Un chiaro riferimento, pur senza nominarli direttamente, ai dazi doganali, come quelli annunciati di recente contro l’import di auto elettriche cinesi, che i produttori respingono perché frenano il commercio e gli investimenti.
DAZI UE CONTRO LE AUTO CINESI: I PRODUTTORI SONO CONTRARI
In effetti la situazione è paradossale: la Commissione UE ha introdotto nuovi dazi provvisori contro le auto elettriche prodotte in Cina per proteggere i produttori europei dall’invasione cinese, ma i produttori questi dazi non li vogliono. Lo hanno dichiarato a più riprese tutti i pezzi grossi dell’industria automotive occidentale, da Tavares di Stellantis a Elon Musk di Tesla (che in un primo momento era favorevole), fino a Ola Källenius di Mercedes-Benz e molti altri. I produttori di autoveicoli spingono invece per un commercio globale libero ed equo che favorisca gli scambi e preservi la competitività.
PRODUTTORI EUROPEI: PRIORITÀ A POLITICHE COMMERCIALI DI APERTURA
Esattamente gli stessi concetti contenuti nella dichiarazione congiunta delle 31 associazioni imprenditoriali che rappresentano i principali comparti della produzione europea (segno che l’insofferenza verso le ‘barriere’ commerciali imposte dall’UE non è solo dell’industria dell’auto), riunitesi per delineare la loro visione a favore di una politica commerciale di successo nel prossimo ciclo istituzionale 2024-2029.
“Il commercio rimane una pietra angolare della forza economica dell’Unione Europea, offre vantaggi significativi ai consumatori e attrae investimenti esteri“, si legge nella dichiarazione, in cui si sottolinea anche la necessità di “dare priorità alle politiche che aprono mercati nuovi e diversificati attraverso accordi commerciali e riducono gli ostacoli tecnici al commercio“. I produttori invitano inoltre Bruxelles a “continuare a sostenere l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) e un sistema internazionale basato su regole” che garantiscano un “contesto commerciale equo e certo” e chiedono una “maggiore collaborazione con i partner esteri“, una diplomazia commerciale più solida anche tramite l’istituzione di un Commissario europeo al commercio e un rafforzamento della cooperazione internazionale. Insomma, parole che invitano all’apertura e non certo alla chiusura con ulteriori dazi e balzelli.
DAZI UE VACILLANO PER LA POSIZIONE DELLA GERMANIA?
Restringendo la questione all’ambito automotive, la questione dei dazi UE sulle auto cinesi è ancora apertissima perché fino a novembre, quando i rappresentanti degli Stati membri saranno chiamati a votare la decisione definitiva sull’aumento tariffe doganali, può ancora succedere di tutto e la fronda dei Paesi contrari, guidata dalla Germania, è probabilmente destinata a crescere. Ricordiamo che per trasformare i dazi da provvisori a definitivi (per 5 anni) sarà necessaria la maggioranza qualificata di 15 Paesi membri e che rappresentano almeno il 65% della popolazione UE.